Ecco il mio intervento sulla mozione avente ad oggetto “Iniziative per la prevenzione dell’aborto e il sostegno alla maternità”, presentata da Giorgio Monti, capogruppo di Forza Italia a Cernusco al Consiglio Comunale di mercoledì 5 marzo 2008
La mozione presentata dal capogruppo di FI Giorgio Monti porta in quest’aula il dibattito presente in Italia ormai da mesi.
Ringrazio Monti per la sensibilità dimostrata sull’argomento in questione, anche se ritengo personalmente auspicabile che su tematiche fondanti quali la difesa della vita, la prevenzione e la tutela della maternità, possa essere verificata tra i consiglieri comunali e la giunta, una preventiva convergenza di intenti che porti ad una mozione condivisa.
Lo slogan che ha riaperto il dibattito, "moratoria dell'aborto" coniato da Giuliano Ferrara, stabilendo una "stringente analogia" tra pena di morte e aborto, accomunati come omicidi legali, ha sì riaperto il problema, ma in modo tale da riaprire anche lo scontro sociale e culturale.
Vengo alle mie considerazioni.
La questione aborto è indubbiamente un intreccio di violenze.
La mozione presentata dal capogruppo di FI Giorgio Monti porta in quest’aula il dibattito presente in Italia ormai da mesi.
Ringrazio Monti per la sensibilità dimostrata sull’argomento in questione, anche se ritengo personalmente auspicabile che su tematiche fondanti quali la difesa della vita, la prevenzione e la tutela della maternità, possa essere verificata tra i consiglieri comunali e la giunta, una preventiva convergenza di intenti che porti ad una mozione condivisa.
Lo slogan che ha riaperto il dibattito, "moratoria dell'aborto" coniato da Giuliano Ferrara, stabilendo una "stringente analogia" tra pena di morte e aborto, accomunati come omicidi legali, ha sì riaperto il problema, ma in modo tale da riaprire anche lo scontro sociale e culturale.
Vengo alle mie considerazioni.
La questione aborto è indubbiamente un intreccio di violenze.
Innanzitutto, la violenza sull'essere umano in formazione, privato del diritto alla vita.
Un primo aspetto controverso è quale sia l’inizio della vita.
Per i cattolici coincide con il concepimento, mentre i protestanti considerano la nascita come la soglia decisiva. Per gli ebrei il feto nel ventre della madre è un progetto di vita in corso d’opera mentre per i mussulmani il feto diventa una persona umana a quattro mesi dal concepimento anche se si tratta di una persona umana allo stato vegetativo. Rileviamo così che anche le religioni si dividono sulla concezione di inizio vita.
Trascendentemente parlando, quando l’anima entri nella coscienza, ritengo che Dio solo lo sappia.
Anche la scienza si divide sulla questione, e nella società civile si diventa persone con diritti e doveri al momento della nascita.
Ma, in numerose circostanze, ci può essere violenza nella gravidanza stessa, questa volta contro la donna, quando la salute ne sia minacciata, non solo nel corpo ma anche nella mente, da sentimenti di colpa odi sopraffazione, solitudine, indigenza, abbandono.
D'altra parte, non solo la gravidanza, ma l'aborto stesso, percepito come via d'uscita da situazioni di necessità senza altro sbocco, si traduce in violenza anche verso la donna, costretta a privarsi del suo diritto alla maternità.
Riconosciamo che l'aborto, nella maggior parte dei casi, è violenza di deboli su più deboli.
Se da un lato, sta la tutela del concepito fondata sul riconoscimento costituzionale dei diritti inviolabili dell'uomo, “sia pure con le particolari caratteristiche sue proprie”, trattandosi di chi “persona deve ancora diventare”, dall'altro, sta il diritto all'esistenza e alla salute della donna, che è “già persona”
Il riconoscimento pieno del diritto di una si traduce a volte nella negazione del diritto dell'altro.
Fin qui siamo a parlare di un accadimento già avvenuto, ossia il concepimento.
Essendo medico, Monti conosce meglio di me quanto nella vita delle persone sia doveroso curare ma quanto sia ancor meglio prevenire.
Nella mozione non trovo impegni di prevenzione affinché la maternità e la paternità siano scelte consapevoli e non frutto del caso.
In particolare occorre
Un’ Educazione sessuale, per prevenire le gravidanze che non si potranno poi sostenere
Un ‘Educazione sessuale fatta di crescita della personalità, conoscenza della corporeità e gestione delle relazioni per conoscersi e comprendere come la genitorialità possa essere la naturale conseguenza di una scelta libera, consapevole e matura della nascita di una nuova vita.
Nella mozione non si parla di prevenzione e di diffusione dei metodi anticoncezionali come “mezzo” utile affinché non accada una nuova vita non voluta. Non è più possibile omettere tali informazioni educative.
Occorre anche giustizia sociale, per assicurare alle giovani coppie la tranquillità verso un avvenire in cui la nascita d'un figlio non sia un dramma.
Occorre ad esempio occupazione e stabilità nel lavoro, per evitare alla donna il ricatto del licenziamento, e assicurare alla famiglia una vita dignitosa.
Anche l’Amministrazione Comunale può e deve fare la sua parte con servizi sociali e sostegni economici a favore della libertà dei genitori indigenti.
Nell’articolo 2 della legge 194 si afferma che” i consultori familiari ……….assistono la donna in stato di gravidanza ………. contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza…………….
Sempre l’art. 2 così recita ….. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita.............
Nella mozione di Monti si parla di interventi verso la donna intenta ad abortire.
La legge parla di interventi di associazioni e di formazioni sociali atte ad aiutare la maternità dopo la nascita.
Non vorrei che per alcuni la difesa della vita diventi una contrapposizione contro i diritti e la libertà delle persone coinvolte, in particolare della donna in un difficile momento della propria esistenza.
Non c’è niente di più importante per la donna che comprendere cosa si voglia in quel momento, e non c’è niente di peggio di qualcuno che voglia convincerti di una scelta o di un’altra.
La mozione presentata questa sera da Giorgio Monti su un tema così importante meritava una condivisione con tutti i membri del consiglio comunale nell’atto della sua presentazione. Inoltre è lacunosa in parti troppo importanti quali prevenzione e educazione alla sessualità.
Nella mozione, prima ancora di avviare un’analisi sull’ impatto che la tematica produce sul nostro territorio, si chiede di impegnare
l’ Amministrazione e i vari interlocutori ad azioni concrete.
Sarebbe come prescrivere una cura prima della diagnosi.
A mio parere invece, e concludo, gli incontri di approfondimento sul tema coinvolgendo realtà istituzionali, medico-ospedaliere e associative, che Monti propone nella sua mozione, devono essere propedeutici rispetto alla decisione su cosa fare e come impegnare l’Amministrazione, nel rispetto della legge 194, in ogni eventuale iniziativa culturale e sociale.
Sottoscrivo la scelta del mio gruppo votando contro.
Un primo aspetto controverso è quale sia l’inizio della vita.
Per i cattolici coincide con il concepimento, mentre i protestanti considerano la nascita come la soglia decisiva. Per gli ebrei il feto nel ventre della madre è un progetto di vita in corso d’opera mentre per i mussulmani il feto diventa una persona umana a quattro mesi dal concepimento anche se si tratta di una persona umana allo stato vegetativo. Rileviamo così che anche le religioni si dividono sulla concezione di inizio vita.
Trascendentemente parlando, quando l’anima entri nella coscienza, ritengo che Dio solo lo sappia.
Anche la scienza si divide sulla questione, e nella società civile si diventa persone con diritti e doveri al momento della nascita.
Ma, in numerose circostanze, ci può essere violenza nella gravidanza stessa, questa volta contro la donna, quando la salute ne sia minacciata, non solo nel corpo ma anche nella mente, da sentimenti di colpa odi sopraffazione, solitudine, indigenza, abbandono.
D'altra parte, non solo la gravidanza, ma l'aborto stesso, percepito come via d'uscita da situazioni di necessità senza altro sbocco, si traduce in violenza anche verso la donna, costretta a privarsi del suo diritto alla maternità.
