Ciao , domattina a Cernusco c’è una marcia organizzata dal Kemkogi e dal GSO Paolo VI il cui ricavato verrà devoluto per un progetto di sviluppo in Repubblica Domenicana.
La differenza tra i contributi dati al Kemkogi (http://www.kemkogi.com/index.php ) e quelli dati alle ong tradizionali è che ogni singolo euro arriva in fondo, mentre quello dato alle ong arriva in fondo per una sola percentuale tratte le spese di organizzazione, personale, comunicazione, etc……dell’organizzazione stessa.
Bene le ong ma bene, anzi meglio il kemkogi che con tutte le libere associazioni tramite il solo volontariato con contatti diretti sui luoghi dei progetti, raccoglie 100 e fa arrivare a volte addirittura 101.
Ma basta parole, teniamo il fiato per la corsa.
KemKogi e GSO Paolo VI organizzano la Kemkorsa
Marcia non competitiva di 5 km – XVa edizione
Iscrizione: € 3,00 ragazzi - € 5,00 adulti
Ritrovo piazza Matteotti dalle ore 9 per le iscrizioni.
La partenza è prevista per le ore 9.30
Ciao claudio
mercoledì 30 aprile 2008
lunedì 28 aprile 2008
Informarsi, difficile ma possibile!
Si parla in questi giorni di informazione di regime, imbavagliata, più che libera, ossequiosa.
Se ne parla oggi, ma è un problema di sempre.
Navigando nella rete ci si imbatte in siti che spesso sottolineano ciò che i media ufficiali non sottolineano affatto o sottolineano in modo dubbio.
Vi segnalo un sito che ha all’interno tanti siti di informazione.
http://www.zabrinskypoint.org/controinfo.html
Certo il dubbio rimane sempre, ma se di dubbi è piena la vita non facciamone un dramma, attrezziamoci ad affrontarli.
ciao
claudio
Se ne parla oggi, ma è un problema di sempre.
Navigando nella rete ci si imbatte in siti che spesso sottolineano ciò che i media ufficiali non sottolineano affatto o sottolineano in modo dubbio.
Vi segnalo un sito che ha all’interno tanti siti di informazione.
http://www.zabrinskypoint.org/controinfo.html
Certo il dubbio rimane sempre, ma se di dubbi è piena la vita non facciamone un dramma, attrezziamoci ad affrontarli.
ciao
claudio
venerdì 18 aprile 2008
La difficile vita del consigliere di maggioranza
Ciao, come ben sai sono consigliere comunale di maggioranza.
Posso dirti che non è sempre facile come sembrerebbe.
Il consigliere comunale da statuto svolge un attività di controllo e indirizzo politico- amministrativo.
Ma qual'è il valore aggiunto di un consigliere di maggioranza?
Può ridursi a fare la grancassa dell'amministrazione o a semplice figurina votante?
Non penso sia questo il suo ruolo, altrimenti consegnerei una mia foto, una paletta per votare e un pò di carta fotocopiatrice al capogruppo.
Comunque non è certo questo il ruolo che voglio avere in questo mio mandato.
Il valore aggiunto di un consigliere comunale di maggioranza può essere, tra gli altri, quello di lanciare lo sguardo oltre lo steccato rappresentato dal programma elettorale che lo ha portato in consiglio.
Il Programma elettorale traccia gli interventi da attuare all'interno di un indirizo politico ben preciso. Ma proprio all'interno di quell'indirizzo politico il programma non può esaurirsi.
Ecco allora che il consigliere di maggioranza, può provocatoriamente stimolare l'amministrazione in nuovi percorsi sulle tracce degli indirizzi politici condivisi.
Un esempio per capirsi.
Le aziende partecipate comunali.
Le partecipate nascono dove occorra garantire alla popolazione servizi necessari che nessuna azienda privata garantisce.
Ma se i privati garantiscono tali servizi, quele valore ha una partecipata?
Nessuno, se non quello di essere una lottizzazione politica legalizzata.
Così sono nate a Cernusco le partecipate e così purtroppo a tutt'oggi vengono usate. Non basta garantire persone meglio qualificate nei consigli di amministrazione di quelle messe in campo dalle pasate amministrazioni per sentirsi a posto con la coscienza e pensare di fare un buon servizio alla città.
