Forse ti sei sconvolto per la parola (merda) da me usata per prevedere dove arriveremmo un giorno se gli immigrati tornassero nelle terre di origine, ma questa parola è nulla in confronto alla morte dell’anima di una società che, spaventata dal forestiero, arriva a distogliere gli occhi dal povero, dall’affamato e dall’ignudo. Dal senza casa e senza lavoro.
Non comprendo perché, se la casa e il lavoro sono valori importanti per tutti noi occidentali, perché non dovrebbero valere anche per gli altri?
Che senso ha dividerci per colore della pelle, religione e cultura.
Non siamo persone innanzitutto?
Persone che credono nel Dio cristiano, persone che credono nel Dio mussulmano, persone che credono nel Dio ebraico. Persone che amano e persone che odiano. Persone nate in Italia, persone nate in America e persone nate in Romania. Persone che studiano, persone che lavorano. Persone che votano Berlusconi e persone che votano Veltroni. Persone che tifano Inter e persone che tifano Milan.
Si! Siamo tutto questo. Ma possiamo essere tutto questo perchè per prima cosa siamo Persone.
Dobbiamo salvaguardare le singolarità, ma occorre soprattutto riconoscere e valorizzare la matrice della Uguaglianza: la Persona.
Singolarità nell’Uguaglianza, l’unico modo per vivere senza rinnegarsi.
Claudio
lunedì 29 settembre 2008
domenica 28 settembre 2008
Ingrati verso gli immigrati
Minacce naziskin ai Martinitt, ragazzi sfollati per una notte
L´istituto ospita venti extracomunitari in via Rubattino e confina con il liceo Manzoni. Minacce e striscioni, i ragazzi costretti a lasciare la sede. l dormitorio ospita 20 giovani maghrebini e kosovari tra i 14 e i 18 anni................
Ho ascoltato questa notizia alla radio. Mi sono rivolto a Laura e le ho detto : Se solo potessero , auguro a tutti gli immigrati di lasciare l’Italia per lasciarci nella merda.
Ci rendiamo conto cosa accadrebbe se gli immigrati tornassero nel paese di origine?
Sicuramente non ce ne rendiamo conto. Contiamo troppo sulla loro necessità di mangiare e di dare da mangiare ai famigliari rimasti nella terra di origine, per permetterci di giocare con le loro vite.
Grazie ai consumisti messaggi televisivi la nostra anima si è così anestetizzata da non riconoscere più la realtà.
Viviamo imbevuti di percezione alimenta ad hoc da qualcuno che ha solo l’interesse a mantenere il popolo cieco, sordo e bue.
Non sappiamo più guardare negli occhi le persone all’apparenza diverse da noi.
Meriteremmo di rimanere nella merda, con i nostri bei vestiti alla moda, le nostre grosse automobili e le nostre play station.
Nella merda questo è il posto che ci meritiamo.
Scusate lo sfogo, ma quando incontro per strada le ragazze dell’est che hanno lasciato mariti e figli per pulire il sedere ai nostri vecchi. Quando vedo l’umiltà e la dignità con la quale le immigrate puliscono le nostre case e i nostri uffici. Quando sul viale assunta incrocio gli immigrati tornare tardi la sera dai propri luoghi di lavoro.
Quando vedo tutto questo non posso che sentire una morsa al cuore e provare tenerezza per queste persone oltre a tanta rabbia e profonda tristezza per tutti i cernuschesi e per gli italiani che non sanno apprezzare coloro che contribuiscono al nostro benessere negando loro i diritti più elementari.
Notte nell’attesa di un’alba nuova.
Claudio
L´istituto ospita venti extracomunitari in via Rubattino e confina con il liceo Manzoni. Minacce e striscioni, i ragazzi costretti a lasciare la sede. l dormitorio ospita 20 giovani maghrebini e kosovari tra i 14 e i 18 anni................
Ho ascoltato questa notizia alla radio. Mi sono rivolto a Laura e le ho detto : Se solo potessero , auguro a tutti gli immigrati di lasciare l’Italia per lasciarci nella merda.
Ci rendiamo conto cosa accadrebbe se gli immigrati tornassero nel paese di origine?
Sicuramente non ce ne rendiamo conto. Contiamo troppo sulla loro necessità di mangiare e di dare da mangiare ai famigliari rimasti nella terra di origine, per permetterci di giocare con le loro vite.
Grazie ai consumisti messaggi televisivi la nostra anima si è così anestetizzata da non riconoscere più la realtà.
