Stamani passeggiando per il centro del paese con la famiglia, godendo del clima di festa e relax, ho pensato a tutti coloro che oggi lavorano.
Ai miei ex colleghi del 12, dove anche io ho provato a passare il mio ultimo giorno dell' anno in servizio, a coloro che oggi cucinano affichè gli altri possano divertirsi, a coloro che garantiscono la sicurezza per le strade e la corrente elettrica, ma soprattutto a coloro che oggi e domani garantiscono la pulizia nelle nostre case, uffici e strade.
In questa società dei consumi, dove certa è solo la spazzatura, all'apice della società dovrebbero esserci loro.
Donne e uomini, spesso stranieri, che dopo il loro lavoro vorremmo sparissero dalla vista dei nostri occhi quasi per nascondere i nostri peccati.
Per non dimenticare l'esercito di bandanti, tutte straniere, donne che lasciano a casa la famiglia per accudire i nostri vecchi, sempre in bilico tra permessi di soggiorno e sanatorie, quasi non fossero splendide persone da esaltare, ma solo schiave dedite a coprire le nostre omissioni.
E' alquando impossibile trovare un genitore che alla domanda cosa vuoi che tuo figlio faccia da grande, risponda: l'uomo o la donna delle pulizie
. Oppure il badante per i nostri vecchi.
Ma senza di loro staremmo tutti ancor peggio che a Napoli.
Oppure resteremo soli in attesa di un passato che non c'è più.
E invece è grazie a questi angeli che noi oggi possiamo crederci persone pulite.
Purtroppo siamo un popolo non solo senza storia, ma anche senza vergogna.
Auguri di buon anno allora, sperando che la nostra società, che ognuno di noi, possa diventare in questo 2011 solamente un pò più umano.
Un pò più persona.
venerdì 31 dicembre 2010
venerdì 24 dicembre 2010
In questo tempo di festa
In questo tempo di festa cristiana, un tempo festa pagana, diventata dagli anni 70 anche la festa del consumismo, il mio augurio a te, che passi a trovarmi su Persona e Città, sia che in questi giorni tu possa ritagliarti un tempo importante per andare dove ti porta il cuore.
Un abbraccio
Claudio
Un abbraccio
Claudio
mercoledì 22 dicembre 2010
Assemblea pubblica sulla scuola
Nel consiglio comunale aperto sulla scuola parecchi genitori avevano richiesto un'assemblea pubblica.
La richiesta è stata protocollata in data 24 novembre ma ad oggi ancora nessuna risposta dal Sindaco e dall'Assessore all'Istruzione Magistrelli.
Il 29 novembre il consigliere della Lega Rocchi durante il dibattito sul Piano al Diritto allo Studio in consiglio comunale, presenti alcuni genitori, chiese al Sindaco di rispondere alla richiesta.
Purtroppo né lui né l'Assessore erano ancora a conoscenza della lettera.
Ieri sera ho chiesto di fare un regalo di natale a questi genitori fissando la data, ma nulla ancora.
Penso che come politici dobbiamo essere orgogliosi di tanta attenzione da parte dei genitori sul tema della scuola e come abbiamo saputo spingere per avere il consiglio comunale aperto dobbiamo garantire che questa richiesta venga esaudita.
Nessuno deve aver paura di confrontarsi sul futuro dei nostri figli.
Nessuno metta per cortesia la ricerca del consenso davanti al confronto.
Chiedo che sia, tra i tanti, il capogruppo del Partito Democratico Marco Erba, ad adoperarsi in tal senso, come ha saputo ben fare per perorare la causa del consiglio comunale aperto.
Grazie a tutti dell'attenzione.
Claudio Gargantini
Genitore, cittadino, consigliere.
La richiesta è stata protocollata in data 24 novembre ma ad oggi ancora nessuna risposta dal Sindaco e dall'Assessore all'Istruzione Magistrelli.
Il 29 novembre il consigliere della Lega Rocchi durante il dibattito sul Piano al Diritto allo Studio in consiglio comunale, presenti alcuni genitori, chiese al Sindaco di rispondere alla richiesta.
Purtroppo né lui né l'Assessore erano ancora a conoscenza della lettera.
Ieri sera ho chiesto di fare un regalo di natale a questi genitori fissando la data, ma nulla ancora.
Penso che come politici dobbiamo essere orgogliosi di tanta attenzione da parte dei genitori sul tema della scuola e come abbiamo saputo spingere per avere il consiglio comunale aperto dobbiamo garantire che questa richiesta venga esaudita.
Nessuno deve aver paura di confrontarsi sul futuro dei nostri figli.
Nessuno metta per cortesia la ricerca del consenso davanti al confronto.
Chiedo che sia, tra i tanti, il capogruppo del Partito Democratico Marco Erba, ad adoperarsi in tal senso, come ha saputo ben fare per perorare la causa del consiglio comunale aperto.
Grazie a tutti dell'attenzione.
Claudio Gargantini
Genitore, cittadino, consigliere.
Novità su Via San Francesco
Ne avevo parlato qui.
Ieri sera ne ho parlato nel mio intervento sul bilancio in consiglio comunale, senza ricevere risposta.
Oggi leggo nel comunicato stampa dell'Amministrazione che Via San Francesco è tra le opere del 2011.
E' una scelta coerente con la riqualificazione dell'area (PII Lanar)in tutti i suoi aspetti.
Passiamo le feste e verificheremo insieme qual'è il progetto e quali i suoi sviluppi.
Per ora buone feste caro Assessore.
Ieri sera ne ho parlato nel mio intervento sul bilancio in consiglio comunale, senza ricevere risposta.
Oggi leggo nel comunicato stampa dell'Amministrazione che Via San Francesco è tra le opere del 2011.
E' una scelta coerente con la riqualificazione dell'area (PII Lanar)in tutti i suoi aspetti.
Passiamo le feste e verificheremo insieme qual'è il progetto e quali i suoi sviluppi.
Per ora buone feste caro Assessore.
martedì 21 dicembre 2010
Ciao Enzo
Sono poche le persone che mi hanno fatto vibrare nel calcio.
Dopo Scirea, ecco un altro grande uomo che ha saputo vivere degnamente lo sport.
Grazie di ciò che sei stato, Enzo.
Ora raggiungi Gaetano ad allentare insieme le anime dei campioni di tutti i tempi che solcano il campo dell'infinito.
Un tuo fans
il Garga
venerdì 17 dicembre 2010
Via San Francesco. L'Assessore Rosci spegne le illusioni di riqualificazione della strada.
Il progetto della Padana che nel 2009 ha creato nuove rotatorie eliminando dal marzo 2009 la possibilità di svoltare a sinistra per accedere in Viale Assunta per chi sud ovest.
Con l’eliminazione della svolta a sinistra, in assenza di opportuni interventi, tutto il traffico proveniente da MIlano e Pioltello con destinazione Viale Assunta, Via Diaz con relative vie limitrofe, centro storico e via Cavour, è stato di fatto convogliato su Via San Francesco.
I risultati li vediamo tutti i giorni, soprattutto nelle code serali che partono dalla rotonda di via Leonardo da Vinci fino all’imbocco della Via San Francesco su Viale Assunta.
Tra poco il traffico aumenterà grazie alle automobili dei nuovi residenti del comparto Lanar.
