lunedì 9 giugno 2008

Piazza del dissenso


Finalmente un sano dissenso. Cosa frulla nella testa di Veltroni and company per stare al gioco delle parti senza più urlare lo scandalo della politica di berlusconi e del suo stesso essere un politico? Ricevo con piacere l'iniziativa di Micromega di costruire un blog sul dissenso. Mentre l'opposizione nicchia, non rimane che la società civile a resistere e a costruire una cultura della giustizia e del rispetto delle regole. Segnalo il nuovo blog di micromega Piazza del dissenso al link http://temi.repubblica.it/micromega-online/piazza-del-dissenso/ ringraziando coloro che in parlamento fanno una vera opposizione.

Sottoscrivo il pezzo di Furio Colombo, scritto su Piazza del dissenso, che riporto di seguito.

Con i Rom, contro la xenofobia del “Pacchetto sicurezza”di Furio Colombo

Torno adesso dal corteo dei Rom organizzato dal Rom Santino Spinelli, professore di “cultura romana” (è la definizione scientifica) all’Università di Trieste. E’ stato un corteo grande, allegro, pieno di adolescenti e bambini. Guardandoli mentre cantavano (e le ragazzine ballavano al suono di un’orchestra tipo “Train de vie”) ho pensato: sono la stessa gente, gli stessi bambini che vengono svegliati nel cuore della notte e cacciati dalle loro roulotte e baracche e prefabbricati, mentre le ruspe distruggono tutto e la gente del vicinato - dicono - applaude. Certo i bambini di Ponticelli hanno scritto nei loro temi che è bene bruciare le case “di quella gente”.
Mi hanno chiesto, in alcune interviste, perché ero lì (oltre a Rita Bernardini ero il solo parlamentare). Ho risposto: “Per non vergognarmi, domani, di non aver detto subito no al delirio leghista che adesso si esprime nel “Decreto Maroni” e nel così detto “Pacchetto sicurezza” di cui tutto va rifiutato.”
Tutti, i Rom e un po’ di sinistra insieme a far festa con alcuni amici ebrei, nel centro di Roma. Qualche volta il vetero-nazismo dei leghisti e del loro patron-finanziatore ottiene risultati opposti ai loro progetto xenofobi.

In pochi giorni si sono accumulate ragioni gravi per dire no a ogni collaborazione con il governo Bossi-Berlusconi.
Il” pacchetto sicurezza” va affrontato nel suo insieme. Ogni tentativo di emendamento e di miglioramento gioca a favore della parte peggiore e più inaccettabile dei programmi di governo Pdl.
Perché:
1) Nel “pacchetto sicurezza” c’è il “reato di clandestinità”. Di esso ha scritto il New York Times (editoriale, 4 giugno): “Attribuire la condizione di clandestinità come identità a un immigrato è un abuso morale che non può essere perdonato”.
2) Il “pacchetto” comprende il sequestro delle case che ospitano clandestini. Notare che la sola esistenza di questa norma rende possibile la cacciata arbitraria di famiglie fino ad ora sfruttate da affitti disonesti, che stanno lavorando, con i bambini a scuola, e che restano nell’indegnità del marciapiede prima di affrontare il perverso percorso legale che li aspetta.
3) Tutta la visione che ispira il “pacchetto sicurezza” autorizza a persecuzioni, crudeltà e cacciate preventive, come già sta avvenendo a Roma, a Milano, a Venezia.
4) Comprende la criminalizzazione arbitraria dei Rom, creando per l’Italia una irrecuperabile immagine di paleo-nazismo, ovvero condizioni morali, psicologiche e di comportamento dei giorni in Weimar, prima del nazismo.

9 giugno 2008

domenica 8 giugno 2008

Quando sicurezza si legge schiavitù

Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civilità e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare. Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri... Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronisrsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po' di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere. Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo

Tratto da De la démocratie en Amerique di Alexis De Tocqueville, 1840

Prendo spunto da questa citazione giratami da Chiara oggi per buttare sul blog alcuni pensieri.
Rilevo che purtroppo questa politica, di cui la televisione ne è il mezzo di trasmissione, sembra sempre più essere, purtroppo, lo specchio dei cittadini.
Ti segnalo Paolo Barnard, giornalista freelance "segato" dal circuito dei contestatori "ufficiali" del potere.
Interessante l'autore, puoi navigare su internet ttp://www.peacelink.it/mediawatch/a/24477.html) e leggere i suoi pensieri.
Ognuno sia leader di se stesso, divenendo in altre parole cittadini adulti che, senza guru e senza vip, sappiano partecipare in orizzontale.
L'invito è di non demandare a nessun Grillo, Santoro o Travaglio di turno la propria contestazione.