Riconosciamo che l'aborto, nella maggior parte dei casi, è violenza di deboli su più deboli.
Se da un lato, sta la tutela del concepito fondata sul riconoscimento costituzionale dei diritti inviolabili dell'uomo, “sia pure con le particolari caratteristiche sue proprie”, trattandosi di chi “persona deve ancora diventare”, dall'altro, sta il diritto all'esistenza e alla salute della donna, che è “già persona”
Il riconoscimento pieno del diritto di una si traduce a volte nella negazione del diritto dell'altro.
Fin qui siamo a parlare di un accadimento già avvenuto, ossia il concepimento.
Essendo medico, Monti conosce meglio di me quanto nella vita delle persone sia doveroso curare ma quanto sia ancor meglio prevenire.
Nella mozione non trovo impegni di prevenzione affinché la maternità e la paternità siano scelte consapevoli e non frutto del caso.
In particolare occorre
Un’ Educazione sessuale, per prevenire le gravidanze che non si potranno poi sostenere
Un ‘Educazione sessuale fatta di crescita della personalità, conoscenza della corporeità e gestione delle relazioni per conoscersi e comprendere come la genitorialità possa essere la naturale conseguenza di una scelta libera, consapevole e matura della nascita di una nuova vita.
Nella mozione non si parla di prevenzione e di diffusione dei metodi anticoncezionali come “mezzo” utile affinché non accada una nuova vita non voluta. Non è più possibile omettere tali informazioni educative.
Occorre anche giustizia sociale, per assicurare alle giovani coppie la tranquillità verso un avvenire in cui la nascita d'un figlio non sia un dramma.
Occorre ad esempio occupazione e stabilità nel lavoro, per evitare alla donna il ricatto del licenziamento, e assicurare alla famiglia una vita dignitosa.
Anche l’Amministrazione Comunale può e deve fare la sua parte con servizi sociali e sostegni economici a favore della libertà dei genitori indigenti.
Nell’articolo 2 della legge 194 si afferma che” i consultori familiari ……….assistono la donna in stato di gravidanza ………. contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza…………….
Sempre l’art. 2 così recita ….. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita.............
Nella mozione di Monti si parla di interventi verso la donna intenta ad abortire.
La legge parla di interventi di associazioni e di formazioni sociali atte ad aiutare la maternità dopo la nascita.
Non vorrei che per alcuni la difesa della vita diventi una contrapposizione contro i diritti e la libertà delle persone coinvolte, in particolare della donna in un difficile momento della propria esistenza.
Non c’è niente di più importante per la donna che comprendere cosa si voglia in quel momento, e non c’è niente di peggio di qualcuno che voglia convincerti di una scelta o di un’altra.
La mozione presentata questa sera da Giorgio Monti su un tema così importante meritava una condivisione con tutti i membri del consiglio comunale nell’atto della sua presentazione. Inoltre è lacunosa in parti troppo importanti quali prevenzione e educazione alla sessualità.
Nella mozione, prima ancora di avviare un’analisi sull’ impatto che la tematica produce sul nostro territorio, si chiede di impegnare
l’ Amministrazione e i vari interlocutori ad azioni concrete.
Sarebbe come prescrivere una cura prima della diagnosi.
A mio parere invece, e concludo, gli incontri di approfondimento sul tema coinvolgendo realtà istituzionali, medico-ospedaliere e associative, che Monti propone nella sua mozione, devono essere propedeutici rispetto alla decisione su cosa fare e come impegnare l’Amministrazione, nel rispetto della legge 194, in ogni eventuale iniziativa culturale e sociale.
Sottoscrivo la scelta del mio gruppo votando contro.
Claudio Gargantini
Ho utilizzato alcune frasi tratte dagli articoli apparsi su Repubblica, La moratoria sull’aborto ultima violenza alle donne di Gustavo Zagrebelsky in data 28 Gennaio 2008 e La crudeltà dell’ideologia di Francesco Merlo del 13 febbraio 08
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