mercoledì 14 ottobre 2009

Omofobia tra storia personale e teologia.

Omofobia, affossata la legge.
Alla fine è sempre colpa di qualcun altro.
Tanto c'è sempre qualcuno che paga per tutti.
E anche questa volta a pagare è l'omosessuale.
Che vergogna!!

Anche a Cernusco sul Naviglio al consiglio comunale dell' 8 ottobre, era in programma la discussione riguardo la mozione a sostengo del disegno di legge presentato dall'onorevole Concia, ma si è deciso di rinviare.
Hanno aspettato fino adesso possono aspettare ancora, qualcuno potrebbe dire.
Allora faccio finta che la mozione sia stata discussa come da programma e che io abbia potuto leggere il mio intervento, che ti propongo di seguito.
Interessante la parte riguardante il catechismo della chiesa cattolica che parla di omosessualità, da cui deriva gran parte della deformazione culturale italiana sulla stessa, e relativa critica, su quei punti, da parte di alcuni teologi.


Ecco il mio intervento sulla
Mozione in merito all’ allarmante aumento degli episodi di violenza omofoba.

Ringrazio Simone Dossi per aver portato all’attenzione di questo Consiglio Comunale la questione riguardante l’omofobia.
Purtroppo ancora oggi, il mondo gay è protagonista di continui insulti, offese e aggressioni, fisiche e psicologiche da chi continua a considerarli “categoria sociale” da evitare e non, persone umane che vivono, gioiscono e soffrono esattamente come tutte le altre.

Parto dalla mia storia personale, fatta di “contaminazione” con la cultura del nostro tempo.
Sono stato formato negli anni 70-80, come tantissimi di noi, da una cultura religiosa che mi ha educato a considerare “diversi” e “malati”, diciamo “ingiustamente discriminati”, gli omosessuali.
Tale considerazione era così forte che suscitava in me, una reazione fisica tale che, se vedevo due uomini baciarsi, mi doleva il basso ventre.
Grazie a Dio negli ultimi anni, ho incontrato persone, laiche e religiose, che mi hanno aiutato a considerare più “l’uomo” che il “sabato” , a slegare la tenerezza umana e cristiana, dai legacci del formalismo che spesso si fa ipocrisia.
Questo mio nuovo atteggiamento è stato partorito con fatica. Spesso è frutto di stupore e incomprensione anche tra i miei stessi amici, ma mi ha permesso di centrare il mio pensare ancor più sulle persone in quanto tali che in quanto frutto del contesto sociale.
Posso dire che oggi, quando incontro due uomini, o due donne, che si baciano amorevolmente sto proprio bene.

Vorrei passare ora a una riflessione che tocca il catechismo della chiesa cattolica da cui è derivato e deriva ancora oggi il contesto religioso ricordato sopra che ha influenzato la cultura italiana.
E citarlo insieme alla critica mossa da alcuni teologi.
A questo proposito cito il primo numero del 2008 della rivista internazionale di teologia Concilium, interamente dedicato all’omosessualità.
Riporto integralmente alcune parti dell’editoriale del numero in questione, perché , mai come in questo caso, le parole chiariscono una filosofia di pensiero da me pienamente condivisa.

Un primo passo per procedere da qui in avanti è fatto la dove – come nel Catechismo della chiesa cattolica (1992) – si dice che le persone omosessuali non possono essere sottoposte a “ingiusta discriminazione” (n.2358) . A prescindere dal fatto che questa formulazione sembra suggerire che esiste anche una discriminazione giusta e giustificata tra le persone, questo riconoscimento è un momento importante. Ma è un passo nella direzione sbagliata: è una mossa verso l’identificazione o il rafforzamento di una categoria segregante.
“Rispetto, compassione, delicatezza” – così il Catechismo – devono essere dimostrati nei confronti degli “omosessuali”. “Compassione” e “delicatezza” sono spesso atteggiamenti per le persone che soffrono una grave mancanza o la cui umanità stessa viene definita una carenza. L’invito al “rispetto” di “tali” persone appare dunque una forma retorica di cui si pretende il rispetto, ma si presuppone anche la disistima. Essa solidifica un essere-altro classificato di qualità morale inferiore e rende possibile la segregazione dei “non normali” tra “noi”.
La teologa Regina Ammicht Quinn, che firma l’articolo, vede una via d’uscita dalla trappola delle singole identità in una “decolonizzazione delle mentalità”.
Tutti noi siamo tanto segnati dalla nostra cultura, e non possiamo perciò dire come il desiderio sessuale si manifestasse “prima di ogni cultura” o “all’inizio”.