Partendo da questa riflessione di Barnard, mi sorge il dubbio che nel gioco del potere ci sia spazio per il contestatore di turno che è parte anch'esso del potere.
E' la società civile il luogo di ripresa di una coscienza di piena cittadinanza libera e autodeterminata, dove la Persona sia il centro della città, e dove non ci siano più autoproclamati maestri di valori incondizionati.

Non c'è via di uscita se non quella di riappropriarsi della propria vita fino in fondo, senza delegarne più la tutela a nessuno, neppure a dio.
Amen
Claudio

martedì 3 giugno 2008

MOZIONE A SOSTEGNO DEL RICONOSCIMENTO DI DIRITTI ALLE PERSONE CHE VIVONO IN CONVIVENZE NON MATRIMONIALI

IL CONSIGLIO COMUNALE DI CERNUSCO SUL NAVIGLIO

PREMESSO CHE
I. Compito di questa Amministrazione e del Governo è di attuare una politica coerente ed organica per la famiglia così come definita dall’art. 29 della Costituzione: “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”;
II. Compito di questa Amministrazione e del Governo è di garantire alle persone i diritti civili e sociali (come sancito dall’articolo 2 e 3 della Costituzione), senza discriminare coloro che affidano i propri progetti di vita a forme diverse di convivenza, siano esse tra persone di sesso diverso o dello stesso sesso;
III. Il riconoscimento di tali diritti non intende modificare o alterare il riconoscimento e l’importanza della famiglia fondata sul matrimonio.

TENUTO CONTO che la legge 24 dicembre 1954, n. 1228, “Ordinamento anagrafico della popolazione residente”, all’art. 1 prevede che l’anagrafe della popolazione residente deve essere tenuta registrando «le posizioni relative alle singole persone, alle famiglie e alle convivenze»; che il Decreto del Presidente della Repubblica del 30 maggio 1989, n. 223, Regolamento d’esecuzione della predetta legge, all’art. 1 specifica che «l’anagrafe è costituita da schede individuali, di famiglia e di convivenza».

EVIDENZIATO che l’art. 4 dello stesso Regolamento d’esecuzione, rubricato “Famiglia anagrafica”, riconosce che «Agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozioni, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune».

VISTO che l’art. 33 del Regolamento d’esecuzione stabilisce che l’ufficiale di anagrafe deve rilasciare certificati anagrafici relativi allo stato di famiglia e che ogni altra posizione desumibile dagli atti anagrafici «può essere attestata o certificata, qualora non vi ostino gravi o particolari esigenze di pubblico interesse, dall’ufficiale di anagrafe d’ordine del sindaco».

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE:

A) ad istruire l’ufficio anagrafe affinché rilasci ai componenti delle famiglie anagrafiche che ne facciano richiesta, ai sensi dell’art. 33, comma 2 del D.P.R. 30 maggio 1989, l’«Attestazione di famiglia anagrafica basata su vincoli di matrimonio o parentela o affinità o adozioni o tutela o vincoli affettivi» (come riconosce l’art. 4 dello stesso Regolamento d’esecuzione), quale pubblica attestazione delle risultanze delle schede di famiglia tenute ai sensi dell’art. 21 D.P.R. 30 maggio 1989;

B) a predisporre la relativa modulistica, previa acquisizione dei necessari pareri dei competenti organi dello Stato;

C) a sollecitare il Parlamento, attraverso i Presidenti di Camera e Senato, affinché affronti nella prossima legislatura il tema del riconoscimento giuridico di diritti, doveri e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto;

D) a divulgare, nella maniera più ampia, alla cittadinanza locale i contenuti e le ragioni della presente delibera.

F.to, in rappresentanza dei rispettivi gruppi consiliari, dai capigruppo:

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea Ermes Severgnini

Partito Democratico Marco Erba

VIVERE Cernusco Fabio Colombo

Cernusco sul Naviglio, 19/03/2008

Segnalazione su comunicato stampa del Comune di Cernusco su mozione coppie di fatto

Nel comunicato stampa inviato dall’ufficio stampa del comune di Cernusco sul Naviglio in data 22 maggio 2008, estrapolo le affermazioni riguardanti i membri del PD.