L’aumento di traffico è più frequente nelle fasce orarie di maggior passaggio degli “utenti deboli” quali sono i ragazzi che frequentano l’oratorio Paolo VI.
L’asfaltatura è quella che è.
Dalla parte dell’oratorio in caso di pioggia le pozze sono abbondanti e farsi lavare dalle macchine è inevitabile.
La strada non ha per un lungo pezzo i marciapiedi obbligando i residenti a sbucare dalle case direttamente in mezzo alla strada.
Le nuove scelte viabilistiche avrebbero meritato un progetto globale che avrebbe dovuto comprendere oltre che le rotatorie sulla padana e il rifacimento del parcheggio di via San Francesco, anche la riqualificazione della via.
Preoccupati della nuova vocazione della strada, i residenti nell'aprile 2009, avevano chiesto un incontro pubblico al Sindaco e all'Assessore ai Lavori Pubblici Rosci che si era tenuto nel salone dell’oratorio Paolo VI il 15 dello stesso mese.
In quella serata l’Assessore Rosci aveva promesso la realizzazione del marciapiede mancante e di valutare come definire la viabilità della via.
A che punto siamo?
Nella commissione bilancio del 2 dicembre 2010 a fronte di una mia precisa domanda sui lavori previsti per la via San Francesco , l’Assessore Rosci candidamente dichiarava che non sono previsti lavori sulla via in questa legislatura amministrativa.
Quindi, niente marciapiedi e niente riqualificazione della strada fino a tutto il 2012.
Starà ai prossimi amministratori vedere se e cosa fare.
Devo rilevare che in questo caso, non solo non sono state mantenute le promesse, ma si è lasciato a metà la sistemazione di un area come quella indicata.
Tutti i cittadini meritano attenzione e tutte le strade devono essere riqualificate se necessario, ma nella scala delle priorità una strada come Via San Francesco, che ha subito una trasformazione in peggio come nessun’altra, meritava più attenzione.
Rilevo che se da una parte vediamo realizzazioni importanti e costose, come per esempio via Milano e via Monza oltre alla nuova via Manzoni fronte scuola, o a rifacimenti di realizzazioni eseguite pochi anni orsono come la rotonda di via Verdi-Videmari, per non dire degli obbrobri come il parcheggio a due piani di via Cavour che rovina la vista della Villa Alari e del lungo naviglio, dall’altra ci sono assenze totali, come nel caso di via San Francesco.
A questo punto il mio giudizio non può che essere negativo.
Giudizio aggravato dal fatto che parte dei soldi che entreranno nelle casse comunali a seguito degli oneri di urbanizzazione del PII Lanar verranno utilizzati per riqualificare vie di altre zone della città.
Chiediamo all’Assessore di mantenere fede alle promesse fatte e mettere mano alla riqualificazione di Via San Francesco già a partire dal 2011.
A questo proposito sono intenzionato, oltre a informare i residente della zona delle scelte previste, a proporre una raccolta di firme per dare voce a questi cittadini trascurati.
Claudio Gargantini
Consigliere comunale indipendente.
Chiarimento sul Presepe
I primi commenti sul mio post riguardante il presepe in piazza a Cernusco richiedono un chiarimento che pensavo, nel 2010, fosse stato assunto da tutti.
Ciò che contesto non è la valorizzazione del cristianesimo e del pluralismo religioso, anzi, proprio nell’intervista a infolio di oggi dico che sarebbe stato meglio dare un contributo alla manifestazione dei presepi a Santa Maria, ma contesto , che sia stata la municipalità , che per sua definizione è di tutti e non della maggior parte o di qualche parte, a farsi promotrice di manifestazioni religiose (qual’e’ l’esposizione di un presepe che ha un suo valore di fede prima che culturale) per due motivi precisi:
1.perché non è di sua competenza
2.per rispettare il sacro che ha al suo interno le proprie dinamiche di proposizione.
Sottolineo inoltre che un simbolo religioso “rubato” perde il suo valore.
Per concludere
Se il presepe in piazza Gavazzi fosse stato proposto dalla parrocchia o da un associazione e avesse trovato il contributo (da discutere nell'entità) dell’Amministrazione sarebbe stato ok!
Un evento religioso, qual'è l'esposizione del presepe, proposto direttamente dall' Amministrazione non è ok!
La linea è sottile lo so.
Io la riconosco proprio grazie alla mia esperienza cristiana.
Un abbraccio
Buone feste a tutti voi
Claudio
Ciò che contesto non è la valorizzazione del cristianesimo e del pluralismo religioso, anzi, proprio nell’intervista a infolio di oggi dico che sarebbe stato meglio dare un contributo alla manifestazione dei presepi a Santa Maria, ma contesto , che sia stata la municipalità , che per sua definizione è di tutti e non della maggior parte o di qualche parte, a farsi promotrice di manifestazioni religiose (qual’e’ l’esposizione di un presepe che ha un suo valore di fede prima che culturale) per due motivi precisi:
1.perché non è di sua competenza
2.per rispettare il sacro che ha al suo interno le proprie dinamiche di proposizione.
Sottolineo inoltre che un simbolo religioso “rubato” perde il suo valore.
Per concludere
Se il presepe in piazza Gavazzi fosse stato proposto dalla parrocchia o da un associazione e avesse trovato il contributo (da discutere nell'entità) dell’Amministrazione sarebbe stato ok!
Un evento religioso, qual'è l'esposizione del presepe, proposto direttamente dall' Amministrazione non è ok!
La linea è sottile lo so.
Io la riconosco proprio grazie alla mia esperienza cristiana.
Un abbraccio
Buone feste a tutti voi
Claudio
giovedì 16 dicembre 2010
Ma quanto costa 'o presepe?!
In piazza Gavazzi a Cernusco s/n è presente un presepe realizzato dagli artigiani scultori della Val Gardena.
Essendo tempo di crisi finanziaria per i comuni, ho chiesto al Sindaco nel consiglio comunale del 29 novembre quanto costasse alle casse comunali l'operazione presepe.
La risposta del Sindaco è stata: "9.000 euro".
Purtroppo non è cosi.
La determina di spesa pubblicata sul sito comunale parla chiaro.
22.200 euro per il natale 2010 e 2011 più la custodia dello stesso in uno spazio comunale per tutto l'anno 2011 a nostre spese, senza dimenticare i costi per gli allacciamenti elettrici, altri 2.916 euro che comprendono anche l'allacciamento della pista di pattinaggio.
Mi sarei aspettato dal sindaco una risposta più completa e realistica, che dicesse tutto, ma così non è stato.
La cifra è importante, in particolar modo oggi se si pensa che i continui tagli del governo, chiedono ai comuni maggior oculatezza nelle scelte di spesa.
Sappiamo tutti che quei soldi sarebbero stati più utili in tanti altri ambiti a partire dalla scuola pubblica, visti i tagli effettuati anche da questa amministrazione( ne sarebbe stata felice, ne sono sicuro, anche la "sacra famiglia"!!)
Ma altre considerazioni nascono da questa scelta e da questa spesa.
E' corretto, ieri come oggi, segnare il territorio con simboli religiosi, che se importanti e condivisi da tanti non rappresentano il sentire di tutti, quasi che il luogo pubblico sia un continuum del sacro?
Secondo me no.
Penso che anche un politico di fede cristiana ( e qui i cattolici possono imparare dai fratelli valdesi che sulla laicità hanno certamente una marcia in più) possa garantire quell' equilibrio tra sacro e pubblico che valorizzi i due ambiti e ne rispetti i confini.
Restiamo in attesa della sua venuta.
E comunque più di 23.000 euro di spesa sono troppi anche per un presepe.
Essendo tempo di crisi finanziaria per i comuni, ho chiesto al Sindaco nel consiglio comunale del 29 novembre quanto costasse alle casse comunali l'operazione presepe.
La risposta del Sindaco è stata: "9.000 euro".
Purtroppo non è cosi.
La determina di spesa pubblicata sul sito comunale parla chiaro.
22.200 euro per il natale 2010 e 2011 più la custodia dello stesso in uno spazio comunale per tutto l'anno 2011 a nostre spese, senza dimenticare i costi per gli allacciamenti elettrici, altri 2.916 euro che comprendono anche l'allacciamento della pista di pattinaggio.
Mi sarei aspettato dal sindaco una risposta più completa e realistica, che dicesse tutto, ma così non è stato.
La cifra è importante, in particolar modo oggi se si pensa che i continui tagli del governo, chiedono ai comuni maggior oculatezza nelle scelte di spesa.
Sappiamo tutti che quei soldi sarebbero stati più utili in tanti altri ambiti a partire dalla scuola pubblica, visti i tagli effettuati anche da questa amministrazione( ne sarebbe stata felice, ne sono sicuro, anche la "sacra famiglia"!!)
Ma altre considerazioni nascono da questa scelta e da questa spesa.
E' corretto, ieri come oggi, segnare il territorio con simboli religiosi, che se importanti e condivisi da tanti non rappresentano il sentire di tutti, quasi che il luogo pubblico sia un continuum del sacro?
Secondo me no.
Penso che anche un politico di fede cristiana ( e qui i cattolici possono imparare dai fratelli valdesi che sulla laicità hanno certamente una marcia in più) possa garantire quell' equilibrio tra sacro e pubblico che valorizzi i due ambiti e ne rispetti i confini.
Restiamo in attesa della sua venuta.
E comunque più di 23.000 euro di spesa sono troppi anche per un presepe.
lunedì 13 dicembre 2010
mercoledì 8 dicembre 2010
Che fine hanno fatto le Consulte a Cernusco
Tempo di bilancio e quindi di pareri da parte delle 3 Consulte, sport, cultura e sociale formatesi da circa 2 anni a Cernusco.
Le Consulte sono nate non solo per rispettare un impegno elettorale ma soprattutto perchè politica e associazioni sono convinte di come sia necessario un luogo istituzionale dove i protagonisti siano espressione di chi vive sul campo sport, cultura e volontariato.
Da due anni è partita la Consulta dello Sport da poco meno le altre due.
Sarebbe bene fare un bilancio anche politico del ruolo di autorevolezza che le stesse hanno conquistato, degli obiettivi raggiunti, dei nuovi intenti.
Chiederò formalmente un incontro nella commissione competente con l'Assessore alla Partecipazione Mariani e con i 3 Presidenti delle Consulte cosi da fare il punto e permettere anche ai consiglieri di conoscere il cammino che questi importanti luoghi istituzionali stanno svolgendo oltre a invitare tutti a partecipare alle rispettive Assemblee.
Nel frattempo segnalo che Venerdi alle 18 si terrà l'Assemblea della consulta del Sociale.Non rilevo comunicazioni riguardante le altre due Consulte.
Purtroppo non ci sono ad oggi siti o luoghi dove i semplici cittadini possano consultare i verbali o interagire con i Presidenti e con i membri del Direttivo.
Sarebbe auspicabile, nell'attesa di siti ad hoc che almeno quello comunale pubblicasse gli eletti, i verbali delle sedute e gli obiettivi raggiunti cosi da tenere vivo il rapporto comunicativo.
Un pit stop anche politico è comunque da tenersi per conoscere meglio le iniziative in cantiere e verificare se gli intenti iniziali di chi è stato eletto sono ancora vivi.
Le Consulte sono nate non solo per rispettare un impegno elettorale ma soprattutto perchè politica e associazioni sono convinte di come sia necessario un luogo istituzionale dove i protagonisti siano espressione di chi vive sul campo sport, cultura e volontariato.
Da due anni è partita la Consulta dello Sport da poco meno le altre due.
Sarebbe bene fare un bilancio anche politico del ruolo di autorevolezza che le stesse hanno conquistato, degli obiettivi raggiunti, dei nuovi intenti.
Chiederò formalmente un incontro nella commissione competente con l'Assessore alla Partecipazione Mariani e con i 3 Presidenti delle Consulte cosi da fare il punto e permettere anche ai consiglieri di conoscere il cammino che questi importanti luoghi istituzionali stanno svolgendo oltre a invitare tutti a partecipare alle rispettive Assemblee.
Nel frattempo segnalo che Venerdi alle 18 si terrà l'Assemblea della consulta del Sociale.Non rilevo comunicazioni riguardante le altre due Consulte.
Purtroppo non ci sono ad oggi siti o luoghi dove i semplici cittadini possano consultare i verbali o interagire con i Presidenti e con i membri del Direttivo.
Sarebbe auspicabile, nell'attesa di siti ad hoc che almeno quello comunale pubblicasse gli eletti, i verbali delle sedute e gli obiettivi raggiunti cosi da tenere vivo il rapporto comunicativo.
Un pit stop anche politico è comunque da tenersi per conoscere meglio le iniziative in cantiere e verificare se gli intenti iniziali di chi è stato eletto sono ancora vivi.
martedì 7 dicembre 2010
Scuola, Lettera dei genitori scontenti e altri contributi
Oltre al comitato genitori si forma un gruppo di genitori scontenti.
Forse sarebbe meglio dire incazzati, e a ragione. Eccola:
Spett.le Amministrazione Comunale,
“La scuola paritaria Suor Maria Antonietta Sorre e la più importante istituzione scolastica educativa del territorio in quanto patrimonio storico e una risorsa per i cernuschesi”. E’ bello sapere dalle parole del primo cittadino che posto occupa la scuola privata rispetto a quella pubblica.
E’ bello iscrivere il proprio figlio a scuola e non sapere se dovrà fare solo pochi passi rimanendo nel proprio bacino d’utenza o dovrà attraversare il paese per raggiungere una sede libera. Magari tra qualche anno non avrà più nemmeno un banco perché i soldi saranno finiti, ma per lui ci sarà sempre un posto alla Sorre, indipendentemente dal proprio credo o convinzione religiosa. Tutto questo grazie alle amministrazioni comunali che hanno sempre riconosciuto, e continuano a farlo, il valore storico dell’asilo delle Marcelline, scusate, ente morale non religioso, come ribadisce il sindaco. E’ bello vedere le dirigenti scolastiche cercare di far quadrare il cerchio, studiare come prestigiatori il modo di far stare tutti i bambini in una scuola che non cada a pezzi, dare loro insegnanti, ore di lezione, bussare alla porta di banche, aziende e negozianti per raccogliere gentili contributi che serviranno a migliorare l’offerta formativa. E’ bello portare a scuola dei nostri figli carta igienica, scottex, sapone o colla e pagare un contributo di 20 euro per sopperire ai tagli che il Comune è costretto a fare e ai soldi che lo Stato non può più dare. Accettiamo tutto, tranne il fatto che in realtà un piccolo tesoretto di 300mila euro all’anno c’è e va tutto ad un unico istituto. Il contratto attualmente in essere tra Comune e asilo Sorre che prevede un contributo di 1milione e mezzo di euro in cinque anni (2008-2013) non è certo una novità. E’ un accordo consolidatosi negli anni che sembra ormai essere diventato un obbligo morale della città. In tempi in cui la scuola pubblica stava a galla il problema non è mai emerso, e questo sicuramente è sbagliato, ma ora, se la cinghia va stretta, va stretta per tutti. Le poche risorse economiche di quello che è nella classifica dei Comuni più ricchi d’Italia al 41esimo posto vanno obbligatoriamente riequilibrate su tutte le scuole del territorio. Per il sindaco è “una guerra tra poveri”, è vero, ma i poveri sono solo quelli della scuola pubblica. Per il sindaco la polemica in atto è mossa dall’invidia, è vero, siamo invidiosi di una scuola che non deve fare i salti mortali grazie ai contributi comunali. Contributo significa aiuto, sostegno, 1.300 euro a bambino ogni anno, contro una retta a carico del privato di 900 euro è decisamente un po’ più di un aiuto.
Il sindaco, a microfono spenti, durante il Consiglio Comunale aperto, ci ha spiegato che bisogna sostenere anche quelle famiglie che vogliono iscrivere i figli alla Sorre, ma non ne hanno le possibilità. Perché, ci chiediamo. Se non ti puoi permettere una scuola privata, esiste quella pubblica apposta. Il sindaco ci ha detto di comprendere che chi manda i propri figli alla Sorre paga già 900 euro all’anno e paga anche le tasse per sostenere la scuola pubblica. Domandiamo quindi, questa non è forse la base e il fondamento del sistema democratico del nostro Paese?
Da destra e da sinistra hanno provato a spiegarci che sostenere la Sorre costa meno che creare e mantenere un terzo polo scolastico. In realtà è come chi necessita di una casa e deve decidere se pagare un affitto o accendere un mutuo. Con l’affitto ho l’immediata disponibilità del bene ma, a fine contratto, non ho più nulla in mano e ho speso tanti soldi, con un mutuo ho l’immediata disponibilità del bene ma, quando ho finito di spendere tanti soldi, sono proprietario di quel bene. Se la Sorre domani decidesse di chiudere per qualsivoglia motivo, Cernusco rimarrebbe con un pugno di mosche in mano e un gravissimo problema di spazi. Se in tutti questi anni si fosse investito nel nuovo polo, non dovremmo dipendere da nessun ente e avremmo un bene prezioso di proprietà della comunità. Dopo la lezione in Consiglio abbiamo imparato che questi 300mila euro all’anno fanno parte delle spese correnti del Comune e non possono quindi essere stanziate per la creazione di una scuola. Gli oneri di urbanizzazione derivanti dalle tante nuove costruzioni invece servono proprio per gli investimenti. Ecco fatto, i soldi per costruire la scuola ci sono. L’obiezione è come la manteniamo? Ecco fatto, i 300mila euro all’anno (spese correnti) destinati alla Sorre. Se il Primo Circolo ce la può fare con 3mila euro sul conto corrente, il nuovo polo, forse, con 300mila euro se la può cavare.
Ma la Sorre, per quest’amministrazione, resta una risorsa per i cittadini. Vorremmo fare presente al sindaco che la città è cambiata, non ci sono più solo i cernuschesi doc. Ci sono nuove famiglie per le quali il valore storico della Sorre non ha forse tutta questa importanza e hanno il diritto di avere un posto per il proprio figlio in una scuola pubblica laica.
Per tutti questi motivi chiediamo che, nel rispetto del contratto in essere, per gli anni 2012 e 2013, cioè quando previsto un adeguamento del contributo, il Comune riduca drasticamente le somme destinate all’asilo privato e che non rinnovi il contratto nel 2014, quando, secondo le promesse di questa amministrazione, il terzo polo scolastico dovrebbe essere perfettamente funzionante e, quindi, la Sorre non dovrà più sopperire agli esuberi degli altri asili.
Il sindaco si preoccupa inoltre del fatto che, anche costruendo una nuova scuola, lo Stato non avrà insegnanti da mandare. Ma il problema ci sarà anche se non ci saranno spazi nuovi. I bimbi a Cernusco sono già tanti, ne arriveranno ancora, e nelle scuole esistenti non si potranno certo fare classi da 40 alunni. Ci vorranno sempre nuove aule e nuove maestre.
I genitori scontenti
A questo punto segnalo un pò di contributi qua e là.
Un cittadino, Cristiano Valsassina
Il circolo PD di Cernusco
Il consigliere del PdL Fabrizio De Luigi
Il consigliere di Vivere Cernusco Fabio Colombo
Il blogger Kuda
Severgnini e Forlani di Rifondazione Comunista e SE
Elisabetta Ferrario presidente della scuola Sorre
Carlo e Ambrogio a cui vorrei ricordare che non ho polemizzato sull'ora di religione, anzi.
Ho sottolineato il valore della conoscenza della religione e del cristianesimo, ma che quest'ora di studio è "macchiata" dal fatto che l'insegnante è scelto dal Vescovo e non dallo stato.
Purtroppo questa modalità lascia pensare che quest'ora sia un prolungamento del catechismo.
Ecco perchè l'ora deve rimanere, essere aggiornata e entrare a pieno diritto nel piano di studio inclusa la scelta degli insegnanti che deve dipendere dallo stato.
La premessa mi serviva per "differenziare" una scuola, il Sorre, dove non solo si fà catechismo, ma anche liturgia.
E questo per una scuola pubblica è inconcepibile, proprio perchè i cristiani non hanno bisogno di favori e la scuola pubblica non ne deve fare.
Per gli interventi, se ne ho perso qualcuno chiedo venia.
Segnalatemeli e li aggiungo.
Le dichiarazioni sono un importante barometro, non l'unico, della considerazione che hanno governanti, cittadini e opinionisti sulla scuola pubblica e sulla formazione dei nostri ragazzi/e.
Per le dichiarazioni in consiglio comunale basta cercare (se ci riuscite) sul sito comunale.
Non avendo potuto/voluto fare la mia, la pubblicherò tra breve.
Buona scuola a tutti.
Forse sarebbe meglio dire incazzati, e a ragione. Eccola:
Spett.le Amministrazione Comunale,
“La scuola paritaria Suor Maria Antonietta Sorre e la più importante istituzione scolastica educativa del territorio in quanto patrimonio storico e una risorsa per i cernuschesi”. E’ bello sapere dalle parole del primo cittadino che posto occupa la scuola privata rispetto a quella pubblica.
