domenica 14 settembre 2008

Salvare l’anima. Ecco il nostro destino.



La gente comune ha il potere di non pensare a ciò che non vuole pensare…....così si conservano le false religioni; ma, presso molte persone , anche quella vera. Ci sono alcuni però che non hanno il potere di impedirsi di pensare e che, quanto più lo si proibisce loro, tanto più pensano. Costoro si liberano dalle false religioni, ma, se non trovano discorsi saldi, anche dalla vera.
Blaise Pascal, Pensees, n°668, in Oeuvres completes, Parigi 2000

Anch’io non riesco ad impedirmi di pensare. Pensieri come un fermento che non ha mai fine.
Come una goccia che irrora la terra. Senza la quale la mia terra sarebbe arida.
Sono pensieri che cercano il senso delle persone e delle cose, il senso della vita e del mio esistere.
Ma veniamo al libro di Vito Mancuso, L'anima e il suo destino, Raffaello Cortina Editore, che anche io ho letto come tanti altri, (120.000 copie vendute a maggio 2008).
L’amico Michele, per esempio, lo ha già letto due volte ed ha scritto anche una mail all’autore, come lui stesso chiede nel suo libro, ricevendone risposta.
Personalmente non so se scrivergli. Forse gli invierò questo pensiero in libertà che lascio sul mio blog, in particolar modo come ringraziamento per il suo contributo alla ricerca della verità, alla libertà dell’anima.

Vito Mancuso è docente di Teologia moderna e contemporanea presso la facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele di Milano. Scrivere da teologo e criticare alcune teorie del catechismo della chiesa cattolica è da coraggiosi in questi tempi.
Ma si sa, lo spirito soffia dove vuole.
E visto che dove c’è spirito c’è libertà, nel libro non può non trovare spazio anche il Cardinal Martini che nella lettera introduttiva, mette in guardia Mancuso.
"Hai avuto un bel coraggio a scrivere dell'anima, la cosa più eterea, più imprendibile che ci sia, tanto che si giunge a dubitare che essa esista."…………….."Penso di sentire parecchie discordanze su quanto tu concludi su diversi punti, ma non posso negare che tu cerchi sempre di ragionare con rigore, con onestà e con lucidità, e che hai il coraggio delle tue idee, dicendo anche apertamente che esse non sempre collimano con l'insegnamento tradizionale e talvolta con quello ufficiale della chiesa. Perciò il tuo libro incontrerà opposizioni e critiche. Ma sarà difficile parlare di questi argomenti senza tenere conto di quanto tu ne hai detto con penetrazione coraggiosa"…………..”Non posso perciò che augurare che il tuo libro venga letto e meditato da tante persone, anzitutto da coloro che non si preoccupano dell’esistenza dell’anima ne del futuro dell’uomo e che anche per questo non hanno punti saldi a cui ancorarsi. Ma anche altri, quelli che ritengono di avere punti di riferimento saldissimi, possono leggere le tue pagine con frutto, perché saranno indotti o a mettere in questione le loro certezze o saranno portati ad approfondirle, a chiarirle, a confermarle.

Riporto le parole di Martini, perché ogni potenziale lettore sia a conoscenza di cosa lo aspetti leggendo questo testo.

Personalmente ho trovato la conferma di alcuni concetti che avevo già fatto miei. Ho trovato lo stimolo e il coraggio di andare avanti nella ricerca "dell’uomo più che del sabato", soprattutto in quei momenti in cui è facile e comodo piegarsi al conformismo e al perbenismo, spesso presenti nelle nostre comunità civili e religiose.

Nel libro riscopro l’invito a spogliarmi di quei dogmi che a volte non hanno fondamento. Primo tra tutti quell’inferno che stride con l’amore eterno di Dio. E insieme all’inferno ci metto anche il diavolo.
Riporto le parole del teologo. “ Come l’Inferno, che è il massimo del disordine, non esiste nell’eternità, allo stesso modo il diavolo, che è la personificazione del disordine, non può esistere, come sussistenza personale dell’eternità. Di più: il Diavolo non può neppure essere una persona concreta, perché la persona nella sua essenza e relazione ordinata, e quindi è bene, mentre l’idea che il Diavolo esprime il disordine, l’entropia, la condizione oggettiva negativa dell’assenza di relazioni stabili, e quindi dell’assenza della base ontologica per il darsi della persona.” (pag. 264)

Mi vengono in mente le parole di qualche amico prete quando predicava che la vittoria di satana è far credere agli uomini che lui non esiste. E se fosse vero?! Se il diavolo e l’inferno non esistessero realmente?! Cambierebbe qualcosa nel progetto di amore divino? Non credo proprio. Condivido ciò che dice Mancuso su questi temi, ritrovandomi a dubitare del catechismo della chiesa cattolica riguardo a diavolo e inferno.
Rilevo che spesso alcune concetti dei catechismi nascono per dare risposte alle domande di una determinata epoca. E come tutte le cose relative valgono nel tempo in cui nascono. Chiederebbero quindi di essere costantemente aggiornati, perché qualora restassero in piedi, pur non avendo più fondamento nel tempo presente, allora si sarebbero trasformati in ideologia.

