martedì 21 ottobre 2008

Unici e originali senza l'ipocrisia della chirurgia estetica


Comlimenti a Monica Guerritore per le parole con cui ha salutato la sentenza vinta nella causa che le ha dato ragione contro contro Panorama che due anni fa aveva associato la sua bellezza alla chirurgia estetica.

Comprendo quelle persone chi si spaventano del tempo che segna il corpo e il viso e cercano un rimedio estetico.
Il dolce scorrere del tempo va cercato nelle pieghe del nostro corpo e del nostro viso, mentre levigare il nostro corpo rischia di non riconoscere il naturale scorrere delle vita.

Godere delle rughe e delle pieghe del nostro corpo, in questa società dei consumi dove il vuoto dell'anima viene riempito dall'abbaglio di uno sterile estetismo passeggero, è segno di bellezza e di maturità.

Riporto le parole di Monica perchè degne di essere scolpite nella pietra.

"Ho due figlie, ho vissuto i miei 20 anni, i miei 30, i miei 40. Voglio vivere i 50, i 60 e quello che ci sarà essendo me stessa, dando la mia verità ossia la corrispondenza tra quello che sono e la mia proiezione nel sociale. Esigo che questa mia verità, questa coerenza venga rispettata. Rivendico la mia libertà ad essere come sono, scegliendo di non ricorrere alla chirurgia estetica per soddisfare la moda che vuole le donne tutte schiave, replicanti di un ideale di bellezza impossibile da raggiungere".

Dice l'attrice che non tornerà indietro, non ci ripenserà magari tirando su uno zigomo o riducendo le rughe, approfittando del risarcimento dei danni ottenuto, "e spero che altre persone con me si vogliano liberare da questa che è un'imposizione assurda e che fa fare alle donne dei grandi passi indietro. E non solo a loro, perché la chirurgia estetica si sta facendo largo anche tra gli uomini e trovo assurdo che tutti pensiamo ad essere più belli secondo immagini imposte dal mondo della comunicazione per il quale non saremo mai veramente all'altezza anche se rifatti da capo a piedi. Siamo bombardati, non sono la prima a dirlo, di ideali estetici che ci arrivano da tutte le parti e in maniera anche molto subdola e ci costringono senza rendercene conto. Dai replicanti estetici ai replicanti del pensiero il passo, temo, è breve".

Difesa dall'avvocato Felice D'Alfonso Del Sordo, la Guerritore ha vinto con questo causa il primo caso giudiziario che afferma tale principio a tutela del diritto della personalità femminile in tema di chirurgia estetica. "Voglio essere unica, tutti dovremmo avere la forza - dice Monica Guerritore - di rivendicare questa unicità e vederci riconosciuti dagli altri questa originalità. Ho visto donne devastate dalla chirurgia estetica e ancora infelici e donne con i segni del tempo estremamente affascinanti". C'é poi un altro aspetto che riguarda la Guerritore come personaggio pubblico, "questa sentenza va anche contro l'invadenza dei media. Viviamo un a società dell'immagine dove spesso dentro c'é poco e molto più invece è intrattenimento. Posso scegliere di non essere come dentro un reality e fare il mio lavoro? Spero che questa sentenza apra la strada anche tra i giornali affinché facciano più attenzione e rispettino di più le persone".

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