Claudio Gargantini (Pd) lo ha definito “un gesto simbolico, oltre che politico e amministrativo“;…………………………….per Adriana Guzzi (Pd) è “una risposta doverosa a un’esigenza di autodeterminazione che emerge dai cittadini, anche se il matrimonio rimane l’unico istituto fondante della famiglia.”…………….…………….Posizione, quest’ultima, pienamente condivisa dal sindaco, Eugenio Comincini. “Un segnale importante sulla strada dell’ampliamento dei diritti individuali, che apre certamente un dibattito del quale non dobbiamo avere paura,” ha detto il sindaco…………….………. “Siamo spiacenti che questa apertura sia stata male intepretata”, ha aggiunto Dossi (Pd). “………………………..“Non si vuole creare un nuovo soggetto giuridico, solo offrire uno strumento per ampliare i diritti individuali,” è la precisazione di Marco Erba, capogruppo del Pd.

Non condivido la modalità in cui è stato costruito il comunicato stampa dell’amministrazione in cui l’unica sottolineatura che ne esce dalle dichiarazioni dei consiglieri del PD è quella riguardante il riconoscimento dei diritti individuali.

Il mio intervento in consiglio comunale, riportato nel comunicato stampa sembra andare nella stessa direzione (diritti individuali) dove invece è stata chiara la mia sottolineatura di riconoscimento dei diritti di coppia, che riporto per intero di seguito:

Quello di stasera è un importante gesto non solo amministrativo. E’ un gesto, a mio parere simbolico, che và nella direzione del riconoscimento di quei diritti fondamentali che spettano a tutte le coppie, in particolar modo a tutte quelle oggi discriminate, in particolar modo le coppie gay.

Ritengo positivo citare nei comunicati stampa le frasi dette dai consiglieri.
Chiedo però che le stesse siano riportate in modo che riflettano con rigore il pensiero di cui sono “sintesi”.

Errore tecnico o fatto voluto?

ciao
claudio

martedì 27 maggio 2008

Contenuti, metodi e strumenti comunicativi

Buon mattino, era un pò che non mi svegliavo all'alba per scrivere.
Era qualche settimana che non dormivo così di gusto e se non fosse per portare fuori Quincy per prima cosa, per fare colazione con Laura per seconda cosa, e per andare in ufficio per terza, non mi sarei mai svegliato.
L'incontro di ieri sera al PD in cui ho sottolineato la mancanza di informazione su ciò che siamo e su ciò che facciamo, mi stimola a chiedermi ancora una volta, cosa possa fare io per contribuire a "comunicare", a girare informazioni, a raccontare la vita amministrativa e di partito.
Il blog, gli articoli che invio al sito cernuscoinsieme, mi pongono l'ulteriore domanda sul mio modo di comunicare agli altri e quali gli obiettivi che mi prefiggo.
Quali sono gli stili comunicativi di una persona, quali i miei stili comunicativi, i contenuti, i metodi e gli strumenti di comunicazione che utilizzo?
Tralascio i contenti, parlo di metodi di cui sottolineo i relativi possibili strumenti.
Lo faccio così.
Metodo a sè stessi, quando parlo con me stesso.
Metodo intimissimo, quando parlo di me stesso con Laura.
Metodo intimo-affettivo, quando parlo di me con gli amici intimi e con i miei famigliari.
Metodo amicizia, quando parlo di me e di cosa penso con gli amici.
Metodo indistinto, quanto parlo con chi capita di ciò che capita.
Metodo professionale, quando parlo di lavoro in ufficio.
Metodo pubblico, quando parlo in un luogo pubblico di argomenti pubblici.
Metodo politico, quando parlo di argomenti pubblici come consigliere e come membro del partito.
Metodo ufficiale, quando parlo avendo un ruolo.

Per prima cosa se è vero che la comunicazione è verbale (voce) paraverbale(tono) e non verbale (postura) e anche vero che un metodo comunicativo è da sempre la scrittura nelle varie forme conosciute e in divenire.