Sfoglio ancora il libro per riprendere i passi più significativi e respiro il suo odore. Quell’ odore che solo i libri sanno conservare. Un odore che diventa sapore e gusto. Questo libro mi ricorda che la vita va gustata e và goduta.


“La nostra epoca è la vera e propria epoca della critica, cui tutto deve sottomettersi. La religione mediante la sua santità e la legislazione mediante la sua maestà vogliono di solito sottrarsi alla critica. Ma in tal caso esse suscitano contro di sè un giusto sospetto e non possono pretendere un rispetto senza finzione, che la ragione concede soltanto a ciò che ha potuto superare il suo esame libero e pubblico” (Immanuel Kant, Critica della ragione pura. 1781)

Coscienza e critica che aiutano a non confondere il dito (le varie chiese) con la luna (Dio), e nel dubbio avere fede nella luna senza sconfessare la ragione di essere del dito.

Coscienza e anima, un binomio che da senso alla vita.
Ecco l’invito a riscoprire l’ anima come strumento per giungere alla verità.
Con questo testo Mancuso da un contributo importante alla scoperta della verità. Partendo dalla natura, dove creazionismo e evoluzionismo a mio parere non si contraddicono. E se ho compreso bene il libro, neanche per l’autore.
Non si discute il big bang. Anzi potrebbe essere questo il modo scelto da Dio per dar vita alla vita, concedendo regole sue proprie alla natura.
Il soffio vitale è già da sempre contenuto nella polvere della materia “ (pag14)
la legge fondamentale della natura-physis è la relazione”.
Logos e relazione, conoscersi e riconoscere, coscienza ed esistenza.
La vita è tutta una questione di relazione.

L’ Essere è energia da cui anima vegetativa, sensitiva, razionale, spirituale.
Chi crea l’anima? Dio con o senza concorso dei genitori? Altro punto di contrasto tra l’autore e il catechismo. (pag 85)

Peccato originale. Anche questo punto viene messo in motivata discussione da Mancuso.
“l’errore della concezione teologica tradizionale sul peccato originale sta nel chiamarlo peccato. Non vi è nessun peccato, non abbiamo commesso nessuna colpa che preesiste sulle nostre vite indipendentemente da noi. E’ la vita che è fatta così, la biologia lo mostra nel modo più chiaro.” (pag. 170)

io penso che il peccato del mondo sia la cifra che interpreta al meglio la condizione originaria della libertà” (pag. 172)

Infine sul tema della salvezza, “la giustizia libera dalla morte ( proverbi 10,2 e 11, 4) non ci sono dubbi sulla salvezza dei giusti a qualunque religione o non religione appartengano e chi li avesse è meglio che se li faccia passare , perché altrimenti farebbe di Dio nientr’altro che il più raffinato dei carnefici, visto che la gran parte degli uomini finora apparsi sulla terra non ha avuto nulla a che fare col Cristianesimo storico” (pag 174)

Origine e immortalità dell’anima.
La morte come amica e parte della vita.
Il paradiso non come luogo fisico, ma come condizione dell’anima.
Un’ inferno che non è eterno. Il limbo e il valore della preghiera.
Insomma ce n’è da ubriacarsi in questo bel testo.

Riguardo la coscienza Mancuso concorda con il catechismo quando dice che “l’essere umano deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza” .
Ed è questa coscienza che mi chiede di riconoscere e trasportare anche in politica il rispetto per ogni persona, per ogni anima.

Ringrazio Mancuso per il coraggio del suo pensiero.

Un libro il suo, che è musica per le mie orecchie.
Mi auguro anche per quelle di tanti amici e amiche che vorranno gustarlo.
Ciao
Claudio

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Claudio,

ti ringrazio di cuore dell'attenzione al mio lavoro e delle belle parole che vi hai dedicato.

Vito Mancuso

Anonimo ha detto...

Ho appena letto le tue riflessioni.
Le condivido in grandissima parte,
in particolare in alcuni concetti di cui discuteremo a viva voce.
Salvare l'anima, ecco il nostro destino.
oppure
Riconoscere l'anima,
ecco il nostro scopo.

Che ne dici?

COMPLIMENTI.

Un caro saluto,
Michele.

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