Dismetterle privatizzandole, questo si che sarebbe un vero segnale di discontinuità con il passato.
Occorre chiamare le cose con il loro nome e trarne le dovute conseguenze.
Di questo dovrebbe essere capace un governo di centrosinistra.
Capacità e coraggio di guardare oltre l'ostacolo, questo può chiedere un consigliere di maggioranza all'amministrazione.
Vi assicuro che non è facile, trovare i tempi e i modi per dare quel contributo che non sia solo un gioco delle parti, dove si interviene per partito preso, dove i nostri interventi rischiano di essere fotocopia di quelli dell'amministrazione.
Non è facile.
Altra considerazione necessaria.
Alcune mie prese di posizione su questioni extra amministrative, vedi diritti per le coppie gay, hanno gettato sconcerto presso qualcuno del mio stesso partito e della stessa maggioranza.
In base a cosa? Non in base al rispetto del programma elettorale, in quanto di questioni morali e nazionali nulla si cita nel programma e nulla si è voluto citare.
Non solo! Abbiamo vinto le amministrative grazie a un buon programma, smarcandoci quanto più possibile dagli attacchi ideologici e chiedendo fiducia sopratutto alle nostre persone come garanti di quello stesso programma.
Possiamo chiedere su temi extra amministrativi di serrare le fila?
Posso solo dire che la filosofia che richiama i miei interventi può essere nel possibile in sintonia con la filofia del partito che rappresento in consiglio.
Ma so anche che sui temi cosidetti "morali" in caso di contrasto è la coscienza a farla da padrona.
Per questo non solo posso, ma mi sento personalmente in dovere, quando vengo interpelato da mozioni o da altro, di dire ciò che penso.
Partire dai fatti e non dalle opinioni cercando di andare al nocciolo della questione.
Con buona pace dei bempensanti e di qualsiasi sepolcro imbiancato che sia esso istituzionale o non.
E il rapporto con i cittadini? Con coloro che mi hanno votato?
Aiutami anche tu contribuendo a trovare insieme questo valore aggiunto.
Altrimenti che ci stiamo a fare tutti insieme in questa nuova avventura?
Grazie
Claudio
Posso dirti che non è sempre facile come sembrerebbe.
Il consigliere comunale da statuto svolge un attività di controllo e indirizzo politico- amministrativo.
Ma qual'è il valore aggiunto di un consigliere di maggioranza?
Può ridursi a fare la grancassa dell'amministrazione o a semplice figurina votante?
Non penso sia questo il suo ruolo, altrimenti consegnerei una mia foto, una paletta per votare e un pò di carta fotocopiatrice al capogruppo.
Comunque non è certo questo il ruolo che voglio avere in questo mio mandato.
Il valore aggiunto di un consigliere comunale di maggioranza può essere, tra gli altri, quello di lanciare lo sguardo oltre lo steccato rappresentato dal programma elettorale che lo ha portato in consiglio.
Il Programma elettorale traccia gli interventi da attuare all'interno di un indirizo politico ben preciso. Ma proprio all'interno di quell'indirizzo politico il programma non può esaurirsi.
Ecco allora che il consigliere di maggioranza, può provocatoriamente stimolare l'amministrazione in nuovi percorsi sulle tracce degli indirizzi politici condivisi.
Un esempio per capirsi.
Le aziende partecipate comunali.
Le partecipate nascono dove occorra garantire alla popolazione servizi necessari che nessuna azienda privata garantisce.
Ma se i privati garantiscono tali servizi, quele valore ha una partecipata?
Nessuno, se non quello di essere una lottizzazione politica legalizzata.
Così sono nate a Cernusco le partecipate e così purtroppo a tutt'oggi vengono usate. Non basta garantire persone meglio qualificate nei consigli di amministrazione di quelle messe in campo dalle pasate amministrazioni per sentirsi a posto con la coscienza e pensare di fare un buon servizio alla città.
Dismetterle privatizzandole, questo si che sarebbe un vero segnale di discontinuità con il passato.
Occorre chiamare le cose con il loro nome e trarne le dovute conseguenze.
Di questo dovrebbe essere capace un governo di centrosinistra.
Capacità e coraggio di guardare oltre l'ostacolo, questo può chiedere un consigliere di maggioranza all'amministrazione.
Vi assicuro che non è facile, trovare i tempi e i modi per dare quel contributo che non sia solo un gioco delle parti, dove si interviene per partito preso, dove i nostri interventi rischiano di essere fotocopia di quelli dell'amministrazione.
Non è facile.
Altra considerazione necessaria.
Alcune mie prese di posizione su questioni extra amministrative, vedi diritti per le coppie gay, hanno gettato sconcerto presso qualcuno del mio stesso partito e della stessa maggioranza.
In base a cosa? Non in base al rispetto del programma elettorale, in quanto di questioni morali e nazionali nulla si cita nel programma e nulla si è voluto citare.
Non solo! Abbiamo vinto le amministrative grazie a un buon programma, smarcandoci quanto più possibile dagli attacchi ideologici e chiedendo fiducia sopratutto alle nostre persone come garanti di quello stesso programma.
Possiamo chiedere su temi extra amministrativi di serrare le fila?
Posso solo dire che la filosofia che richiama i miei interventi può essere nel possibile in sintonia con la filofia del partito che rappresento in consiglio.
Ma so anche che sui temi cosidetti "morali" in caso di contrasto è la coscienza a farla da padrona.
Per questo non solo posso, ma mi sento personalmente in dovere, quando vengo interpelato da mozioni o da altro, di dire ciò che penso.
Partire dai fatti e non dalle opinioni cercando di andare al nocciolo della questione.
Con buona pace dei bempensanti e di qualsiasi sepolcro imbiancato che sia esso istituzionale o non.
E il rapporto con i cittadini? Con coloro che mi hanno votato?
Aiutami anche tu contribuendo a trovare insieme questo valore aggiunto.
Altrimenti che ci stiamo a fare tutti insieme in questa nuova avventura?
Grazie
Claudio
Chi incontri nel mio blog
Buon giorno care amiche e cari amici che passate da questo blog.
Nel mare di internet, ci sono tante isole e tanti porti. E ogni blog è come un porto. Chi attracca in un blog sceglie di incontrare chi vive nel porto. Di ascoltarlo e se vuole di lasciare un pensiero, un saluto.
A te che passi a trovarmi non offro conversione e non chiedo conversione.
Chiedo solo di incontrarti, di parlarti di me, dei miei pensieri, della mia libetà.
Diciamo dei miei pensieri in libertà, e a volte molto in libertà.
Nel mondo di oggi, interattivo e globale, incontrarsi sul blog è come incontrarsi per strada nel proprio paese.
Al paese fatto di case e di strade, si è aggiunto quello fatto dalla rete.
Incontrami per strada o sul mio blog è la stessa cosa, sono sempre io.
Come per strada puoi fermarmi per chiacchierare, così nel mio blog puoi leggere i miei pensieri e lasciarmi un tuo pensiero.
Non stupirti se scrivo pensieri forti. Sono gli stessi pensieri che ti racconterei se ti incontrassi per strada.
Vienimi ancora a trovare. Attracca ancora al mio blog.
Ciao
Claudio
mercoledì 16 aprile 2008
Chi vince, chi perde. L' importante è chiamare le cose con il loro nome.
Finalmente è finita, anzi no. Speravamo di esserci liberati dai "politici" di professione presenzialisti e invece anche nei commenti delle elezioni la campagna elettorale continua.
Il mio umile parere sulle elezioni.
Luci. Al paese occorre un governo stabile, e questo avrà.
Ombre. Avrei preferito un'altro governo da quello uscito dalle urne, ma se è questo che vuole a maggioranza il popolo italiano , questo abbia. Prenderlo in quel posto sembra che cominci a piacerci.
Perchè è accaduto ancora?
Il signor Berlusconi è stato bravo a svendersi ancora una volta, e il centro sinistra paga gli errori fatti nel passato.
Prima di tutto le mancate riforme e le leggi che in 2 cicli di governo poteva fare e doveva fare. Ho sempre stampato in mente il film Viva Zapatero di Sabina Guzzanti con l'intervista a un responsbile comunicazione di un partito del centro sinistra. Alla domanda di Sabina perchè il centro sinistra non avesse fatto la legge sul conflitto di interesse quando era al governo, la risposta è stata: perchè non volevamo infierire su Berlusconi che già aveva perso le elezioni.
