Sul perchè la gerarchia è stata dura con il papà di Eluana mentre riprendeva in seno i tradizionalisti anticonciliari (con il vescovo negazionista Williamson) riporto un pensiero dell'amico Giovanni Colombo che condivido.
Benedetto XVI ha come primo, ossessivo obiettivo del suo pontificato il ripristino del principio di Autorità. L'uomo moderno deve tornare a obbedire alla Chiesa. Per questo vanno bene i lefevriani: sono sì fratelli che sbagliano ma sono orientati nel senso giusto, credono prima di tutto nell'Autorità come dimensione essenziale della vita religiosa organizzata. Per questo non va bene Peppino Englaro: non è ammissibile che siano degli uomini, dei semplici uomini - un papà, una mamma, dei giudici - a decidere autonomamente sui confini della vita e della morte. Prima viene la sottomissione all'Autorità e poi dopo, solo dopo, possono seguire il riconoscimento della verità (i forni di Auschwitz) e la pratica della carità (l'interruzione dell'accanimento terapeutico).
Ecco perchè questa gerarchia mal sopporta i "cattolici adulti" e preferisce gli atei devoti.
Scriveva Botero, protetto e incoraggiato da Carlo Borromeo: “ Tra tutte le leggi non ve n’è più favorevole a Principi, che la Cristiana; perché questa sottomette loro, non solamente i corpi, e la facoltà de’sudditi, dove conviene, ma gli animi ancora, e le conscienze; e lega non solamente le mani, ma gli affetti ancora, e i pensieri”.
Mentre Cristo ha liberato la persona certa gerarchia ecclesiale la vuole gestire sottomettendone l'animo.
Non è questo il tempo del Regno dei cieli.
E' il tempo della compagnia, dove credenti e non credenti possono camminare insieme senza imporre gli uni agli altri la propria fede.
Per quanto riguarda Eluana e il testamento biologico ho letto e apprezzato l'articolo del teologo Vito Mancuso apparso oggi su Repubblica. Ne consiglio la lettura.
Notte
Claudio
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