E’ bello iscrivere il proprio figlio a scuola e non sapere se dovrà fare solo pochi passi rimanendo nel proprio bacino d’utenza o dovrà attraversare il paese per raggiungere una sede libera. Magari tra qualche anno non avrà più nemmeno un banco perché i soldi saranno finiti, ma per lui ci sarà sempre un posto alla Sorre, indipendentemente dal proprio credo o convinzione religiosa. Tutto questo grazie alle amministrazioni comunali che hanno sempre riconosciuto, e continuano a farlo, il valore storico dell’asilo delle Marcelline, scusate, ente morale non religioso, come ribadisce il sindaco. E’ bello vedere le dirigenti scolastiche cercare di far quadrare il cerchio, studiare come prestigiatori il modo di far stare tutti i bambini in una scuola che non cada a pezzi, dare loro insegnanti, ore di lezione, bussare alla porta di banche, aziende e negozianti per raccogliere gentili contributi che serviranno a migliorare l’offerta formativa. E’ bello portare a scuola dei nostri figli carta igienica, scottex, sapone o colla e pagare un contributo di 20 euro per sopperire ai tagli che il Comune è costretto a fare e ai soldi che lo Stato non può più dare. Accettiamo tutto, tranne il fatto che in realtà un piccolo tesoretto di 300mila euro all’anno c’è e va tutto ad un unico istituto. Il contratto attualmente in essere tra Comune e asilo Sorre che prevede un contributo di 1milione e mezzo di euro in cinque anni (2008-2013) non è certo una novità. E’ un accordo consolidatosi negli anni che sembra ormai essere diventato un obbligo morale della città. In tempi in cui la scuola pubblica stava a galla il problema non è mai emerso, e questo sicuramente è sbagliato, ma ora, se la cinghia va stretta, va stretta per tutti. Le poche risorse economiche di quello che è nella classifica dei Comuni più ricchi d’Italia al 41esimo posto vanno obbligatoriamente riequilibrate su tutte le scuole del territorio. Per il sindaco è “una guerra tra poveri”, è vero, ma i poveri sono solo quelli della scuola pubblica. Per il sindaco la polemica in atto è mossa dall’invidia, è vero, siamo invidiosi di una scuola che non deve fare i salti mortali grazie ai contributi comunali. Contributo significa aiuto, sostegno, 1.300 euro a bambino ogni anno, contro una retta a carico del privato di 900 euro è decisamente un po’ più di un aiuto.
Il sindaco, a microfono spenti, durante il Consiglio Comunale aperto, ci ha spiegato che bisogna sostenere anche quelle famiglie che vogliono iscrivere i figli alla Sorre, ma non ne hanno le possibilità. Perché, ci chiediamo. Se non ti puoi permettere una scuola privata, esiste quella pubblica apposta. Il sindaco ci ha detto di comprendere che chi manda i propri figli alla Sorre paga già 900 euro all’anno e paga anche le tasse per sostenere la scuola pubblica. Domandiamo quindi, questa non è forse la base e il fondamento del sistema democratico del nostro Paese?
Da destra e da sinistra hanno provato a spiegarci che sostenere la Sorre costa meno che creare e mantenere un terzo polo scolastico. In realtà è come chi necessita di una casa e deve decidere se pagare un affitto o accendere un mutuo. Con l’affitto ho l’immediata disponibilità del bene ma, a fine contratto, non ho più nulla in mano e ho speso tanti soldi, con un mutuo ho l’immediata disponibilità del bene ma, quando ho finito di spendere tanti soldi, sono proprietario di quel bene. Se la Sorre domani decidesse di chiudere per qualsivoglia motivo, Cernusco rimarrebbe con un pugno di mosche in mano e un gravissimo problema di spazi. Se in tutti questi anni si fosse investito nel nuovo polo, non dovremmo dipendere da nessun ente e avremmo un bene prezioso di proprietà della comunità. Dopo la lezione in Consiglio abbiamo imparato che questi 300mila euro all’anno fanno parte delle spese correnti del Comune e non possono quindi essere stanziate per la creazione di una scuola. Gli oneri di urbanizzazione derivanti dalle tante nuove costruzioni invece servono proprio per gli investimenti. Ecco fatto, i soldi per costruire la scuola ci sono. L’obiezione è come la manteniamo? Ecco fatto, i 300mila euro all’anno (spese correnti) destinati alla Sorre. Se il Primo Circolo ce la può fare con 3mila euro sul conto corrente, il nuovo polo, forse, con 300mila euro se la può cavare.
Ma la Sorre, per quest’amministrazione, resta una risorsa per i cittadini. Vorremmo fare presente al sindaco che la città è cambiata, non ci sono più solo i cernuschesi doc. Ci sono nuove famiglie per le quali il valore storico della Sorre non ha forse tutta questa importanza e hanno il diritto di avere un posto per il proprio figlio in una scuola pubblica laica.
Per tutti questi motivi chiediamo che, nel rispetto del contratto in essere, per gli anni 2012 e 2013, cioè quando previsto un adeguamento del contributo, il Comune riduca drasticamente le somme destinate all’asilo privato e che non rinnovi il contratto nel 2014, quando, secondo le promesse di questa amministrazione, il terzo polo scolastico dovrebbe essere perfettamente funzionante e, quindi, la Sorre non dovrà più sopperire agli esuberi degli altri asili.
Il sindaco si preoccupa inoltre del fatto che, anche costruendo una nuova scuola, lo Stato non avrà insegnanti da mandare. Ma il problema ci sarà anche se non ci saranno spazi nuovi. I bimbi a Cernusco sono già tanti, ne arriveranno ancora, e nelle scuole esistenti non si potranno certo fare classi da 40 alunni. Ci vorranno sempre nuove aule e nuove maestre.
I genitori scontenti
A questo punto segnalo un pò di contributi qua e là.
Un cittadino, Cristiano Valsassina
Il circolo PD di Cernusco
Il consigliere del PdL Fabrizio De Luigi
Il consigliere di Vivere Cernusco Fabio Colombo
Il blogger Kuda
Severgnini e Forlani di Rifondazione Comunista e SE
Elisabetta Ferrario presidente della scuola Sorre
Carlo e Ambrogio a cui vorrei ricordare che non ho polemizzato sull'ora di religione, anzi.
Ho sottolineato il valore della conoscenza della religione e del cristianesimo, ma che quest'ora di studio è "macchiata" dal fatto che l'insegnante è scelto dal Vescovo e non dallo stato.
Purtroppo questa modalità lascia pensare che quest'ora sia un prolungamento del catechismo.
Ecco perchè l'ora deve rimanere, essere aggiornata e entrare a pieno diritto nel piano di studio inclusa la scelta degli insegnanti che deve dipendere dallo stato.
La premessa mi serviva per "differenziare" una scuola, il Sorre, dove non solo si fà catechismo, ma anche liturgia.
E questo per una scuola pubblica è inconcepibile, proprio perchè i cristiani non hanno bisogno di favori e la scuola pubblica non ne deve fare.
Per gli interventi, se ne ho perso qualcuno chiedo venia.
Segnalatemeli e li aggiungo.
Le dichiarazioni sono un importante barometro, non l'unico, della considerazione che hanno governanti, cittadini e opinionisti sulla scuola pubblica e sulla formazione dei nostri ragazzi/e.
Per le dichiarazioni in consiglio comunale basta cercare (se ci riuscite) sul sito comunale.
Non avendo potuto/voluto fare la mia, la pubblicherò tra breve.
Buona scuola a tutti.
