La discussione su scuola e tagli mi porta a pensare, oltre la questione della ripartizione dei contributi e dei tagli, al sistema educativo.
In questi giorni ho partecipato alla presentazione della scuola Steineriana, indubbiamente la più predisposta all'espressione e alla valorizzazione delle qualità dei bambini ed oggi scopro navigando navigando il progetto Sat Educazione di Claudio Naranjo di cui condivido la presentazione del libro "Cambiare l'educazione per cambiare il mondo".
Questo libro – scrive Naranjo nella prefazione – riflette la mia presa di coscienza della tragica realtà dell’educazione, che è per la maggior parte una forma di addomesticamento forzato alla cultura del ‘patriarcato, cioè agli usi e costumi della società cosiddetta ‘civile’. Il mio desiderio è che un giorno i responsabili della politica dell’educazione possano giungere a collocare l’educazione degli esseri umani al di sopra della loro robotizzazione, che possano capire come dal trascendere la visione patriarcale dipenda la nostra stessa sopravvivenza. […]
La preoccupazione di come stabilire tagli e contributi non può esimersi dalla valutazione dei sistemi educativi in essere.
Non esiste peggiore preoccupazione se non quella di creare già dall'infanzia dei piccoli ometti e piccole donnine pronte, seguendo una precisa liturgia, ad entrare nel balletto della nostra società civile e cristiana.
E allora maggiori risorse dovrebbero andare, non a chi non progetta l'infanzia, ma a chi lascia che l'infanzia si esprima.
Ricordiamo che Edu-cere significa lasciare uscire e non mettere dentro, come un fiore che sboccia da un germoglio che ha già in sè le potenzialità di divenire il bel fiore.
Educare dopotutto è facile, bastano solo ascolto profondo e parole amorevoli.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina