COMUNICATO STAMPA Rosa Bianca: Il giudice ha deciso che l'uso esclusivo del nome sia riconosciuto all'associazione pre-esistente.
Il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso presentato in via d'urgenza dall'Associazione Rosa Bianca contro il perdurante uso confusorio del suo nome, nei siti e nei nomi a dominio, da parte del neo movimento politico/partito costituito dal sen. Mario Baccini, dal dott. Savino Pezzotta, e dall'on. Bruno Tabacci.
Il Giudice, condividendo le argomentazioni sostenute dal collegio difensivo (composto da: prof. avv.Gustavo Ghidini, avv. Marco Mergati, prof. avv. Nicolò Lipari, prof. avv. Valerio Onida), ha stabilito l'esistenza del «diritto dell'associazione ricorrente ad agire per chiedere la tutela del proprio nome e della propria identità personale. Invero il nome "Rosa Bianca" identifica da decenni l'attività della ricorrente, come dimostrato da tutta la documentazione prodotta, individuando l'identità storica, politica e culturale dell'associazione. Come specificato nel ricorso si tratta di un'associazione di cultura e impegno politico, che prende il nome e l'ispirazione da un gruppo di studenti tedeschi che si opposero al regime nazista, e che fin dal 1978 opera con lo scopo di diffondere la cultura cattolico-progressista. Lo stesso nome dunque non può essere usato da un altro e diverso movimento politico, differente per storia e orientamento politico, essendo quell'uso idoneo a creare confusione ed a ledere l'identità personale dell'associazione ricorrente [...] Il danno che si può verificare per l'associazione ricorrente deriva inevitabilmente dall'oscuramento conseguente alla massiccia presentazione agli elettori del neo-costituito movimento politico e dal suo sito Internet. Sussiste conseguentemente anche il pericolo nel ritardo, in quanto attendere l'esito del giudizio di primo grado danneggerebbe l'associazione Rosa Bianca, che non avrebbe modo di far conoscere pienamente la propria attività discendente dalla sua identità culturale, con grave lesione dei diritti personalissimi».
L'accoglimento del ricorso comporta l'inibizione della prosecuzione dell'uso, a qualsivoglia titolo e con qualsiasi mezzo – e in particolare come nomi a dominio – di segni identici o simili al nome "Rosa Bianca", con la fissazione di una somma a titolo di penale per la mancata ottemperanza, la pubblicazione della decisione a spese del resistente sui quotidiani Il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa e sui settimanali l'Espresso, Panorama e Famiglia Cristiana, nonché il rimborso delle spese legali.
L'Associazione Rosa Bianca, nell'esprimere soddisfazione per una decisione che rende ragione delle aspettative riposte sul riconoscimento e la tutela del proprio diritto al nome, confida nell'adempimento spontaneo dell'ordine del giudice da parte del neo movimento politico, al fine di poter finalmente spostare il confronto di idee ed il legittimo pluralismo delle opzioni politiche nello spazio del dibattito pubblico e leale, che solo può alimentare una democrazia partecipata.
Grazia Villa
Presidente nazionale associazione Rosa Bianca italiana.
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