domenica 17 febbraio 2008

La bellezza di una vita di coppia; ma non tutte le coppie sono uguali davanti alla legge.

Cammino per strada e incontro una Persona.
Mi piace, mi attrae fisicamente ed emotivamente. Ci parlo, me ne innamoro.
Liberamente e responsabilmente, senza costrizione alcuna se non quella del proprio cuore, condividiamo la scelta di vivere insieme in reciproco affetto scaturito da un amore che non sai da dove venga, ma sai dove và.
Scegliamo una casa, un tetto, vogliamo costruire una storia in comune.
Allora siamo coppia, ci dichiariamo liberamente e responsabilmente, ci vogliamo bene, ci prestiamo reciproco affetto, creiamo le basi per una storia comune, esclusiva e irripetibile.
E siamo felici, perché anche il mondo ci riconosce, e lo fa garantendoci alcuni diritti fatti sono per noi.
E che diritti!
Diritti costituzionali come l’Art. 29. che recita così “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.”
Bene, ci presentiamo in Comune, la casa di tutti i cittadini, per ricevere questi diritti, ma ci dicono cortesemente che non possiamo usufruirne.
Non ne comprendiamo il perché. Eppure è chiaro, ne abbiamo diritto.
Siamo una coppia, scegliamo di vivere insieme, ci dichiariamo allo stato e al mondo intero perché tutti ci riconoscano, riconoscano il nostro amore.
Allora perché questa discriminazione?
Ricordiamo all’addetta dello stato civile l’art 3 della Costituzione Italiana “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
In comune ci dicono che è vero, siamo una coppia, vogliamo vivere insieme, vogliamo prestarci affetto e mutua assistenza, vogliamo creare una storia in comune.
Ma nulla, non possiamo godere dei diritti-doveri delle altre coppie che come noi si presentano in comune per il riconoscimento.
Perché?! Gridiamo a gran voce. Perché?!
Semplice dice l’ufficiale, vi chiamate Paolo e Claudio, siete due uomini.
Ah! E' vero siamo due uomini, ma siamo soprattutto due Persone.
Sono tantissime le storie che si infrangono davanti a una legge vecchia e discriminatoria. Oggi grazie a tanti che osano dichiararsi pubblicamente è venuto il tempo di aggiornare quella legge che contraddice l’articolo 3 della Costituzione creando una gravissima discriminazione su base sessuale.
Riprendo una frase di Pier Paolo Pasolini, negli Scritti corsari: “E’ significativo che Hitler abbia mandato nei campi di concentramento tre categorie di minoritari col fine di sterminarli, con la stessa motivazione di salvaguardia della difesa della razza: gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali ( gli omosessuali distinti da un triangolo rosa, erano oggetto di trattamenti abominevoli. Sono tuttavia i soli a non aver mai ottenuto dopo la guerra il diritto a un indennizzo). Anzi possiamo aggiungere, sono gli unici per cui le cose sono sostanzialmente continuate come prima, senza il minimo accenno a qualsiasi forma di riabilitazione.”
Anche oggi le cose sono come prima, nulla è cambiato, la legge è rimasta ferma mentre la società è cambiata.
Nel 2008 nello stato Italiano come nella città di Cernusco gli omosessuali sono discriminati, le coppie omosessuali sono trattate come cittadini di serie B, con minori diritti civili, con minori diritti umani.
Ma ricordiamoci bene l’art 3………. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana………….
A quante Persone oggi, viene negato nel nostro paese, il pieno sviluppo della Personalità? Sono tante, forse troppe.
Anche io che vivo la vita di coppia “ricosciuta” dalla legge, so quanto sia importante che ogni Persona scelta la vita di coppia, al di la del sesso e della condizione sociale, possa avere riconosciuti gli stessi diritti e doveri, possa essere pienamente cittadino e cittadina, dove la cittadinanza è il riconoscimento politico dei diritti umani.
Spero che quella che non so definire altro che gratuita cattiveria cessi quanto prima, se non nell’animo delle Persone, intaccate a volte da ipocrisia e conformismo, almeno nella legge dello Stato.
Credere nei propri Valori, significa porre le basi perché coloro che hanno Valori differenti possano esprimerli e viverli, così da coltivare insieme la convivenza delle differenze.

A presto
Claudio

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