lunedì 9 giugno 2008

Piazza del dissenso


Finalmente un sano dissenso. Cosa frulla nella testa di Veltroni and company per stare al gioco delle parti senza più urlare lo scandalo della politica di berlusconi e del suo stesso essere un politico? Ricevo con piacere l'iniziativa di Micromega di costruire un blog sul dissenso. Mentre l'opposizione nicchia, non rimane che la società civile a resistere e a costruire una cultura della giustizia e del rispetto delle regole. Segnalo il nuovo blog di micromega Piazza del dissenso al link http://temi.repubblica.it/micromega-online/piazza-del-dissenso/ ringraziando coloro che in parlamento fanno una vera opposizione.

Sottoscrivo il pezzo di Furio Colombo, scritto su Piazza del dissenso, che riporto di seguito.

Con i Rom, contro la xenofobia del “Pacchetto sicurezza”di Furio Colombo

Torno adesso dal corteo dei Rom organizzato dal Rom Santino Spinelli, professore di “cultura romana” (è la definizione scientifica) all’Università di Trieste. E’ stato un corteo grande, allegro, pieno di adolescenti e bambini. Guardandoli mentre cantavano (e le ragazzine ballavano al suono di un’orchestra tipo “Train de vie”) ho pensato: sono la stessa gente, gli stessi bambini che vengono svegliati nel cuore della notte e cacciati dalle loro roulotte e baracche e prefabbricati, mentre le ruspe distruggono tutto e la gente del vicinato - dicono - applaude. Certo i bambini di Ponticelli hanno scritto nei loro temi che è bene bruciare le case “di quella gente”.
Mi hanno chiesto, in alcune interviste, perché ero lì (oltre a Rita Bernardini ero il solo parlamentare). Ho risposto: “Per non vergognarmi, domani, di non aver detto subito no al delirio leghista che adesso si esprime nel “Decreto Maroni” e nel così detto “Pacchetto sicurezza” di cui tutto va rifiutato.”
Tutti, i Rom e un po’ di sinistra insieme a far festa con alcuni amici ebrei, nel centro di Roma. Qualche volta il vetero-nazismo dei leghisti e del loro patron-finanziatore ottiene risultati opposti ai loro progetto xenofobi.

In pochi giorni si sono accumulate ragioni gravi per dire no a ogni collaborazione con il governo Bossi-Berlusconi.
Il” pacchetto sicurezza” va affrontato nel suo insieme. Ogni tentativo di emendamento e di miglioramento gioca a favore della parte peggiore e più inaccettabile dei programmi di governo Pdl.
Perché:
1) Nel “pacchetto sicurezza” c’è il “reato di clandestinità”. Di esso ha scritto il New York Times (editoriale, 4 giugno): “Attribuire la condizione di clandestinità come identità a un immigrato è un abuso morale che non può essere perdonato”.
2) Il “pacchetto” comprende il sequestro delle case che ospitano clandestini. Notare che la sola esistenza di questa norma rende possibile la cacciata arbitraria di famiglie fino ad ora sfruttate da affitti disonesti, che stanno lavorando, con i bambini a scuola, e che restano nell’indegnità del marciapiede prima di affrontare il perverso percorso legale che li aspetta.
3) Tutta la visione che ispira il “pacchetto sicurezza” autorizza a persecuzioni, crudeltà e cacciate preventive, come già sta avvenendo a Roma, a Milano, a Venezia.
4) Comprende la criminalizzazione arbitraria dei Rom, creando per l’Italia una irrecuperabile immagine di paleo-nazismo, ovvero condizioni morali, psicologiche e di comportamento dei giorni in Weimar, prima del nazismo.

9 giugno 2008

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