mercoledì 28 gennaio 2009

Uguaglianza nel momento della morte

All'atto della morte, come viene salutato il defunto in chiesa o fuori di essa?
Ne parlavo con Laura già da tempo.
Durante un funerale di qualche tempo fà in chiesa, ci venne da dire che qualsiasi fosse stato il defunto presente nella bara, la funzione, predica inclusa, sarebbero stata identica. Risulta sicuramente difficile parlare di qualcuno che il prete non conosce. ma perchè rendere l'ultimo saluto un commiato "spersonalizzato"' Quale possibile personalizzazione in quel momento? Non merita forse qualcosa di più la persona che lascia i propri cari nel momento del sauto religioso?
Non sarebbe meglio lasciare il tempo dell'omelia o un tempo al termine della messa uno spazio di tempo in cui chiuque abbia conosciuto il defunto possa dire un pensiero di ricordo?
Quest'attenzione potrebbe essere messa in atto in un funerale civile, vista la mancanza di una liturgia spesso "ingessata".
Un momento in cui possa risuonare la musica cara al defunto, magari anche una canzone che sia stata per lui, per lei, significativa. Uno spazio di silenzio, ma sopratutto uno spazio per la parola di chi vuole ricordare la persona conosciuta sulle strade della propria vita.
A Cernusco c'è un problema, come penso in parecchi comuni d'Italia. Dove? In quale luogo lasciare il defunto prima della sepoltura, affinchè ciò possa avvenire?
E' con soddisfazione che accolgo l'invito dell'Unione Laica di Cernusco al Sindaco e a tutti i gruppi consigliari, affinchè all'interno dei lavori di ristrutturazione del cimitero di Cernusco venga inserita una sala apposita per funerali civili. Mi sembra il minimo affinchè l'art. 3 della Costituzione possa essere rispettato e creare le condizioni di uguaglianza di tutti i cittadini nel momento della propria morte.
Amen.
Claudio

giovedì 22 gennaio 2009

La gerarchia ecclesiastica nega alla persona la libertà come dono di Dio

Sempre in riferimento al dibattito su Eluana e sulla proposta di legge sul Testamento biologico, ascolto la risposta del card. di Torino Severino Poletto alla disponibilità del governatore della Regione Piemonte Mercedes Bresso ad accogliere il corpo di Eluana in una struttura pubblica, per fare un ulteriore approfondimento su come la presa di posizione della gerarchia ecclesiastica, e grazie a Dio non tutta, che non è quella di tutta la chiesa, in quanto la chiesa è molto più della gerarchia, continui a negare la libertà di coscienza data alla persona umana nell'atto di dare la vita e di scegliere la morte richisando di negare l'evidenza della creazione di Dio.

La contraddizione delle parole del cardinale non tocca solo la corretta "interpretazione" della volontà di Dio, ma continua a confondere "Cesare e Dio", ossia politica e religone (anche se la religione è certo un invenzione delle persone e non di dio). La legge di Dio non può valere per la società civile in quanto legge di dio, perchè per la società civile dio non esiste in quanto Dio, altrimenti vivremmo già nel Regno di Dio, e contraddiremmo le parole del Cristo "il mio Regno non è di questo mondo", e la sharia ne diventerebbe l'unica legge possibile contraddicendo così la "dignità" di Cesare. Quindi per l'interpretazione cristiana è chiaro che Dio ha dato alla persona umana la libertà di scegliere della propria morte grazie a una vita cosciente.
Sul fronte cristiano prendiamo alcuni esempi "borderline" ma significativi. Cristo che si è consegnato alla morte liberamente ( il non credente potrebbe dire "ha scelto di morire"), i martiri cristiani che compiono azioni che li portano alla persecuzione e alla morte non sono "civilmente" persone che hanno scelto di morire? Per concludere con papa Woytila che ha voluto " vedere Dio a occhi aperti " rifiutando eventuali alimentazioni che l'avrebbero fatto vivere ancora.
Lo hanno fatto, e hanno fatto bene.
Hanno fatto una scelta consapevole grazie alla consapevolezza acquisita con la loro vita.

Ecco l'importanza del testamento biologico, che altro non è se non la piena e cosciente consapevolezza nella scelta di porre fine, in determinati stati, alla propria vita.

Per quanto riguarda il discorso "politico", Poletto cade in contraddizione in quanto, è indubbio che nessuno, e men che meno la Chiesa, possa imporre agli altri la legge di Dio alla città delle persone dove vivono credenti cattolici e di altre fedi, e non credenti, in quanto non è possibile considerare in politica Dio in quanto dio, ma solo come filosofia di pensiero che deve trovare su un piano di condivisione e non di imposizione il suo valore.
Questa una delle sfide del cristiano in politica, portare il "volere di Dio" su un piano di valori condivisibili e mai imponibili.

