Ecco l'intervista fattami da Angelo Frigerio per Il Punto sul numero di Aprile
Proseguiamo il nostro dibattito sul PGT, intervistando Claudio Gargantini,
ex membro del Pd cernuschese, oggi Consigliere Comunale Indipendente.
Partiamo da un giudizio generale sul PGT...
“Occorre definire quali sono oggi i valori di riferimento di cui Cernusco avrebbe bisogno.
Occorre coniugare la difesa delle margherite con lo sviluppo e il progresso
della città.
Su sviluppo e progresso si sono perse parecchie occasioni e il giudizio
sul PGT della Giunta Cominicni non può essere positivo”.
Tra i meriti del Piano, è stato sottolineato il contenimento
del consumo di suolo…
“Non proprio. Nel documento della VAS viene sottolineato come ci sia stata
una diminuzione delle aree agricole. Inoltre essendo la sostenibilità tema che si
presta a diverse interpretazioni, le trasformazioni previste dal PGT, non essendo
esterne al tessuto urbano consolidato, non vengono formalmente considerate
come consumi di suolo, ma lo sono ‘de facto’.
Quindi il consumo di suolo c’è stato e c’è stata anche la diminuzione delle aree agricole.
Ecco perché era ed è ancor più importante lavorare sulle trasformazioni di aree già
edificate e dismesse come la Garzanti e la ex Svar”.
Tra le cose negative del PGT, il non aver affrontato i grandi nodi dello sviluppo di Cernusco (la mobilità, la ex Garzanti)...
“La questione Garzanti meritava, proprio perché, come ho già detto, non portava
consumo di suolo, una maggior attenzione. E se a ciò aggiungiamo la mia proposta
di chiedere all’operatore, dietro il rifacimento del progetto Garzanti, la ristrutturazione della Villa Alari per una destinazione pubblica,
il giudizio sul PGT riguardo questo punto non può essere che negativo.
Altra occasione storica mancata, che ricadrà sul mancato sviluppo della città, è
il mancato spostamento dell’Ipsia che avrebbe creato un potenziamento
del polo scolastico sportivo di Via Buonarroti-Masaccio e un allargamento
dell’isola pedonaleda Villa Alari alla stazione della metropolitana con inserito
il naviglio della martesana, grazie alla strada che sarebbe passata su quell’area,
alleggerendo di fatto il traffico interno che, non potendo più entrare in Via
Cavour, sarebbe rimasto esterno sulla Padana e su Via Mazzini.
Senza dimenticare che una maggior capacità di trattativa e di ‘problem solving’
avrebbe portato sempre nel polo scolastico-sportivo la Facoltà di Scienze Motorie
con tutte le opportunità - formative e commerciali - per la città che ne sarebbero
seguite.
Rimangono incomprensibili anche il mancato scambio di aree che avrebbe
portato al Comune il verde lungo il naviglio in zona Villa Fiorita, il retino in
Via Pasubio-Verdi che mischia residenziale a commerciale e locali pubblici, le
costruzioni sul verde di lottizzazione in zona nord e la mancata trasformazione del
Centro Tessile che, essendo sulla Padana, non avrebbe inciso sul traffico cittadino
e avrebbe finalmente dato ai Cernuschesi l’utilizzo di quegli spazi”.
Cosa pensi della polemica sulle villette e sulla loro espansione, con i
vincoli imposti dal Piano ai piccoli proprietari?
“Indubbiamente vedere sorgere palazzi al posto delle villette, se da una parte concede ai propietari un’occasione di sistemazione dei propri famigliari, dall’altra
parte provoca uno stravolgimento del quartiere. Ma nulla è eterno nella vita, figuriamoci in urbanistica: quindi non mi sarei fasciato troppo la testa, se le opportunità del passato fossero rimaste”.
Come giudica la situazione politica in vista delle Comunali: ha già qualche
idea su come muoversi?
“Spero in una competizione vera, vivacizzata non solo dagli schieramenti nazionali, ma anche da qualche proposta civica che, come per l’esperienza della lista
dei giovani di Carugate alle imminenti Amministrative (Pro Carugate con candidato
sindaco Maggioni, ndr), vada oltre le ideologie e il gioco delle parti.
Mi piacerebbe veder nascere a Cernusco, come in Italia, una democrazia della qualità
più che della quantità.
Per quanto mi riguarda potrei impegnarmi in questa direzione per un progetto
che metta al primo posto il bene pubblico e non gli interessi
di partito e di relativo consenso.
Troppa energia viene spesa nella preoccupazione del consenso, dimenticandosi
che chi governa non gestisce un azienda privata, ma la casa comune,
anche di quelli che non l’hanno votato e che non hanno votato nessuno.
Vediamo se ci sono altri cittadini che sono pronti a impegnarsi in questo modo
di intendere la politica: allora deciderò anch’io il mio futuro”
Come più volte denunciato da Sergio Pozzi, che fine ha fatto il PGT di Cernusco?
RispondiEliminaForse era l'occasione buona quella dell'intervista per chiederlo pubblicamente a questa Giunta, che risponde solo alle cose che interessa loro.