giovedì 7 ottobre 2010

Un nobel per la vita.

La fecondazione in vitro ritorna alla ribalta mediatica in questi giorni grazie al riconoscimento del Nobel per la Medicina dato a Robert Edwards.

E con essa si torna a parlare della legge 40 che in Italia ne delimita i confini con tutte le contraddizioni che essa si porta dietro.

Una tra le tante è quella di vietare la diagnosi preimpianto, che permette di rilevare possibili malattie genetiche, iniziando una gravidanza che la legge 194 permette di bloccare di seguito.

Un’altra è quella di vietare l’adozione di embrioni o la fecondazione eterologa, quasi che la vita sia solo una questione di discendenza genetica.

La fecondazione in vitro ha cambiato in meglio la vita di milioni di persone cui la natura aveva negato la gioia di poter diventare genitori.

Il desiderio di avere un figlio è lo stesso per ogni coppia, indipendentemente dal modo in cui la nuova vita giunge al mondo.

La consapevolezza e la determinazione crescono però in misura esponenziale col sorgere delle varie difficoltà sopraggiunte per diventare genitori.

Perché diventare padri e madri se la natura non lo permette? è la domanda che ancora circola.

Semplicemente perchè quella del donare una nuova vita a un nuovo essere umano è un’ esperienza unica come la conseguente responsabilità diretta, della crescita di una nuova persona.

E’ un’avventura affascinante, un modo per vivere in pienezza la vita, per crescere in consapevolezza e personalità.

Un modo per dare risposta a uno dei quattro bisogni primari dell’essere umano, la sopravvivenza.

È una scelta di profondo amore, perché non c’è nuova vita senza la scelta di chi in vita già c’è.

Cosa si chiede alla scienza se non di curare, come nel caso di trapianti e o di sterilità, le magagne del corpo umano?

Cosa si chiede alla legge se non di livellare le disparità determinate dalla natura umana?

Infatti "...È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana..." recita l'articolo 3 della Costituzione Italiana.

Rimuovere gli ostacoli significa dare alle coppie impossibilitate ad avere figli in modo naturale, tutto quel supporto, legislativo, psicofisico ed economico, affinché possano vedere attuati i propri intenti .

Purtroppo la legge 40 discrimina i più deboli e i più poveri, dando a loro minori possibilità di avere un figlio di altre coppie che possono recarsi all’estero dove le possibilità sono nettamente superiori.

E allora gioiamo di quelle persone che, come Edwards, hanno lavorato affinché altre persone ( ad oggi circa 8.000.000 ) abbiano potuto godere di quella gioia che la natura umana stava loro negando.

Ma perchè la gioia sia condivisa occorre cambiare la legge 40.

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