domenica 2 maggio 2010

A Cernusco la festa del lavoro diventata occasione per fare shopping

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Cosi recita l'articolo 1 della nostra Costituzione.

Le associazioni dei negozianti chiedevano di tenere aperti i negozi per contrastare la crisi.
Negozi aperti significava cosi negare a parecchi lavoratori un giorno di festa nel giorno che ricorda il fondamento della nostra Costituzione, il lavoro.
Giorno ancor più importante proprio oggi tempo di crisi economica e occupazionale.
Negozi aperti o negozi chiusi? Questo è stato il dilemma di parecchie città in tutta l'Italia.
Tenere aperti i negozi anche il 1 maggio per recuperare la crisi?
Sembrava più una scusa che un motivo valido.
Positive le parole di Guglielmo Epifani che a chi domandava perchè non si possa lavorare anche il 1 maggio rispondeva perchè in un giorno cosi importante non sia possibile non lavorare?!

Aprire le saracinesche il 1 maggio significava sancire la fine di quei comportamenti (negozi chiusi) che davano "visibilità" a una festa.
Abbassare le saracinesche il 1 maggio significava rispettare più i diritti dei lavoratori che quelli dei consumatori.
Milano e Roma, pur governate dalla destra del profeta del consumismo Berlusconi, hanno tenuto duro alle pressioni e hanno garantito le serrande abbassate.

Cernusco sul naviglio, invece, governata dalla sinistra e dal Sindaco Comincini ha scelto di alzare le saracinesce. Non condivido la scelta e non ne comprendo i motivi.

Apprezzo invece le parole di Luca di Montezemolo che spera in un affermazione della festa del lavoro in quanto c'è il rischio che essa possa diventare la festa del consumismo.

Sempre per quanto riguarda il 1 maggio segnalo l'articolo , che condivido, di Adriano Sofri su Repubblica dal titolo "Se il Primo maggio diventa festa del consumo".

Speriamo che come l'acqua torni pubblica anche il 1 maggio resti la festa del lavoro e non del consumo.

p.s. aggiunta postuma per segnalare l'interessante articolo di Nadia Urbinati su Lavoro, diritti e democrazia.

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2 commenti:

l'Ermes ha detto...

Per una volta concordo con te, Garga. La deroga al divieto di apertura il primo maggio, che la stessa ordinanza sindacale n. 275 dell'11/11/2009 definisce "inderogabile", e` un segno piccolo ma evidente del fatto che ormai una giornata senza spesa viene ritenuta una specie di bestemmia contro il dio consumo. Un atto amministrativo che avrei preferito non vedere a Cernusco.

Ermes

Anonimo ha detto...

Anche il cardinale Martini qualche anno fa parlava dell'importanza di un giorno senza spesa. Abbiamo perso il senso del limite e, da laica, penso che Martini avesse ragione: anche la politica deve tornare a fare pedagogia, esistono dei limiti - anche ai consumi. E' stata un'occasione perduta per proporre una moratoria, almeno per un giorno.

Lasciami un tuo segno. Grazie

Grazie per i commenti lasciati. Vi chiedo una cortesia, lasciate la vostra firma, un riferimento, almeno il nome, magari la mail. La vita non è solo questione di merito e di metodo, ma anche e soprattutto una questione personale. Le cose che si dicono, come si dicono, acquistano sapore se riferite a un volto, a un nome.Ciao Claudio.



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