Viviamo imbevuti di percezione alimenta ad hoc da qualcuno che ha solo l’interesse a mantenere il popolo cieco, sordo e bue.
Non sappiamo più guardare negli occhi le persone all’apparenza diverse da noi.
Meriteremmo di rimanere nella merda, con i nostri bei vestiti alla moda, le nostre grosse automobili e le nostre play station.
Nella merda questo è il posto che ci meritiamo.
Scusate lo sfogo, ma quando incontro per strada le ragazze dell’est che hanno lasciato mariti e figli per pulire il sedere ai nostri vecchi. Quando vedo l’umiltà e la dignità con la quale le immigrate puliscono le nostre case e i nostri uffici. Quando sul viale assunta incrocio gli immigrati tornare tardi la sera dai propri luoghi di lavoro.
Quando vedo tutto questo non posso che sentire una morsa al cuore e provare tenerezza per queste persone oltre a tanta rabbia e profonda tristezza per tutti i cernuschesi e per gli italiani che non sanno apprezzare coloro che contribuiscono al nostro benessere negando loro i diritti più elementari.
Notte nell’attesa di un’alba nuova.
Claudio
lunedì 15 settembre 2008
Quando l'anima semina morte.
Nella notte tra sabato 13 e domenica 14 un cernuschese di origini africane, Abdul Guibre, è rimasto ucciso a Milano a seguito di futili motivi. Il ragazzo, 19enne, è nato a Cernusco e risiedeva con la famiglia in via don Sturzo (q.re Aler).
La notizia è un lutto non solo per i famigliari e gli amici.
La notizia è un lutto per l'intera umanità.
E' un lutto che sottolinea ciò che in questi mesi si è seminato nella nostra società.
Quando l'anima non riconosce più il diverso da noi.
Quando l'anima è confusa e non distingue più il male che non viene da fuori ma che è da dentro il cuore dell'uomo.
Allora a quest'anima non resta che morire uccidendo.
Abdul non ci siamo conosciuti, ma posso dire che ieri tu sei salito sulla croce per testimoniare la morte dell'anima.
Sono molti i momenti di silenzio, preghiera e testimonianza organizzati oggi.
Ne segnalo due a Cernusco.
Un momento preghiera presso l'oratorio Paolo VI alle ore 20.45
Una fiaccolata alle 20.30 dalla piazza del Municipio.
Ognuno vada dove è meglio per sè.
Dove preferisce testimoniare il desiderio che l'anima risorga.
Amen
Claudio
domenica 14 settembre 2008
Salvare l’anima. Ecco il nostro destino.
La gente comune ha il potere di non pensare a ciò che non vuole pensare…....così si conservano le false religioni; ma, presso molte persone , anche quella vera. Ci sono alcuni però che non hanno il potere di impedirsi di pensare e che, quanto più lo si proibisce loro, tanto più pensano. Costoro si liberano dalle false religioni, ma, se non trovano discorsi saldi, anche dalla vera.
Blaise Pascal, Pensees, n°668, in Oeuvres completes, Parigi 2000
Anch’io non riesco ad impedirmi di pensare. Pensieri come un fermento che non ha mai fine.
Come una goccia che irrora la terra. Senza la quale la mia terra sarebbe arida.
Sono pensieri che cercano il senso delle persone e delle cose, il senso della vita e del mio esistere.
Ma veniamo al libro di Vito Mancuso, L'anima e il suo destino, Raffaello Cortina Editore, che anche io ho letto come tanti altri, (120.000 copie vendute a maggio 2008).
L’amico Michele, per esempio, lo ha già letto due volte ed ha scritto anche una mail all’autore, come lui stesso chiede nel suo libro, ricevendone risposta.
Personalmente non so se scrivergli. Forse gli invierò questo pensiero in libertà che lascio sul mio blog, in particolar modo come ringraziamento per il suo contributo alla ricerca della verità, alla libertà dell’anima.
Vito Mancuso è docente di Teologia moderna e contemporanea presso la facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele di Milano. Scrivere da teologo e criticare alcune teorie del catechismo della chiesa cattolica è da coraggiosi in questi tempi.
Ma si sa, lo spirito soffia dove vuole.
E visto che dove c’è spirito c’è libertà, nel libro non può non trovare spazio anche il Cardinal Martini che nella lettera introduttiva, mette in guardia Mancuso.
