domenica 28 settembre 2008

Ingrati verso gli immigrati

Minacce naziskin ai Martinitt, ragazzi sfollati per una notte
L´istituto ospita venti extracomunitari in via Rubattino e confina con il liceo Manzoni. Minacce e striscioni, i ragazzi costretti a lasciare la sede. l dormitorio ospita 20 giovani maghrebini e kosovari tra i 14 e i 18 anni................



Ho ascoltato questa notizia alla radio. Mi sono rivolto a Laura e le ho detto : Se solo potessero , auguro a tutti gli immigrati di lasciare l’Italia per lasciarci nella merda.
Ci rendiamo conto cosa accadrebbe se gli immigrati tornassero nel paese di origine?
Sicuramente non ce ne rendiamo conto. Contiamo troppo sulla loro necessità di mangiare e di dare da mangiare ai famigliari rimasti nella terra di origine, per permetterci di giocare con le loro vite.
Grazie ai consumisti messaggi televisivi la nostra anima si è così anestetizzata da non riconoscere più la realtà.
Viviamo imbevuti di percezione alimenta ad hoc da qualcuno che ha solo l’interesse a mantenere il popolo cieco, sordo e bue.
Non sappiamo più guardare negli occhi le persone all’apparenza diverse da noi.
Meriteremmo di rimanere nella merda, con i nostri bei vestiti alla moda, le nostre grosse automobili e le nostre play station.
Nella merda questo è il posto che ci meritiamo.
Scusate lo sfogo, ma quando incontro per strada le ragazze dell’est che hanno lasciato mariti e figli per pulire il sedere ai nostri vecchi. Quando vedo l’umiltà e la dignità con la quale le immigrate puliscono le nostre case e i nostri uffici. Quando sul viale assunta incrocio gli immigrati tornare tardi la sera dai propri luoghi di lavoro.
Quando vedo tutto questo non posso che sentire una morsa al cuore e provare tenerezza per queste persone oltre a tanta rabbia e profonda tristezza per tutti i cernuschesi e per gli italiani che non sanno apprezzare coloro che contribuiscono al nostro benessere negando loro i diritti più elementari.

Notte nell’attesa di un’alba nuova.
Claudio

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravo Garga,
stavolta sottoscrivo in pieno.

Paolo

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