Si chiamerebbe peccato di omissioni da qualche parte.
Una legge, un'importante legge che dovrebbe riaddrizzare la baracca informativa italiana riportando giustizia e vera liberalizzazione nel settore che oggi detta le regole del gioco, assolve i condannati e condanna gli innocenti, sposta umori e linguaggi, voti e consensi.
Niente, nulla, non era il caso. Ma va là..........
Per rispetto alla libertà informativa di tutti, ognuno non potrebbe possedere più di una struttura informativa, sopratutto televisiva.
E invece tutti a godersi e a spartirsi la Rai appena si può.
Zapatero insegna. E in Spagna si è fatto ciò che in Italia non si riesce nemmeno ad immaginare.
Chiamiamo quindi le cose con il loro nome.
SI dice che il signor Berlusconi sia entrato in politica per guai giudiziari e sull'orlo del fallimento economico.
Ma se ognuno entra in politica per i motivi più disparati, si spera che in seguito faccia gli interessi della collettività, e invece anche dopo ha continuato ad usare il consenso popolare per fare primariamente gli affari propri.
E che dire delle estemporanee dichiarazioni del nostro?!
Tra le tante, una delle ultime, ossia dare dell' eroe a una persona condanna per associazione mafiosa e per triplice omicidio.
E nel perfetto ribaltamento della realtà secondo cui una cosa ripetuta più volte diventa vera, e una cosa non conosciuta non esiste, ha ricevuto consenso e ha anestetizzato a tal punto le coscienze, che ancora ci si trita i coglioni con il campionato di serie A e con la casa del grande fratello.
Interessi personali in atti di ufficio, elogio della mafiosità in confronto sono diventati ridicole chiacchiere da bar.
Governi pure, ma chiamiamo le cose con il loro nome.
E a non farlo, abbiamo perso le elezioni.
Alle prossime.
Claudio
Il mio umile parere sulle elezioni.
Luci. Al paese occorre un governo stabile, e questo avrà.
Ombre. Avrei preferito un'altro governo da quello uscito dalle urne, ma se è questo che vuole a maggioranza il popolo italiano , questo abbia. Prenderlo in quel posto sembra che cominci a piacerci.
Perchè è accaduto ancora?
Il signor Berlusconi è stato bravo a svendersi ancora una volta, e il centro sinistra paga gli errori fatti nel passato.
Prima di tutto le mancate riforme e le leggi che in 2 cicli di governo poteva fare e doveva fare. Ho sempre stampato in mente il film Viva Zapatero di Sabina Guzzanti con l'intervista a un responsbile comunicazione di un partito del centro sinistra. Alla domanda di Sabina perchè il centro sinistra non avesse fatto la legge sul conflitto di interesse quando era al governo, la risposta è stata: perchè non volevamo infierire su Berlusconi che già aveva perso le elezioni.
Si chiamerebbe peccato di omissioni da qualche parte.
Una legge, un'importante legge che dovrebbe riaddrizzare la baracca informativa italiana riportando giustizia e vera liberalizzazione nel settore che oggi detta le regole del gioco, assolve i condannati e condanna gli innocenti, sposta umori e linguaggi, voti e consensi.
Niente, nulla, non era il caso. Ma va là..........
Per rispetto alla libertà informativa di tutti, ognuno non potrebbe possedere più di una struttura informativa, sopratutto televisiva.
E invece tutti a godersi e a spartirsi la Rai appena si può.
Zapatero insegna. E in Spagna si è fatto ciò che in Italia non si riesce nemmeno ad immaginare.
Chiamiamo quindi le cose con il loro nome.
SI dice che il signor Berlusconi sia entrato in politica per guai giudiziari e sull'orlo del fallimento economico.
Ma se ognuno entra in politica per i motivi più disparati, si spera che in seguito faccia gli interessi della collettività, e invece anche dopo ha continuato ad usare il consenso popolare per fare primariamente gli affari propri.
E che dire delle estemporanee dichiarazioni del nostro?!
Tra le tante, una delle ultime, ossia dare dell' eroe a una persona condanna per associazione mafiosa e per triplice omicidio.
E nel perfetto ribaltamento della realtà secondo cui una cosa ripetuta più volte diventa vera, e una cosa non conosciuta non esiste, ha ricevuto consenso e ha anestetizzato a tal punto le coscienze, che ancora ci si trita i coglioni con il campionato di serie A e con la casa del grande fratello.