Tre gli strumenti scrittuarali, che riguardano i metodi amicizia, pubblico e politico. Per il metodo amicizia il blog è uno strumento da me utilizzato. Mi racconto in libertà e invito chi qui attracca per una pausa, a lasciare un suo pensiero. Alcuni non lo lasciano direttamente nei commenti ma mi scrivono una mail. Grazie di cuore.
Metodo pubblico. Uno strumento che utilizzo è quello di inviare un mio pezzo al sito www.cernuscoinsieme.it . Sono pensieri che rendo pubblici riguardo i più svariati argomenti da cui mi aspetto un confonto sull'oggetto e non sulla mia opinione. Spesso ho ricevuto, sempre sul sito, pareri sulla mia opinione riguardo il tema trattato, mentre mi sarei aspettato che il tema da me sollevato avesse trovato altri contributi sul tema stesso. Altrimenti si passa all'opinione dell'opionione, dell'opinone ancora, dimenticandosi dell'oggetto in questione.

Metodo politico. Certo ci sono i miei interventi in consiglio e al partito, le mie chiacchierate con chi incontro, ma tornando alla comunicazione scritturale rilevo il bisogno e l'esigenza di mettere in atto una comunicazione efficiente ed efficace attraverso la mia mailing list che contribuisca ad aggiornare tutti sull'attività amministrativa e politica della nostra città. Un pò così, per portare il mio contributo-goccia nel mare della comunicazione amministrativa-politica.
Parecchi amici mi segnalano il problema comunicazione quasi fosse un difetto di questa amministrazione e del partito che rappresento.
Per comunicare l'amministrazione comunica ma non è mai troppo, e lo stesso metodo della mailing list potrebbe essere messo in atto dall'amministrazione comunale e dal PD cernuschese direttamente dai propri siti.

Il web terreno di informazioni preziosi, e i suoi strumenti correlati(le mail) possono in questo modo trovare anche sul nostro territorio un ulteriore contributo utile e positivo.

Beh! ora mi sveglio e mi chiedo, quando mai riuscirò a mettere in pratica questo terzo strumento di comunicazione?
Non lo sò, ma sò che lo farò.
Intanto Quincy mi guarda. Ho capito che devo portarlo a fare due passi.

Buon risveglio.
Claudio

mercoledì 21 maggio 2008

8 per mille e la Questua di Curzio Maltese



Mercoledì 21 maggio alle ore 18.30 presso la Libreria Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano, si terrà un incontro con l’autore Curzio Maltese di LA QUESTUA, QUANTO COSTA LA CHIESA AGLI ITALIANI.Approfondimento su un tema “delicato” fonte di scandalo non solo per la politica ma anche per parecchi cristiani.

In questo tempo di 8 per mille una seria riflessione va fatta su un sistema anomalo che permette anche a chi non sceglie di entrare obbligatoriamente nella suddivisione di un finanziamento che nasconde molti lati oscuri e che le stesse istituzioni non pubblicizzano con le dovute modalità informative.
Non sta a me indicare alle istituzioni beneficiarie come usare i fondi a loro destinati, ma posso preferire chi, come le chiese valdesi e metodiste ha stabilito che la somma ottenuta non fosse utilizzata per fini di culto, non servisse cioè al mantenimento dei pastori e delle attività cultuali della chiesa, ma unicamente per progetti di natura assistenziale, sociale e culturale e che una quota corrispondente al 30% dell'importo totale fosse riservata a progetti nei Paesi in via di sviluppo, in collaborazione con organismi internazionali religiosi e laici.

Micromega dal canto suo lancia un appello anche se con stile polemico, sicuramente importante dal lato contenutistico.
Contro la Chiesa gerarchica di Ruini e Ratzinger.Un 8 per mille democratico.
L'appello promosso da MicroMega è stato sottoscritto anche da personalità del mondo cattolico con questa nota aggiuntiva: "Noi cittadini cattolici, che tentiamo di testimoniare nella vita sociale ed ecclesiale un fedeltà la più coerente possibile al Vangelo e quindi critici e scandalizzati nei confronti di una politica dei vertici ecclesiastici sempre più tesa a usare il potere che deriva dal danaro, dalle clientele, dalle influenze politiche, dal dominio sulle coscienze per condizionare la politica degli stati e in particolare di quello italiano, riteniamo legittimo e forse doveroso negare a questo potere ecclesiastico il sostegno dell’8 per mille IRPEF."
http://temi.repubblica.it/micromega-online/8-per-mille-alla-chiesa-valdese-due-appelli-di-laici-e-cattolici/