Personalmente ribadisco la convinzione che una buona vita è possibile solo grazie a una morte cosciente, e una morte cosciente è possibile solo grazie a una vita vissuta con personale consapevolezza.

Pensando, amareggiato, alle "cieche" parole di questa gerarchia concludo citando Marco 7,6 ( che riprende Isaia 29,13)
Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:
Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini".


amen
claudio

mercoledì 21 gennaio 2009

Russia: l'erede della Politkovskaya, uccisa insieme ad avvocato

E' di ieri la notizia che la venticinquenne Anastasia Baburov, erede di Anna Politkovskaya e' stata uccisa in un agguato insieme a un avvocato icona della lotta per i diritti civili in Cecenia.
Una notizia che giunge da lontano e mi ha reso triste.
Mi sembra di vedere come sia impossibile contrastare la "mafia" qualsiasi essa sia.
Non vorrei che a morire un giorno fossero tutti gli onesti, mentre a vivere tutti i codardi in peccato di omissione.
Ricordo i cinque studenti e il professore della Rosa Bianca e il teologo protestante Dietrich Bonhoeffer, uccisi da Hitler, ricordo ogni grande persona che ha saputo mantenere integra la sua onestà intellettuale a costo della vita.
Mi inginocchio a loro chiedendo la forza di non essere omertoso, perchè l'omertà è il primo segnale della morte interiore.
Claudio

venerdì 16 gennaio 2009

ELUANA: LE MINACCE DEL GOVERNO FANNO ARRETRARE I DIRITTI

E’ di oggi la notizia che la clinica di Udine non accoglierà il “corpo senza vita” di Eluana per dare compimento a una sentenza della Cassazione che aveva confermato il decreto dello scorso luglio della Corte d'appello di Milano che aveva dato il via libera allo stop per i trattamenti sanitari che tengono in vita la 37enne dichiarando inammissibile il ricorso presentato dalla procura generale milanese.
Oggi la clinica si è tirata indietro per paura di ritorsioni da parte del ministro Sacconi.

Il comunicato del Cda della Clinica di Udine è chiaro: "Nel caso si desse attuazione all'ospitalità della signora Englaro per il protocollo previsto, il ministro potrebbe assumere provvedimenti che metterebbero a repentaglio l'operatività della struttura, e quindi il posto di lavoro di più di 300 persone, oltre che di quelli delle società controllate, ed i servizi complessivamente erogati alla comunità". Ovvero, dopo l'atto di indirizzo di Sacconi e le ritorsioni minacciate non possiamo rischiare.

Condivido le dichiarazioni del senatore del PD Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sulla Sanità.

"Al di la' delle decisioni prese dalla clinica di Udine, va fatta una valutazione generale sul clima che si sta instaurando nel nostro paese. Un clima dove chi governa, in ambito sanitario, sta davvero superando ogni limite accettabile''.
''La politica della maggioranza - continua Marino - e' quella di intromettersi in ogni tipo di decisione, di intervenire sulle scelte dei cittadini, di snaturare la Costituzione imponendo per legge trattamenti medici e violando cosi' il diritto alla liberta' di cura. Il Governo si permette di minacciare ritorsioni contro chi non esegue alla lettera gli ordini, per non parlare della gravita' di porsi in netto contrasto con il potere giudiziario, le sentenze dei giudici e addirittura della Corte costituzionale, la piu' alta e autorevole istituzione in materia giuridica del nostro Paese''.
"Sono sinceramente preoccupato e mi chiedo che cosa dobbiamo ancora aspettarci. Che cosa fara' il Ministro Sacconi quando si presentera' il caso di una persona che rifiutera' di alimentarsi artificialmente? Chiamera' i Carabinieri? Voglio ricordare - conclude Marino - la famosa vicenda del Patriarca di Costantinopoli, Athenagoras che, in seguito ad una frattura del femore, rifiuto' il ricovero e chiese di non essere piu' alimentato ma lasciato morire semplicemente, come un monaco. Che cosa avrebbe fatto il Ministro in quella circostanza, avrebbe ordinato la nutrizione del patriarca per decreto minacciandolo?".

E' bene ricordare anche il caso raccontato sul numero di MicroMega (5/07)in cui la dott.ssa Lina Pavanelli, medico anestesista, già docente presso l’Istituto di anestesiologia e rianimazione dell’Università di Ferrara e direttrice della scuola di specializzazione in anestesia e rianimazione, dimostra in un lungo e dettagliato saggio come il trattamento medico ricevuto da papa Wojtyla nelle ultime settimane di vita costituisca, secondo i criteri stabiliti dalla Chiesa cattolica, un vero e proprio caso di eutanasia.

E’ sempre più forte il dubbio che l’ipocrisia di chi vuole limitare la libertà della coscienza sia sempre più finalizzata alla vanità del potere sulle persone.