Scuola. Lettera del comitato genitori.
Ecco la lettera del comitato genitori presentata nel consiglio comunale aperto.
Art. 3 della Costituzione Italiana:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e dell’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Il diritto all’istruzione è uno dei pilastri sui quali riposa qualunque forma di società civile. Esso costituisce un bene prezioso: è il dono che viene offerto dalla comunità dei cittadini ai propri giovani. Una comunità lungimirante sa che scommettere sulla formazione delle giovani generazioni è un modo di assicurare a tutti una prospettiva certa di miglioramento sociale. Rivendichiamo con forza questo diritto.
Come cita l’Articolo 3 comma 2 Dlgs 267/2000 “Il Comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo”. Uno sviluppo territoriale ed il conseguente aumento demografico deve andare di pari passo con un incremento di servizi al cittadino, alle famiglie necessari e imprescindibili.
La scuola è il primo di questi servizi.
Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito con grande preoccupazione alla continua riduzione delle risorse e degli investimenti destinati alla scuola da parte di questa e delle precedenti amministrazioni, nonostante lo sviluppo edilizio abbia portato nelle casse comunali ingenti somme derivanti proprio dagli oneri di urbanizzazione.
Tali oneri dovrebbero essere destinati, come già sottolineato, all’implementazione dei servizi.
Inoltre l’addizionale irpef che il Comune di Cernusco applica sul reddito dei suoi residenti è pari allo 0,7, massimo consentito per legge, ( Pioltello 0,5, Segrate 0,2 Vimodrone 0,4),
l’equazione più tasse uguale più servizi non funziona?
Signor sindaco Comencini ci spieghi lei come tali somme sono state destinate nel bilancio da approvare e in quelli successivi, perché riteniamo che i nostri interessi non siano stati tutelati in modo adeguato.
Nel bilancio preventivo sono previsti i seguenti tagli:
il fondo di sostegno al diritto allo studio
il sostegno ai disabili
lo sportello di consulenza
la pulizia
il tutto pari ad un 40% circa, in meno rispetto allo scorso anno
Condividiamo la scelta del nostro Consiglio di Circolo che si è visto costretto a chiedere un contributo alle famiglie, per continuare a garantire il funzionamento della scuola pubblica, ma esprimiamo il nostro dissenso nei confronti dell’ente locale a cui il privato non può sostituirsi.
Chi sceglie di mandare i propri figli alla scuola privata sa di dover pagare una retta, chi ha iscritto i propri alla pubblica, certo non lo aveva preventivato. Ciò che ci indigna è il fatto che l’amministrazione comunale ha, a tutt’oggi, in essere un contratto con la scuola privata Suor Maria Antonietta Sorre, per intenderci l’asilo delle Marcelline, rinnovato nel 2008 e valido fino al 2013, che prevede un contributo di 300mila euro all’anno. Innanzitutto ci chiediamo il senso della parola contributo. La retta a carico dell’utente privato ci risulta infatti essere di 900 euro annui a bambino, il “contributo” del comune di 1.300 euro all’anno sempre a bambino. Forse sarebbe quindi meglio parlare di retta a carico dell’amministrazione comunale e contributo del cittadino privato. Se il senso di tale scelta è sostenere un istituto che sopperisce alla mancanza di posti nella scuola pubblica, riteniamo limitante la scelta pedagogica di una scuola ad indirizzo cattolico, almeno dal punto di vista ideologico ed educativo, ed è più che evidente che con tale ingente somma, 1milione e mezzo di euro in cinque anni, si possa invece costruire un gran bel terzo polo scolastico e sostenere i costi delle scuole già esistenti. Gli strumenti per un investimento concreto per il futuro dei nostri bambini sono quindi nelle vostre mani.
In considerazione del fatto che i tagli alla scuola Cernuschese non sono ancora stati approvati in via definitiva, chiediamo che ci garantiate per lo meno lo stesso investimento dello scorso anno per le scuole esistenti e, dopo anni e anni di promesse a vuoto, vogliamo a breve un concreto e serio impegno sul terzo polo scolastico.
Lo Stato, in primis, e le amministrazioni comunali poi hanno il dovere di garantire una scuola pubblica dignitosa che non sia costretta a chiedere l’elemosina.
Il Comitato Genitori I Circolo Didattico di Cernusco sul Naviglio
Art. 3 della Costituzione Italiana:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e dell’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Il diritto all’istruzione è uno dei pilastri sui quali riposa qualunque forma di società civile. Esso costituisce un bene prezioso: è il dono che viene offerto dalla comunità dei cittadini ai propri giovani. Una comunità lungimirante sa che scommettere sulla formazione delle giovani generazioni è un modo di assicurare a tutti una prospettiva certa di miglioramento sociale. Rivendichiamo con forza questo diritto.
Come cita l’Articolo 3 comma 2 Dlgs 267/2000 “Il Comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo”. Uno sviluppo territoriale ed il conseguente aumento demografico deve andare di pari passo con un incremento di servizi al cittadino, alle famiglie necessari e imprescindibili.
La scuola è il primo di questi servizi.
Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito con grande preoccupazione alla continua riduzione delle risorse e degli investimenti destinati alla scuola da parte di questa e delle precedenti amministrazioni, nonostante lo sviluppo edilizio abbia portato nelle casse comunali ingenti somme derivanti proprio dagli oneri di urbanizzazione.
Tali oneri dovrebbero essere destinati, come già sottolineato, all’implementazione dei servizi.
Inoltre l’addizionale irpef che il Comune di Cernusco applica sul reddito dei suoi residenti è pari allo 0,7, massimo consentito per legge, ( Pioltello 0,5, Segrate 0,2 Vimodrone 0,4),
l’equazione più tasse uguale più servizi non funziona?
Signor sindaco Comencini ci spieghi lei come tali somme sono state destinate nel bilancio da approvare e in quelli successivi, perché riteniamo che i nostri interessi non siano stati tutelati in modo adeguato.
Nel bilancio preventivo sono previsti i seguenti tagli:
il fondo di sostegno al diritto allo studio
il sostegno ai disabili
lo sportello di consulenza
la pulizia
il tutto pari ad un 40% circa, in meno rispetto allo scorso anno
Condividiamo la scelta del nostro Consiglio di Circolo che si è visto costretto a chiedere un contributo alle famiglie, per continuare a garantire il funzionamento della scuola pubblica, ma esprimiamo il nostro dissenso nei confronti dell’ente locale a cui il privato non può sostituirsi.
Chi sceglie di mandare i propri figli alla scuola privata sa di dover pagare una retta, chi ha iscritto i propri alla pubblica, certo non lo aveva preventivato. Ciò che ci indigna è il fatto che l’amministrazione comunale ha, a tutt’oggi, in essere un contratto con la scuola privata Suor Maria Antonietta Sorre, per intenderci l’asilo delle Marcelline, rinnovato nel 2008 e valido fino al 2013, che prevede un contributo di 300mila euro all’anno. Innanzitutto ci chiediamo il senso della parola contributo. La retta a carico dell’utente privato ci risulta infatti essere di 900 euro annui a bambino, il “contributo” del comune di 1.300 euro all’anno sempre a bambino. Forse sarebbe quindi meglio parlare di retta a carico dell’amministrazione comunale e contributo del cittadino privato. Se il senso di tale scelta è sostenere un istituto che sopperisce alla mancanza di posti nella scuola pubblica, riteniamo limitante la scelta pedagogica di una scuola ad indirizzo cattolico, almeno dal punto di vista ideologico ed educativo, ed è più che evidente che con tale ingente somma, 1milione e mezzo di euro in cinque anni, si possa invece costruire un gran bel terzo polo scolastico e sostenere i costi delle scuole già esistenti. Gli strumenti per un investimento concreto per il futuro dei nostri bambini sono quindi nelle vostre mani.