"Hai avuto un bel coraggio a scrivere dell'anima, la cosa più eterea, più imprendibile che ci sia, tanto che si giunge a dubitare che essa esista."…………….."Penso di sentire parecchie discordanze su quanto tu concludi su diversi punti, ma non posso negare che tu cerchi sempre di ragionare con rigore, con onestà e con lucidità, e che hai il coraggio delle tue idee, dicendo anche apertamente che esse non sempre collimano con l'insegnamento tradizionale e talvolta con quello ufficiale della chiesa. Perciò il tuo libro incontrerà opposizioni e critiche. Ma sarà difficile parlare di questi argomenti senza tenere conto di quanto tu ne hai detto con penetrazione coraggiosa"…………..”Non posso perciò che augurare che il tuo libro venga letto e meditato da tante persone, anzitutto da coloro che non si preoccupano dell’esistenza dell’anima ne del futuro dell’uomo e che anche per questo non hanno punti saldi a cui ancorarsi. Ma anche altri, quelli che ritengono di avere punti di riferimento saldissimi, possono leggere le tue pagine con frutto, perché saranno indotti o a mettere in questione le loro certezze o saranno portati ad approfondirle, a chiarirle, a confermarle.
Riporto le parole di Martini, perché ogni potenziale lettore sia a conoscenza di cosa lo aspetti leggendo questo testo.
Personalmente ho trovato la conferma di alcuni concetti che avevo già fatto miei. Ho trovato lo stimolo e il coraggio di andare avanti nella ricerca "dell’uomo più che del sabato", soprattutto in quei momenti in cui è facile e comodo piegarsi al conformismo e al perbenismo, spesso presenti nelle nostre comunità civili e religiose.
Nel libro riscopro l’invito a spogliarmi di quei dogmi che a volte non hanno fondamento. Primo tra tutti quell’inferno che stride con l’amore eterno di Dio. E insieme all’inferno ci metto anche il diavolo.
Riporto le parole del teologo. “ Come l’Inferno, che è il massimo del disordine, non esiste nell’eternità, allo stesso modo il diavolo, che è la personificazione del disordine, non può esistere, come sussistenza personale dell’eternità. Di più: il Diavolo non può neppure essere una persona concreta, perché la persona nella sua essenza e relazione ordinata, e quindi è bene, mentre l’idea che il Diavolo esprime il disordine, l’entropia, la condizione oggettiva negativa dell’assenza di relazioni stabili, e quindi dell’assenza della base ontologica per il darsi della persona.” (pag. 264)
Mi vengono in mente le parole di qualche amico prete quando predicava che la vittoria di satana è far credere agli uomini che lui non esiste. E se fosse vero?! Se il diavolo e l’inferno non esistessero realmente?! Cambierebbe qualcosa nel progetto di amore divino? Non credo proprio. Condivido ciò che dice Mancuso su questi temi, ritrovandomi a dubitare del catechismo della chiesa cattolica riguardo a diavolo e inferno.
Rilevo che spesso alcune concetti dei catechismi nascono per dare risposte alle domande di una determinata epoca. E come tutte le cose relative valgono nel tempo in cui nascono. Chiederebbero quindi di essere costantemente aggiornati, perché qualora restassero in piedi, pur non avendo più fondamento nel tempo presente, allora si sarebbero trasformati in ideologia.
Sfoglio ancora il libro per riprendere i passi più significativi e respiro il suo odore. Quell’ odore che solo i libri sanno conservare. Un odore che diventa sapore e gusto. Questo libro mi ricorda che la vita va gustata e và goduta.
“La nostra epoca è la vera e propria epoca della critica, cui tutto deve sottomettersi. La religione mediante la sua santità e la legislazione mediante la sua maestà vogliono di solito sottrarsi alla critica. Ma in tal caso esse suscitano contro di sè un giusto sospetto e non possono pretendere un rispetto senza finzione, che la ragione concede soltanto a ciò che ha potuto superare il suo esame libero e pubblico” (Immanuel Kant, Critica della ragione pura. 1781)
Coscienza e critica che aiutano a non confondere il dito (le varie chiese) con la luna (Dio), e nel dubbio avere fede nella luna senza sconfessare la ragione di essere del dito.
Coscienza e anima, un binomio che da senso alla vita.
Ecco l’invito a riscoprire l’ anima come strumento per giungere alla verità.
Con questo testo Mancuso da un contributo importante alla scoperta della verità. Partendo dalla natura, dove creazionismo e evoluzionismo a mio parere non si contraddicono. E se ho compreso bene il libro, neanche per l’autore.