Per fare un esempio cito il teologo tedesco Norbert Reck, che sempre sulla rivista Concilium scrive (a pag. 23): “E’ risaputo che in tutte le epoche e in tutte le culture sono vissuti donne e uomini che si sono sentiti attratti verso persone del proprio sesso. In questa situazione generale si può senz’altro parlare di una costante del genere umano.(………….)La questione, per esempio, se il re Davide o Alessandro Magno fossero omosessuali o eterosessuali è priva di senso. Ne l’uno ne l’altro conobbero queste categorie o percepirono secondo queste categorie e neppure vissero entro i limiti di questi concetti.( …....)In verità ciò che è “normale” o addirittura “naturale” si sottrae, in queste questioni , alla nostra conoscenza. Tutti noi siamo tanto segnati dalla nostra cultura , da ciò che in questa cultura è inteso come “normale”, che non possiamo mai dire con certezza chi noi siamo “per natura” e che cosa noi percepiremmo “nella direzione naturale”. Molto prima che noi sviluppiamo un desiderio di contatti sessuali abbiamo, per la maggior parte, dei genitori che ci servono da modelli di ruolo, abbiamo ascoltato narrare fiabe nelle quali Cenerentola alla fine sposa il bel principe e abbiamo visto innumerevoli film nei quali il finale, anzi l’happy end , è sempre un matrimonio tra uomo e donna. E inoltre i sentimenti omosessuali in molte culture del presente vengono caricati di vergogna e angoscia, tanto che è difficile percepire e accettare realmente tutti i propri desideri e aspirazioni. Ciò che la teologa Isolde Karle scrive in un importante studio sul corpo e le sue sensazioni può essere detto anche del desiderio sessuale degli essere umani: se il desiderio in realtà esiste pre-socialmente tuttavia può essere colto solo culturalmente e viene inoltre trasformato socialmente”.
Non posiamo perciò dire come il desiderio sessuale si manifestasse “prima di ogni cultura” o “all’inizio”.


Purtroppo non tutti i teologi la pensano in questo modo, compresa la gerarchia ecclesiale, tanto che la richiesta della Francia all'Onu di depenalizzare l'omosessualità nel mondo, nel 60esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, è stata bocciata dal Vaticano.
E’ vero anche, che sono sempre più le aperture di vescovi e laici verso il mondo “omosessuale”, anche se la voce ufficiale rimane “critica” verso l’omosessualità.

Per concludere, anche io, come la Francia all’Onu, riaffermo il principio di non-discriminazione, il quale richiede che i diritti umani siano applicati in modo eguale a ciascun essere umano senza distinzione di orientamento sessuale e identità di genere.

Anche io come la Costituzione Italiana, che nell’articolo 3 dichiara, “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” dico che “è compito” di tutti noi “ rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Anche io, come bene recita la mozione, chiedo a questo Consiglio Comunale, di promuovere momenti di educazione civile affinché le persone possano rispettarsi e rispettare anche il proprio orientamento sessuale.

Mi chiedo quale mondo vogliamo costruire per i nostri figli?
Se un mondo che discrimina le persone, o un mondo che le esalta così come sono, oserei dire, così come Dio le ha create.

Io ho ben chiaro quale mondo voglio costruire per mio figlio, ed è per questo che sono favorevole alla mozione proposta questa sera.

Claudio Gargantini
Consigliere comunale del Partito Democratico

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