Interessi personali in atti di ufficio, elogio della mafiosità in confronto sono diventati ridicole chiacchiere da bar.
Governi pure, ma chiamiamo le cose con il loro nome.
E a non farlo, abbiamo perso le elezioni.
Alle prossime.
Claudio
domenica 6 aprile 2008
Pedofilia e silenzio
Ho appena visto il film "Il cacciatore di aquiloni", tratto dall'omonimo romanzo di Khaled Hosseini, e il mio pensiero va alla violenza sui bambini qui raccontata insieme alla difficile vita di chi subisce la casta e una società opprimente, attraverso la storia di Hassan e di suo figlio.
La prima cosa che mi viene da dire è che dio non esiste!
Torno a casa, riprendo in mano il libro appena acquistato "Viaggio nel silenzio", preti pedofili e le colpe della chiesa di Vania Lucia Gaito edito da Chiarelettere, e trattenendo un groppo in gola aggiungo che se dio esiste c'è qualcuno che si serve del suo nome.
Ma non basta, non è solo questione di "debolezza e di violenza" nei confronti di bambini, ma è, e questo fa ancora più male, fa ancora più orrore, anche la copertura che certa gerarchia ecclesiastica concede a chi commette certi orrori.
E allora, trattenendo il vomito, mi viene da dire che se dio esiste, c'è chi dio lo prende volutamente in giro.
Comprendo lo smarrimento l'inadeguatezza di chi vuole salvare l'anima del povero prete pedofilo, ma paragonare la vittima al prete come complici nel peccato mi sembra un ulteriore violenza verso la vittima.
Ma perseverare a questo punto diventa diabolico, arrivando a sottrarre o nascondere alla giustizia chi si macchia di tali delitti.
Inconscia supponenza che si sente superiore a tutto a tutti, presupponendo di sapere cos'è il bene di ognuno anche a costo di schiacciare la giustizia o solo gratuita cattiveria?
Segnalo il documentario "Deliver us from evil" girato dalla giornalista Amy Berg racconto-testimonianza choc di un prete pedofilo, che in vent'anni di carriera religiosa ne molestò( abusò e violentò) una cinquantina. Il più piccolo aveva nove mesi.
Peccato che il film candidato all'Oscar del miglior documentario nel 2007 arriva ora in Francia e in tutta Europa, tranne che in Italia e Germania.
Ricordiamo poi anche la fatica dovuta a tentativi di boicottaggio, a mandare in onda spezzoni del documentario della BBC intitolato Sex crimes and Vatican che poneva l'accento sulle responsabilità del Papa e delle alte gerarchie del Vaticano nella copertura dei sacerdoti pedofili.
Dovremmo proiettarli nelle sale parrocchiali certi film e certi documentari.
Dovremmo avere il coraggio di chiamare per nome ciò che anche in Italia è un dramma sul dramma.
In questo momento, mentre sto scrivendo alcuni bambini vengono violentati, giovani bambine si prostituiscono in qualche paese d'oriente per qualche bempensante italiano.
Questo pensiero, fa rabbia, tanta rabbia, lascia sgomento il cuore.
Lo lascia in cerca di Dio.
Laura mi chiama, è ora della nanna.
Vado a dormire con negli occhi la tenerezza degli occhi di Assan, bambino a cui è stata violata la giovane età.
Notte. Si, spero che per tanti sia una buona notte nell'attesa che lo sia per tutti. Claudio
venerdì 4 aprile 2008
Affermazioni azzardate della senatrice Paola Binetti
Apprendo dal sito di Rainews24
( http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=80311 ) una dichiarazione della senatrice Paola Binetti "Il mio punto di vista e' semplice. Prima di tutto, a mio giudizio esiste una dimensione che io considero piu' legata alla sviluppo ordinario di una persona, che e' quella dell'amore e della sessualita' che e' piu' squisitamente eterosessuale perche' la complementarita' biologica, la complementarita' con cui ognuno di noi raggiunge la pienezza della sua maturita' ha questa come strada maestra. Questa e' la naturalezza, se si vuole considerarla anche statisticamente parlando".
