"La libertà è come l'aria , ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare" Una frase citata in occasione del 25 aprile da tanti che nella limitazione di movimento di oggi causa corona virus pare essere maggiormente comprensibile.
Ma poi dopo quel 25 aprile del 1945 tante altre "schiavitù" sono continuate o iniziate.
Quella del conformismo come quella della cieca religiosità, quella della "fede" politica come quella della convenienza economica; quella familiare come quella lavorativa; ma ancor peggiore quella consumistica che ci rende sudditi proprio nell'illusione di sentirsi liberi nel gesto degli acquisti.
Essere liberi è un esperienza fantastico ma non facile. Chi ci ha provato è stato spesso rinnegato, bruciato, crocefisso o rinnegato dai propri amici.
La libertà è legata indissolubilmente con la propria autenticità oltre che con la scoperta del senso del proprio essere pur in ogni differente contesto culturale e sociale che accompagna l'esperienza umana dai suoi albori.
Ecco perché la libertà del 25 aprile ci stimola a guardarsi dentro e vedere con serenità da quante e quali altre schiavitù possiamo e vogliamo liberarci.