In considerazione del fatto che i tagli alla scuola Cernuschese non sono ancora stati approvati in via definitiva, chiediamo che ci garantiate per lo meno lo stesso investimento dello scorso anno per le scuole esistenti e, dopo anni e anni di promesse a vuoto, vogliamo a breve un concreto e serio impegno sul terzo polo scolastico.
Lo Stato, in primis, e le amministrazioni comunali poi hanno il dovere di garantire una scuola pubblica dignitosa che non sia costretta a chiedere l’elemosina.
Il Comitato Genitori I Circolo Didattico di Cernusco sul Naviglio
Scuola. Ecco la richiesta del consiglio comunale aperto
Tutto iniziò cosi, con una semplice richiesta dei componenti della maggioranza consigliare a cui mi sono aggiunto anche io in extremis nel richiedere un consiglio comunale aperto sulla scuola.
Qualcuno ha pensato che la mossa serviva a contestare il governo e prendere punti (può darsi ) qualcuno ha smentito che lo fosse (poco importa).
L'importante è stato dare un occasione a chi paga sulla propria pelle le scelte e del governo e del comnune in materia di scuola pubblica, ossia i genitori, di prendere parola in attesa della famosa assemblea pubblica chiesta dal comitato genitori a Sindaco e Assessore. Richiesta ancora in attesa di risposta.
Ecco il testo:
Cernusco sul Naviglio, 28 settembre 2010
OGGETTO: RICHIESTA DI CONVOCAZIONE DI UN CONSIGLIO COMUNALE APERTO CHE TRATTI IL SEGUENTE TEMA: “LA SCUOLA A CERNUSCO: SITUAZIONE ATTUALE E POSSIBILI SCENARI FUTURI”.
Premesso che:
Il Consiglio Comunale ha recentemente approvato una mozione contro i tagli del Ministero dell’Istruzione alle scuole, tagli che hanno avuto pesanti ricadute anche sul nostro territorio;
Il Governo, con una politica fiscale centralista e sconsiderata, continua a ridurre drasticamente i trasferimenti agli enti locali, con pesanti conseguenze a danno dei servizi scolastici;
Considerato che:
il tema delle scuola è molto sentito tra i cittadini in quanto strategico per l’educazione delle nuove generazioni;
molte famiglie cernuschesi hanno sperimentato e sperimenteranno direttamente gli effetti dei tagli ministeriali;
il tema merita un ampio dibattito al fine di informare dettagliatamente la cittadinanza sulla situazione delle scuole nella nostra città;
è opportuno che i genitori e coloro che operano nel mondo della scuola abbiamo un’occasione pubblica e formale nella quale dialogare con le istituzioni per trovare insieme strategie condivise al fine di mantenere alta la qualità dell’istruzione sul nostro territorio;
Chiediamo la convocazione di un Consiglio Comunale aperto sul seguente tema: “LA SCUOLA A CERNUSCO: SITUAZIONE ATTUALE E POSSIBILI SCENARI FUTURI”
Marco Erba (Capogruppo PD)
Fabio Colombo (Capogruppo Vivere Cernusco)
Ermes Severgnini (Capogruppo PRC- Sinistra Europea)
Raffaele Di Bello (PD)
Adriana Guzzi (PD)
Angelo Levati (PD)
Dario Viganò (PD)
Daniele Fedeli (Vivere Cernusco)
Donato Scotti (Vivere Cernusco)
Erica Spinelli (Vivere Cernusco)
Claudio Gargantini ( Indipendente)
Com'è andata a finire lo sapete già.
Da "accusatori" la maggioranza si è trovata ad essere accusata.
Il tema è importante, si parla della formazione e dell'educazione dei nostri figli che non può esaurirsi in una semplice contestazione dei tagli nazionali ma richiede di pensare a come nel nostro comune vengono riproporzionati questi tagli.
Ma soprattutto l'occasione meriterebbe una riflessione anche sui sistemi educativi in essere a Cernusco.
Ed è questo spero che si faccia.
Qualcuno ha pensato che la mossa serviva a contestare il governo e prendere punti (può darsi ) qualcuno ha smentito che lo fosse (poco importa).
L'importante è stato dare un occasione a chi paga sulla propria pelle le scelte e del governo e del comnune in materia di scuola pubblica, ossia i genitori, di prendere parola in attesa della famosa assemblea pubblica chiesta dal comitato genitori a Sindaco e Assessore. Richiesta ancora in attesa di risposta.
Ecco il testo:
Cernusco sul Naviglio, 28 settembre 2010
OGGETTO: RICHIESTA DI CONVOCAZIONE DI UN CONSIGLIO COMUNALE APERTO CHE TRATTI IL SEGUENTE TEMA: “LA SCUOLA A CERNUSCO: SITUAZIONE ATTUALE E POSSIBILI SCENARI FUTURI”.
Premesso che:
Il Consiglio Comunale ha recentemente approvato una mozione contro i tagli del Ministero dell’Istruzione alle scuole, tagli che hanno avuto pesanti ricadute anche sul nostro territorio;
Il Governo, con una politica fiscale centralista e sconsiderata, continua a ridurre drasticamente i trasferimenti agli enti locali, con pesanti conseguenze a danno dei servizi scolastici;
Considerato che:
il tema delle scuola è molto sentito tra i cittadini in quanto strategico per l’educazione delle nuove generazioni;
molte famiglie cernuschesi hanno sperimentato e sperimenteranno direttamente gli effetti dei tagli ministeriali;
il tema merita un ampio dibattito al fine di informare dettagliatamente la cittadinanza sulla situazione delle scuole nella nostra città;
è opportuno che i genitori e coloro che operano nel mondo della scuola abbiamo un’occasione pubblica e formale nella quale dialogare con le istituzioni per trovare insieme strategie condivise al fine di mantenere alta la qualità dell’istruzione sul nostro territorio;
Chiediamo la convocazione di un Consiglio Comunale aperto sul seguente tema: “LA SCUOLA A CERNUSCO: SITUAZIONE ATTUALE E POSSIBILI SCENARI FUTURI”
Marco Erba (Capogruppo PD)
Fabio Colombo (Capogruppo Vivere Cernusco)
Ermes Severgnini (Capogruppo PRC- Sinistra Europea)
Raffaele Di Bello (PD)
Adriana Guzzi (PD)
Angelo Levati (PD)
Dario Viganò (PD)
Daniele Fedeli (Vivere Cernusco)
Donato Scotti (Vivere Cernusco)
Erica Spinelli (Vivere Cernusco)
Claudio Gargantini ( Indipendente)
Com'è andata a finire lo sapete già.
Da "accusatori" la maggioranza si è trovata ad essere accusata.