Concordo con la Binetti che la sessualità e l'amore eterosessuale siano percorsi importanti, anche se non unici, per lo dello sviluppo della personalità.
Non condivido che questa sia la strada maestra con cui ognuno di noi raggiunge la pienezza della sua maturità, altrimenti la conseguenza che viene dalla sua affermazione potrebbe essere che tutti coloro che fanno una scelta di castità, tra cui papa Benedetto XVI, non potrebbero mai avere un pieno sviluppo della personalità?! Mi sembra un pò azzardata come affermazione.
Condivido piuttosto quanto affermato dall'onorevole Grillini sempre sul sito quando ricorda ciò che dice l'Oms e cioe' che omosessualita' e eterosessualita' sono varianti naturali del comportamento umano".
Non posso e non voglio fare nulla affinchè la senatrice Binetti cambi opinione, ma posso e devo fare qualcosa perchè la politica riconosca diritti e doveri a tutti i cittadini, anche e sopratutto a quelli oggi discriminati, tra cui le coppie gay, a rispetto di ciò che ricorda l'art. 3 della Costituzione Italiana.
Buona politica
claudio
( http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=80311 ) una dichiarazione della senatrice Paola Binetti "Il mio punto di vista e' semplice. Prima di tutto, a mio giudizio esiste una dimensione che io considero piu' legata alla sviluppo ordinario di una persona, che e' quella dell'amore e della sessualita' che e' piu' squisitamente eterosessuale perche' la complementarita' biologica, la complementarita' con cui ognuno di noi raggiunge la pienezza della sua maturita' ha questa come strada maestra. Questa e' la naturalezza, se si vuole considerarla anche statisticamente parlando".
Concordo con la Binetti che la sessualità e l'amore eterosessuale siano percorsi importanti, anche se non unici, per lo dello sviluppo della personalità.
Non condivido che questa sia la strada maestra con cui ognuno di noi raggiunge la pienezza della sua maturità, altrimenti la conseguenza che viene dalla sua affermazione potrebbe essere che tutti coloro che fanno una scelta di castità, tra cui papa Benedetto XVI, non potrebbero mai avere un pieno sviluppo della personalità?! Mi sembra un pò azzardata come affermazione.
Condivido piuttosto quanto affermato dall'onorevole Grillini sempre sul sito quando ricorda ciò che dice l'Oms e cioe' che omosessualita' e eterosessualita' sono varianti naturali del comportamento umano".
Non posso e non voglio fare nulla affinchè la senatrice Binetti cambi opinione, ma posso e devo fare qualcosa perchè la politica riconosca diritti e doveri a tutti i cittadini, anche e sopratutto a quelli oggi discriminati, tra cui le coppie gay, a rispetto di ciò che ricorda l'art. 3 della Costituzione Italiana.
Buona politica
claudio
martedì 1 aprile 2008
Bigottismo e intolleranza
Il mondo soffre per colpa dell'intolleranza e del bigottismo, e per l'errata convinzione che ogni azione energica sia lodevole anche se male indirizzata; mentre la nostra società moderna, così complessa, ha bisogno di riflettere con calma, di mettere in discussione i dogmi e di esaminare i più disparati punti di vista con grande larghezza di idee" (Beltrand Russell in Elogio dell'Ozio)
Funerali religiosi, funerali civili
In questi ultimi tempi ho partecipato ad alcuni funerali di amici mancati.
Tre le riflessioni che mi sono venute.
Una su sorella morte, sul suo significato, sula sua comprensione, sulla coscientizzazione della morte. C'è una fatica e una quasi ipocrisia ad affrontare la morte e a parlare di morte, quasi fosse qualcosa che non ci riguarda, come se il tempo dell'attesa della morte, dove essa è annunciata come in una malattia terminale, fosse tempo da non vivere, solo attesa di un alilà e non invece di una piena vita nell'aldiquà. A questo proposito consiglio di leggere, tra i tanti, La morte di Ivan Il'ič di Tolstoj. Tra gli spunti che ho preso dal testo, l'ipocrisia che circonda il morente, parlando di tutto e non della morte, del qui e ora nel già e non ancora. Non c'è nulla di più disumano che parlare di altro a uno che sta morendo e che sa di morire. E' come scippargli gli ultimi istanti di vita.