Non si discute il big bang. Anzi potrebbe essere questo il modo scelto da Dio per dar vita alla vita, concedendo regole sue proprie alla natura.
“Il soffio vitale è già da sempre contenuto nella polvere della materia “ (pag14)
“la legge fondamentale della natura-physis è la relazione”.
Logos e relazione, conoscersi e riconoscere, coscienza ed esistenza.
La vita è tutta una questione di relazione.
L’ Essere è energia da cui anima vegetativa, sensitiva, razionale, spirituale.
Chi crea l’anima? Dio con o senza concorso dei genitori? Altro punto di contrasto tra l’autore e il catechismo. (pag 85)
Peccato originale. Anche questo punto viene messo in motivata discussione da Mancuso.
“l’errore della concezione teologica tradizionale sul peccato originale sta nel chiamarlo peccato. Non vi è nessun peccato, non abbiamo commesso nessuna colpa che preesiste sulle nostre vite indipendentemente da noi. E’ la vita che è fatta così, la biologia lo mostra nel modo più chiaro.” (pag. 170)
“ io penso che il peccato del mondo sia la cifra che interpreta al meglio la condizione originaria della libertà” (pag. 172)
Infine sul tema della salvezza, “la giustizia libera dalla morte ( proverbi 10,2 e 11, 4) non ci sono dubbi sulla salvezza dei giusti a qualunque religione o non religione appartengano e chi li avesse è meglio che se li faccia passare , perché altrimenti farebbe di Dio nientr’altro che il più raffinato dei carnefici, visto che la gran parte degli uomini finora apparsi sulla terra non ha avuto nulla a che fare col Cristianesimo storico” (pag 174)
Origine e immortalità dell’anima.
La morte come amica e parte della vita.
Il paradiso non come luogo fisico, ma come condizione dell’anima.
Un’ inferno che non è eterno. Il limbo e il valore della preghiera.
Insomma ce n’è da ubriacarsi in questo bel testo.
Riguardo la coscienza Mancuso concorda con il catechismo quando dice che “l’essere umano deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza” .
Ed è questa coscienza che mi chiede di riconoscere e trasportare anche in politica il rispetto per ogni persona, per ogni anima.
Ringrazio Mancuso per il coraggio del suo pensiero.
Un libro il suo, che è musica per le mie orecchie.
Mi auguro anche per quelle di tanti amici e amiche che vorranno gustarlo.
Ciao
Claudio
venerdì 12 settembre 2008
Help!! Adolescenti, protagonisti in campo con il GSO
Ciao a tutti, l’anno scorso ho allenato una squadra di calcio, ben 21 ragazzi, degli anni 1992-1993. Un gruppo vivace ma tenace.
Quella che alcuni definiscono l’età dell’oro, ossia l’adolescenza, richiede una fatica educativa che va oltre il semplice insegnare. Occorre molto più ascoltare. E non sempre ne sono stato capace. A fine anno sportivo gli impegni personali, professionali e politici che andavo assumendo mi hanno consigliato di lasciare la squadra. Questo ha causato scelte differenti anche da parte dei ragazzi, anche perché il 92 passava di categoria e il 93 rimaneve accogliendo il 94, quindi 7 ragazzi in su e 14 ragazi ad attendere. Alcuni hanno cambiato squadra, pochi si sono ripresentati anche quest’anno, parecchi non sanno che fare. Il gruppo 92 voglioso di ripresentarsi ai blocchi di partenza rimaneva spiazzato per mancanza di numero.
A questo punto non si poteva fingere di non vedere.
L’’esigenza di formare la squadra juniores 1991-1992-1993 ha sollecitato il mio ritorno come allenatore al GSO PAOLO VI.
Ci sono già una decina di ragazzi ma occorre partire almeno in 16-17 giocatori per l’inizio del campionato.
Vi chiedo di darmi una mano affinché altri ragazzi posano fare parte della squadra.
Passate parola, magari qualche ragazzo che conoscete o qualche figlio di un vostro amico/a ha voglia di giocare.
Date pure il mio cellulare a chi desidera ulteriori informazioni
335.6920669
Anche la squadra Allievi allenata da Livio è disponibile ad accogliere altri ragazzi del 1994-1993
La segreteria del GSO in via San Francesco 12 a Cernusco sul Naviglio è aperta tutti i sabati dalle ore 15 alle ore 18
Tel 02.92106989
Spesso il passa parola vale più di mille spot televisivi.
Grazie .