Adista, , concede un approfondimento che vale la pena di leggere su 8 PER MILLE ALLA CHIESA CATTOLICA:GRANDE COMUNICAZIONE, DUBBIA INFORMAZIONE.
Basta ciccare su http://www.adistaonline.it/index.php?op=articolo&id=42781

Ci vediamo alla Feltrinelli stasera.
Ciao
Claudio

martedì 20 maggio 2008

Mozione a sostegno del riconoscimento di diritti alle persone che vivono convivenze non matrimoniali

Consiglio comunale di Cernusco sul Naviglio, martedì 20 maggio 08
Di seguito il mio personale intervento a sostegno della mozione.


La mozione presentata questa sera è per me motivo di piena soddisfazione per l’attenzione che questo consiglio comunale pone alla tematica trattata e per l’impegno che il Sindaco e la Giunta Comunale si apprestano a prendere a sostegno delle coppie e delle famiglie tutte.
Quello di stasera è un importante gesto non solo amministrativo. E’ un gesto, a mio parere simbolico, che và nella direzione del riconoscimento di quei diritti fondamentali che spettano a tutte le coppie, in particolar modo a tutte quelle oggi discriminate, in particolar modo le coppie gay.

Persona e coppia, spesso possiamo racchiudere in questo binomio il senso di una vita.

Non sempre le leggi si trovano a rispettare il corretto desiderio di tanti cittadini e cittadine che chiedono parità di trattamento nei diritti. C’è bisogno di continuo aggiornamento affinchè La legge dia risposta al qui e ora, rispondendo in tal modo alle reali esigenze della società e dei suoi cittadini.
Il diritto di famiglia codificato nel 1942 ha subito parecchie variazioni che hanno avuto il merito di migliorare la situazione di vita delle coppie e delle famiglie in Italia.
Nel 1942 lo stesso concepiva una famiglia fondata sulla subordinazione della moglie al marito.
Nel 1975 venne riconosciuta la parità giuridica dei coniugi, e venne riconosciuta ai figli naturali la stessa tutela prevista per i figli legittimi.
Nel 1970 venne introdotto il divorzio
La legge 54/2006, ha istituito l’affidamento condiviso,
In questi ultimi 65 anni si sono fatti progressi nel riconoscimento dei diritti delle persone che si trovano a scegliere una vita famigliare.
In ogni modo non potremmo dirci soddisfatti finchè ogni singola persona non vedrà riconosciuti i pieni diritti non solo individuali ma altresì di coppia.
Mi riferisco in particolar modo a quelle persone che dichiarano il proprio affetto e la propria intenzione di costruire una famiglia con persone dello stesso sesso.

Qual’ è la prima cifra su cui si fonda una coppia, da cui nasce la richiesta dei relativi diritti civili?
Non è la diversità sessuale, perché ci si può innamorare con immensa felicità di una persona dello stesso sesso.
Non è la prole, perché tantissime coppie scelgono di non avere figli o non possono averne.
Cos’è allora? Credo sia la matura, consapevole, responsabile ed esclusiva dichiarazione di reciproco affetto che sfocia nella scelta di condividere con un’altra persona un tempo della vita.
Queste è la prima cifra della coppia.

E non parliamo di coppia come esclusività di unione tra uomo e donna richiamando il diritto naturale.
Nella storia erano considerate espressione di diritto naturale situazioni di negazione di umanità. Vedi schiavitù e monarchia.
Il diritto naturale attribuito solo all’unione tra uomo e donna crea disparità di trattamento rispetto ai diritti civili per le coppie innamorate dello stesso sesso, siamo in una condizione di disumanità.

Il cammino di questi ultimi 30 anni ci dice che se le leggi sono cambiate è perché la legge esistente non sempre rispecchiava le reali esigenze dei cittadini. Ciò che non era neppure concepibile, es. il divorzio, è diventato legge e regola rispettosa della salvaguardia del benessere della persona.
Siamo perciò fiduciosi che nuove leggi arriveranno a riconoscere piena cittadinanza attraverso il pieno sviluppo della personalità.

Non dimentichiamoci mai l’art. 3. della Costituzione che nei compiti principali della Repubblica richiama quello di rimuovere ogni ostacolo di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

Oggi nelle nostre città esistono famiglie di serie A e famiglie di serie B. E’ per questo che stasera noi facciamo la nostra parte, nell’attesa che il Parlamento faccia la sua.