Ma siamo, sono pronto a parlare della morte?! Siente pronti a parlare della morte. Cos'è? Cosa accade in quel momento, nell'ultimo respiro? Non c'è nulla di più vivo che parlare della morte e proprio nessuno può sentirsi escluso dall'argomento.
Non saperne parlare è come privarsi di parte della vita.
Passiamo ai funerali, motivo per cui scrivo oggi. Spesso sono religiosi, diciamo quasi sempre. Non ricordo di aver mai partecipato a un funerale civile, anche se ne vengo a conoscenza di alcuni.
Il momento del saluto della persona cara che non è più, lo penso come un saluto diretto, un parlare di lei o di lui, un ricordare un momento, dire una poesia, musica o parole cantate che ricordi, che racconti la vita passata insieme.
Negli ultimi funerali tutto come se chi fosse nella bara non contasse, stessa liturgia, stessa predica. Che ci fosse Andrea o Angelo non una parola in particolare, non un saluto diretto, non una parola sulla persona che li ci aveva convocato.
In uno dei momenti più importanti, mancava il protagonista e chi lo doveva fare "rivivere" nel ricordo, niente,come se nulla fosse.
Allora ho guardato Laura e le ho detto quale tristezza non solo per la dipartita dell'amico ma sopratutto per quel momendo senza sapore.
Poi la seconda domanda, ma se qualcuno non volesse il funerale religioso, dove potrebbe venire commemorato?
In quale luogo spendere le parole a ricordo dell'amata e dell'amato?
Bella domanda! La farò presto anche in consiglio comunale, perchè un momento così doloroso non debba mai avere una risposta di stupore alla domanda di funerali civili, che i parenti potrebbero fare agli uffici comunali.
Buona vita.
Tre le riflessioni che mi sono venute.
Una su sorella morte, sul suo significato, sula sua comprensione, sulla coscientizzazione della morte. C'è una fatica e una quasi ipocrisia ad affrontare la morte e a parlare di morte, quasi fosse qualcosa che non ci riguarda, come se il tempo dell'attesa della morte, dove essa è annunciata come in una malattia terminale, fosse tempo da non vivere, solo attesa di un alilà e non invece di una piena vita nell'aldiquà. A questo proposito consiglio di leggere, tra i tanti, La morte di Ivan Il'ič di Tolstoj. Tra gli spunti che ho preso dal testo, l'ipocrisia che circonda il morente, parlando di tutto e non della morte, del qui e ora nel già e non ancora. Non c'è nulla di più disumano che parlare di altro a uno che sta morendo e che sa di morire. E' come scippargli gli ultimi istanti di vita.
Ma siamo, sono pronto a parlare della morte?! Siente pronti a parlare della morte. Cos'è? Cosa accade in quel momento, nell'ultimo respiro? Non c'è nulla di più vivo che parlare della morte e proprio nessuno può sentirsi escluso dall'argomento.
Non saperne parlare è come privarsi di parte della vita.
Passiamo ai funerali, motivo per cui scrivo oggi. Spesso sono religiosi, diciamo quasi sempre. Non ricordo di aver mai partecipato a un funerale civile, anche se ne vengo a conoscenza di alcuni.
Il momento del saluto della persona cara che non è più, lo penso come un saluto diretto, un parlare di lei o di lui, un ricordare un momento, dire una poesia, musica o parole cantate che ricordi, che racconti la vita passata insieme.
Negli ultimi funerali tutto come se chi fosse nella bara non contasse, stessa liturgia, stessa predica. Che ci fosse Andrea o Angelo non una parola in particolare, non un saluto diretto, non una parola sulla persona che li ci aveva convocato.
In uno dei momenti più importanti, mancava il protagonista e chi lo doveva fare "rivivere" nel ricordo, niente,come se nulla fosse.
Allora ho guardato Laura e le ho detto quale tristezza non solo per la dipartita dell'amico ma sopratutto per quel momendo senza sapore.
Poi la seconda domanda, ma se qualcuno non volesse il funerale religioso, dove potrebbe venire commemorato?
In quale luogo spendere le parole a ricordo dell'amata e dell'amato?
Bella domanda! La farò presto anche in consiglio comunale, perchè un momento così doloroso non debba mai avere una risposta di stupore alla domanda di funerali civili, che i parenti potrebbero fare agli uffici comunali.
Buona vita.