Ciao
Claudio
martedì 2 settembre 2008
L'anima, la politica e la televisione.
Ricordo il Pasolini , profeta dei nostri tempi, in queste pagine degli Scritti Corsari. Racconta della società dei consumi il cui verbo è proclamato dalla televisione che ha un duplice ruolo. Quello di omologazione dei costumi e quello di anestetico dell’anima. Ecco le parole di Pasolini.
“…………………………Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. …………………… L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la "tolleranza" della ideologia edonistica, voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana. Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazioni.Le strade, la motorizzazione ecc. hanno ormai strettamente unito la periferia al Centro, abolendo ogni distanza materiale. Ma la rivoluzione del sistema d’informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della televisione il Centro ha assimilato a sé l’intero paese, che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un'opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè, come dicevo, i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un "uomo che consuma", ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un edonismo neo-laico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane.
……………Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado di realizzarlo?
No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura……………………………La responsabilità della televisione in tutto questo è enorme. Non certe in quanto "mezzo tecnico", ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si fa concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. E attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere………………………………………….
[L'articolo era apparso sul "Corriere della Sera" il 9 dicembre 1973 con il titolo "Sfida ai dirigenti della televisione"
Risultato di tutto ciò è un Italia addomesticata. E qui riporto le chiare parole di Nadia Urbinati su Repubblica del 20 agosto.
"Questa Italia assomiglia a una grande caserma, docile, assuefatta, mansueta. Che si tratti di persone di destra o di sinistra, la musica non sembra purtroppo cambiare: addomesticati a pensare in un modo che sembra diventato naturale come l´aria che respiriamo. Come bambini siamo fatto oggetto della cura di chi ci amministra. E come bambini bene addomesticati diventiamo così mansueti da non sentire più il peso del potere. È come se, dopo anni di allenamento televisivo, siamo mutati nel temperamento e possiamo fare senza sforzo quello che, in condizione di spontanea libertà, sarebbe semplicemente un insopportabile giogo"
E l’anima che c’entra l’anima. L’anima c’entra sempre. È colei che ci protiamo dentro fino alla morte e anche dopo di essa.
Non rimane che scegliere se desiderare un’ anima vittima di questo giogo oppressivo o un’ anima libera.
Come? È questa la vera sfida della modernità. Di questa società liquida.
Liberare l’anima è il nostro destino. Lo auguro a me. Lo auguro anche a te navigatore su questo blog.
Ciao. Claudio
“…………………………Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. …………………… L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la "tolleranza" della ideologia edonistica, voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana. Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazioni.Le strade, la motorizzazione ecc. hanno ormai strettamente unito la periferia al Centro, abolendo ogni distanza materiale. Ma la rivoluzione del sistema d’informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della televisione il Centro ha assimilato a sé l’intero paese, che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un'opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè, come dicevo, i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un "uomo che consuma", ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un edonismo neo-laico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane.
……………Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado di realizzarlo?
No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura……………………………La responsabilità della televisione in tutto questo è enorme. Non certe in quanto "mezzo tecnico", ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si fa concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. E attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere………………………………………….
[L'articolo era apparso sul "Corriere della Sera" il 9 dicembre 1973 con il titolo "Sfida ai dirigenti della televisione"
Risultato di tutto ciò è un Italia addomesticata. E qui riporto le chiare parole di Nadia Urbinati su Repubblica del 20 agosto.
"Questa Italia assomiglia a una grande caserma, docile, assuefatta, mansueta. Che si tratti di persone di destra o di sinistra, la musica non sembra purtroppo cambiare: addomesticati a pensare in un modo che sembra diventato naturale come l´aria che respiriamo. Come bambini siamo fatto oggetto della cura di chi ci amministra. E come bambini bene addomesticati diventiamo così mansueti da non sentire più il peso del potere. È come se, dopo anni di allenamento televisivo, siamo mutati nel temperamento e possiamo fare senza sforzo quello che, in condizione di spontanea libertà, sarebbe semplicemente un insopportabile giogo"
E l’anima che c’entra l’anima. L’anima c’entra sempre. È colei che ci protiamo dentro fino alla morte e anche dopo di essa.
Non rimane che scegliere se desiderare un’ anima vittima di questo giogo oppressivo o un’ anima libera.
Come? È questa la vera sfida della modernità. Di questa società liquida.
Liberare l’anima è il nostro destino. Lo auguro a me. Lo auguro anche a te navigatore su questo blog.
Ciao. Claudio