Il tema è importante, si parla della formazione e dell'educazione dei nostri figli che non può esaurirsi in una semplice contestazione dei tagli nazionali ma richiede di pensare a come nel nostro comune vengono riproporzionati questi tagli.
Ma soprattutto l'occasione meriterebbe una riflessione anche sui sistemi educativi in essere a Cernusco.
Ed è questo spero che si faccia.
lunedì 6 dicembre 2010
L'educazione non è solo una questione di contributi.
La discussione su scuola e tagli mi porta a pensare, oltre la questione della ripartizione dei contributi e dei tagli, al sistema educativo.
In questi giorni ho partecipato alla presentazione della scuola Steineriana, indubbiamente la più predisposta all'espressione e alla valorizzazione delle qualità dei bambini ed oggi scopro navigando navigando il progetto Sat Educazione di Claudio Naranjo di cui condivido la presentazione del libro "Cambiare l'educazione per cambiare il mondo".
Questo libro – scrive Naranjo nella prefazione – riflette la mia presa di coscienza della tragica realtà dell’educazione, che è per la maggior parte una forma di addomesticamento forzato alla cultura del ‘patriarcato, cioè agli usi e costumi della società cosiddetta ‘civile’. Il mio desiderio è che un giorno i responsabili della politica dell’educazione possano giungere a collocare l’educazione degli esseri umani al di sopra della loro robotizzazione, che possano capire come dal trascendere la visione patriarcale dipenda la nostra stessa sopravvivenza. […]
La preoccupazione di come stabilire tagli e contributi non può esimersi dalla valutazione dei sistemi educativi in essere.
Non esiste peggiore preoccupazione se non quella di creare già dall'infanzia dei piccoli ometti e piccole donnine pronte, seguendo una precisa liturgia, ad entrare nel balletto della nostra società civile e cristiana.
E allora maggiori risorse dovrebbero andare, non a chi non progetta l'infanzia, ma a chi lascia che l'infanzia si esprima.
Ricordiamo che Edu-cere significa lasciare uscire e non mettere dentro, come un fiore che sboccia da un germoglio che ha già in sè le potenzialità di divenire il bel fiore.
Educare dopotutto è facile, bastano solo ascolto profondo e parole amorevoli.
In questi giorni ho partecipato alla presentazione della scuola Steineriana, indubbiamente la più predisposta all'espressione e alla valorizzazione delle qualità dei bambini ed oggi scopro navigando navigando il progetto Sat Educazione di Claudio Naranjo di cui condivido la presentazione del libro "Cambiare l'educazione per cambiare il mondo".
Questo libro – scrive Naranjo nella prefazione – riflette la mia presa di coscienza della tragica realtà dell’educazione, che è per la maggior parte una forma di addomesticamento forzato alla cultura del ‘patriarcato, cioè agli usi e costumi della società cosiddetta ‘civile’. Il mio desiderio è che un giorno i responsabili della politica dell’educazione possano giungere a collocare l’educazione degli esseri umani al di sopra della loro robotizzazione, che possano capire come dal trascendere la visione patriarcale dipenda la nostra stessa sopravvivenza. […]
La preoccupazione di come stabilire tagli e contributi non può esimersi dalla valutazione dei sistemi educativi in essere.
Non esiste peggiore preoccupazione se non quella di creare già dall'infanzia dei piccoli ometti e piccole donnine pronte, seguendo una precisa liturgia, ad entrare nel balletto della nostra società civile e cristiana.
E allora maggiori risorse dovrebbero andare, non a chi non progetta l'infanzia, ma a chi lascia che l'infanzia si esprima.
Ricordiamo che Edu-cere significa lasciare uscire e non mettere dentro, come un fiore che sboccia da un germoglio che ha già in sè le potenzialità di divenire il bel fiore.
Educare dopotutto è facile, bastano solo ascolto profondo e parole amorevoli.
sabato 4 dicembre 2010
Action plan anche nella politica amministrativa.
Prendo spunto dalla risposta dell'Assessore allo Sport Zacchetti in merito alla mia interrogazione orale nell' ultimo consiglio comunale, che seguiva quella scritta del precedente del 15 novembre, sul motivo per cui le attrezzature installante nelle spazio addestramento cani del Centro sportivo di Via Boccaccio non abbiano ne le dovute certificazioni (male) ne tantomeno le autorizzazioni comunali alla posa (molto male).
Purtroppo l'andazzo nei centri sportivi è sempre stato questo per alcune società sportive.
Il Sindaco Comincini ha risposto che non poteva controllare tutto ( e vabbè) mentre Zacchetti ha risposto che stiamo attendendo le certificazioni delle strutture (doppio vabbè).
Lo stile nelle candide risposte è, sotto traccia, quello del "ho fatto il possibile" o "fidatevi di me", ossia a fronte di un proclama da parte degli amministratori si chiede una "cieca" fiducia da parte dei cittadini e dei consiglieri comunali.
Essendo l'attività amministrativa gestione della cosa pubblica è utile che gli Assessori si attrezzino a rispondere come si fà nelle aziende private a fronte di una criticità.
Ossia ACTION PLAN in cui non basta proclamare i buoni propositi ma a fronte dell'obiettivo dato, occorre dichiarare le azioni da mettere in atto, i risultati attesi ma soprattutto le scadenze e i parametri di verifica.
Dei "stiamo procedendo in tal senso " son piene le fosse.
La politica, come ho detto più volte, non è una questione di fede ( anche se di fiducia in Zacchetti ne ho parecchia), quindi per rispetto a se stessi e ai cittadini occorre dare informazioni precise e dettagliate.
Naturalmente il discorso può valere per l'intera amministrazione a partire dal Sindaco.
E che le scadenze non siano come quelle di Berlusconi sulla spazzatura di Napoli.
giovedì 2 dicembre 2010
Meglio la malafede
"Ciò che inquieta è l'indiscutibile buona fede.
Perchè la malafede è meno pericolosa.
Ha infatti la debolezza della cattiva coscienza, mentre la buona fede è inossidabile, incrollabile, invincibile, marcia con la Verità in tasca e il Sole in fronte e la spietatezza che solo i Giusti possono pensare di potersi permettere."
Questa frase di Massimo Fini su Senz'Anima ha dato un nome al fastidio che provavo quando riconoscevo a qualcuno di essere in buona fede.
Ora ho trovato le parole che esprimono quel mio sentire.
In effetti è vero.
Penso che occorra sospettare di chi si dichiara candidamente in buona fede.
La malafede è più onesta, lascia aperta la porta della discussione, del dubbio, di quell'errore che ci fà persone umane.
Perchè la malafede è meno pericolosa.
Ha infatti la debolezza della cattiva coscienza, mentre la buona fede è inossidabile, incrollabile, invincibile, marcia con la Verità in tasca e il Sole in fronte e la spietatezza che solo i Giusti possono pensare di potersi permettere."
Questa frase di Massimo Fini su Senz'Anima ha dato un nome al fastidio che provavo quando riconoscevo a qualcuno di essere in buona fede.
Ora ho trovato le parole che esprimono quel mio sentire.
In effetti è vero.
Penso che occorra sospettare di chi si dichiara candidamente in buona fede.
La malafede è più onesta, lascia aperta la porta della discussione, del dubbio, di quell'errore che ci fà persone umane.