Parlando sempre di politica e del mio modo di fare politica, ritengo che non basti "giocare" nella squadra che si ritienga migliore, per riferimenti ideali, per fare cose buone.
Lo schieramento "giusto" non mette al riparo dal fare errori.
Essendo la politica l'arte del possibile e non dell' infallibile, occorre dare sempre ragione delle scelte che si compiono senza ripararsi dietro il voi avete fatto peggio o noi siamo diversi.
Si è diversi quando si gioca la partita guardando il pallone e non le maglie delle squadre in campo.
In politica una cosa vale non per chi la propone ma per le ragioni che la sostengono.
Valore aggiunto di un modo nuovo di fare politica, contro la solita politica dei politicanti, potrebbe essere quel condividere le scelte e i relativi percorsi fin dall'inizio.
Questo modalità di agire permette di valorizzare i contributi e di migliorare la chiarezza delle proprie motivazioni.
Altrimenti la partecipazione rischia di suonare solo come una bella parola.
Credo che le scelte importanti per la città abbiamo bisogno della ricchezza dei contributi non solo dei componenti dello schieramento vincente, ma anche delle componenti opposte.
Calcisticamente parlando una bella partita si gioca con due squadre.
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