Termino citando uno scritto di Pier Paolo Pasolini tratto dagli Scritti Corsari.
“E’ significativo che Hitler abbia mandato nei campi di concentramento tre categorie di minoritari col fine di sterminarli, con la stessa motivazione di salvaguardia della difesa della razza: gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali ( gli omosessuali distinti da un triangolo rosa, erano oggetto di trattamenti abominevoli. Sono tuttavia i soli a non aver mai ottenuto dopo la guerra il diritto a un indennizzo). Anzi possiamo aggiungere, sono gli unici per cui le cose sono sostanzialmente continuate come prima, senza il minimo accenno a qualsiasi forma di riabilitazione.”

Ricordiamo che ad oggi solo gli ebrei sono stati pienamente riabilitati, mentre con la caccia alle streghe in corso, gli zingari fanno buona compagnia agli omosessuali.

E io non vorrei mai trovarmi in compagnia di Hitler nel condividere il concetto di razza umana.

Claudio Gargantini

lunedì 19 maggio 2008

Una ventata di aria pulita per fede e politica

Una ventata di aria pulita per fede e politica.
Oggi ho letto due buone notizie, una riguardante la fede e una riguardante la politica.
Repubblica di oggi mette in prima pagina un articolo di Marco Politi su Martini, il Cardinale e Dio. Il cardinale sempre più cittadino di Gerusalemme si racconta in un libro testamento dal titolo "I colloqui nottuni a Gerusalemme" appena edito in Germania. Nel libro confessa di essere stato anche in conflitto con Dio, e dico io chi non lo è se vive la fede come vita vissuta e non come soli precetti da rispettare.
Nell'articolo, il giornalista ricorda come Martini elogi Martin Lutero ed esorti la Chiesa al coraggio di riformarsi.
E poi ancora parla del ruolo della donna nella chiesa, di giovani e sessualità, di una chiesa indipendente dal potere di questo tempo. Ma il respiro che si coglie nel virgolettato dell'articolo è di un uomo che parla al cuore e fonda le parole su quelle del Vangelo.
Che non dice cosa fare ma che dice al cuore il suo essere in rapporto con Dio.
E poi dice, come era solita esclamare Madre Teresa, che "non puoi rendere Dio cattolico", .
E' proprio così! La novità del cristianesimo è rompere il recinto dove i nuovi "sacerdoti del tempio" hanno rinchiuso Dio. Ed è nella cattolicità che qualcuno ha voluto rinchiudere Dio e pretende che solo là lo si incontri.
Stolti e uomini di poca fede verrebbe da dire.

Ma poi nella stessa pagina interna, finalmente si parla di politica.
Il sindaco di Genova Marta Vincenzi saluta papa Ratzinger in visita nella sua città, citando il teologo tedesco protestante Bonhoeffer, per rammentare che un comportamento etico non può esere stabilito a priori una volta per tutte "ma nasce dalla situazione data".

Finalmente chiarezza da parte della politica nel ridefinire i confini a chi vorrebbe imporre valori incondizionati.
In etica come in politica non esistono valori incondizionati.
L'unico valore incondizionato è che non esistono valori incondizionati ma tutto è risposta alla situazione data.
In politica ogni contributo filosofico, culturale e religioso è importante proprio nella maniera in cui non è imposto ma è condiviso nell'accettazione dell'altro.
L'unico valore imposto è la sintesi data dal contributo di punti di vista differenti.
Nella città delle Persone nessuno può imporre un valore dedotto da un punto di riferimento non condiviso, pur con tutto il rispetto per quel valore e quel riferimento.

Fede e politica, così insieme in un unica pagina di giornale. Che bello viene da dire. Ci sono ancora, ci sono sempre, ci saranno sempre momenti di luce in questo mondo.

Ciao
Claudio

domenica 18 maggio 2008

Il mio 5 per mille per la libertà

Quest'anno il mio 5 per mille andrà all' Associazione Luca Coscioni http://www.lucacoscioni.it/5x1000 per sottolineare l'importanza delle sollecitazioni civili che la stessa compie verso una maggior sviluppo della ricerca scientifica, un'adeguamento affinchè la Legge 40/2004 venga sostituita da una disciplina più europea, laica e liberale, per il diritto al testamento biologico e all'eutanasia che non significa sostituirsi a Dio ma vivere pienamente la responsabilità della propria vita nella relazione cosciente dell'esistenza tra vita e morte.
Anche se l'Associazione conduce le proprie battaglie spesso in modo forte e polemico verso alcune istituzioni, anche religiose, mi sento di dire che oggi è molto più importante il bene della Persona attraverso la ricerca e una legislazione più sensibile ad essa, che le posizioni di potere attraverso le ideologie e i falsi moralismi.