A questo punto non ci rimane che supportare il disegno di legge Marino sul Testamento Biologico e contro l'accanimento terapeutico per garantire il diritto a ogni persona, solo se lo vuole, di indicare le cure e i trattamenti che ritiene accettabili per sè stesso, nel caso in cui un giorno diventasse incapace di intendere e di volere.

Personalmente ritengo che una buona vita sia possibile solo grazie a una morte cosciente.
Il testamento biologico và in questa direzione.

Puoi aderire alla petizione su http://testamentobiologico.ilcannocchiale.it/
o su facebook all’indirizzo http://apps.facebook.com/causes/132049



Claudio Gargantini

CAG, non ti aspetti ciò che non conosci.

Questa sera sono stato nella sede ristrutturata del CAG, Centro di Aggregazione Giovanile, di Cernusco sul Naviglio. L'occasione è data dalla mostra di giovani artisti "gravitanti" intorno al centro. Ho visto la mostra, ho visitato il CAG (è possibile consegnare una ristrutturazione in pieno inverno con un riscaldamento difettoso?!), ho visto tante belle persone, ho gustato l' arte esposta alla mostra, ho bevuto una buona birra, va bè due.
Ritengo che la mostra e il centro meritino maggior pubblicità.
Scopro che il centro gestisce una Radio su web, http://www.radiomxt.com/index.htm, condotta dai giovani che frequentano il centro. La stò ascoltando ora, piacevole la musica e buona la programmazione, facci un salto ogni tanto.
Se penso che come consigliere comunale quasi non conoscevo il centro e le iniziative correlate.
Nell'attesa di scoprire qual'è la politica sui giovani della nostra amministrazione mi impegno a promuovere il centro e a conoscerlo meglio.
Parlare di disagio giovanile e di bullismo è fin troppo facile. Meglio cogliere le opportunità di prevenzione che vengono da centri come questo.
C'è un mondo di giovani tutto da scoprire. Complimenti al responsabile Nico Acampora, alle sue ragazze e ai suoi ragazzi.
Grazie . Claudio

La vera malattia mentale è l'omofobia

L'intervento del consigliere regionale della Lega Stefano Galli, volto a bocciare la giornata contro l'omofobia, è un chiaro esempio di come la mente umana a volte faccia del male a se stessa, arrivando a ritenere l'inclinazione sessuale più importante della persona umana. L'omosessualità come anche l'eterosessualità non è altro che l'inclinazione sessuale che la Persona sceglie per essere pienamente se stessa.
Pensando alla famosa canzone, Blowing in the wind, mi permetto di aggiungere una frase:
quanti omosessuali dovranno soffrire, prima di vedere riconosciuti i propri diritti?

Ecco l'intervento del consigliere. Nella frase finale tutta la bassezza della discriminazione.



Aggiungo un pezzo di commento all'intervento.




Claudio

domenica 11 gennaio 2009

In ricordo di Fabrizio De Andrè

Nell'anniversario della morte, prendo spunto dalle parole della canzone di Fabrizio De Andrè "Via del campo" per una breve riflessione e un augurio.
In questa nostra società, dove spesso occorre essere ciò che gli altri ci chiedono e non ciò che noi vogliamo essere per gli altri, le parole di De andrè ci ricordano una autentica possibile prospettiva.

Via del Campo c'è una graziosa
gli occhi grandi color di foglia
tutta notte sta sulla soglia
vende a tutti la stessa rosa.

Via del Campo c'è una bambina
con le labbra color rugiada
gli occhi grigi come la strada
nascon fiori dove cammina.

Via del Campo c'è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano

e ti sembra di andar lontano
lei ti guarda con un sorriso
non credevi che il paradiso
fosse solo lì al primo piano.

Via del Campo ci va un illuso
a pregarla di maritare
a vederla salir le scale
fino a quando il balcone ha chiuso.

Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior.


Dove spesso conta più l'apparire che l'essere, più le frasi ad effetto che la coerenza della vita.
Il mio augurio è che l'originalità di ognuno di noi irrori di gocce questa nostra terra, fuggendo dai facili conformismi, dai sepolcri imbiancati "i diamanti" per cercare "il letame" ossia la purezza di ogni persona che ci circonda.

Buona vita.
Claudio

Ecco l'interpretazione di De Andrè in uno dei suoi ultimi concerti.

Lasciami un tuo segno. Grazie

Grazie per i commenti lasciati. Vi chiedo una cortesia, lasciate la vostra firma, un riferimento, almeno il nome, magari la mail. La vita non è solo questione di merito e di metodo, ma anche e soprattutto una questione personale. Le cose che si dicono, come si dicono, acquistano sapore se riferite a un volto, a un nome.Ciao Claudio.



mail claudiogargantini@alice.it

cell. 335.6920669

fax 06.418.69.267