Per ulteriori informazioni sulla modalità delle indicazioni per il versamento all'Associazione vi invito ad andare sul sito.
Ciao Claudio

sabato 3 maggio 2008

Zingari! Conoscere per comprendere

Conoscere per comprendere, comprendere per decidere, altrimenti sono urla del più forte nella giungla.
La Politica con la P maiuscola deve conoscere e capire per guardare oltre l’ostacolo dell’emergenza invece di coltivare la paura, il dubbio e l'angoscia, il cui unico risultato è quello di far implodere le persone su se stesse fino a non riconoscere più il valore dell’umanità condivisa che è prima di tutto l’incontro con l’altro per incontrare se stessi.
Conoscere per conoscersi, incontrare per riconoscersi.
Dove l’altro non sempre è scelto da noi ma proviene da un umanità che è nata in luoghi e terre spesso sconosciuti, luoghi e terre che non conosciamo ma che con il tempo sono diventate anche i nostri.
La politica può proporsi di rimuovere quelle zone marginali dov'è confinata l'umanità di scarto, che sono discariche di umanità.
Umanità di scarto che sono provocazioni per le nostre coscienze, per la nostra civiltà del benessere. A questo proposito utile leggere Vite di scarto di Zygmunt Bauman edito da Laterza.
Per questo segnalo un incontro riguardante una tematica che sta “provocando” le nostre città e i cuori delle persone che ci vivono.
Claudio

Comunità di Sant'Egidio

Presentazione del libro
IL CASO ZINGARI
(a cura di Marco Impagliazzo)
Lunedì 5 maggio 2008 ore 18.00
Fondazione Giuseppe Lazzati
Largo Corsia dei Servi, 4 - Milano
Introduce
Elisabetta Cimoli - Comunità di Sant'Egidio
Intervengono
Maurizio Ambrosini - Università degli Studi di Milano
Virginio Colmegna - Fondazione Casa della Carità
Luciano Eusebi - Università Cattolica del Sacro Cuore -Piacenza
Mariolina Moioli - Assessore alle Politiche sociali - Comune di Milano
e con un intervento video di Moni Ovadia

Questo libro vuole essere un contributo a una cultura politica di ampio respiro, non appiattita sull'emozione del momento o sugli archetipi del nemico, nomade e straniero. E' una rimeditazione di un dramma – quello dello sterminio degli zingari ad opera dei nazisti, dopo una secolare persecuzione – la discussione di un caso, ma anche la proposta di un ripensamento delle politiche per gli zingari a partire dalla scuola, cioè dall'investimento sui più giovani. E', anche, un richiamo al pericolo dell'antigitanismo, che viene da una storia antica e si fa disprezzo verso un intero popolo. L'antigitanismo ci rassicura che il nemico della nostra sicurezza è lì, davanti a noi, nei campi, sudicio, accattone, infido, ma in fondo debole, facilmente schiacciabile. L'antigitanismo è un prodotto della paura delle nostre società e si alimenta di stereotipi antichi oltre che dell'esperienza di un contatto, non sempre facile, molto particolare, con gli zingari.

dall'introduzione di Andrea Riccardi

Testi di Giovanni Maria Flick, Marco Impagliazzo, Amos Luzzatto, Paolo Morozzo della Rocca, Andrea Riccardi

Per informazioni: santegidio.milano@gmail.com
In collaborazione con Fondazione Giuseppe Lazzati

Lasciami un tuo segno. Grazie

Grazie per i commenti lasciati. Vi chiedo una cortesia, lasciate la vostra firma, un riferimento, almeno il nome, magari la mail. La vita non è solo questione di merito e di metodo, ma anche e soprattutto una questione personale. Le cose che si dicono, come si dicono, acquistano sapore se riferite a un volto, a un nome.Ciao Claudio.



mail claudiogargantini@alice.it

cell. 335.6920669

fax 06.418.69.267