21 novembre 2005
Persona e Città, tocca l’organizzazione della convivenza umana, a tutti i livelli, dal locus al globus. Riguarda la politica, e in particolare la convivenza delle persone nelle stesso luogo denominato città. Riguarda la religione, la cultura, l’essere sociale come luogo di incontro tra le persone.La nostra convinzione di partenza – che la libertà di tutti non è un limite alla libertà di ciascuno, bensì l’esatto contrario, la condizione necessaria per l’esercizio della libertà di ciascuno – si traduce nel metodo dell’integrazione.
Persona e Città è prima di tutto la scelta di contenere le spinte competitive e di rafforzare la dinamica dell’integrazione.L’integrazione è l’esatto contrario dell’integralismo. Mentre l’integralismo, trasformando un punto di vista nel punto di vista, rende la parte il tutto, cioè assolutizza un punto di vista in una totalità indiscussa e indiscutibile, l’integrazione si fonda sull’equilibrio dinamico di relazioni anche conflittuali, ma non distruttive, tra le parti.L’integrazione può diventare il criterio guida di un impresa comune. L’integrazione è il criterio guida dell’impresa delle persone di essere in relazione, di essere uno-con. Si struttura e organizza attraverso un metodo di comprensione e gestione delle complessità che distingue senza separare e unifichi senza confondere. È una questione di metodo, quindi. La condivisione di grandi ideali e finalità è condizione necessaria ma non sufficiente per la loro realizzazione. L’esperienza ci insegna che non basta essere d’accordo sul “cosa”, occorre soprattutto trovare insieme il “come”.
Già Aristotele spiegava che nell’agire morale e politico il fine è intrinseco all’atto del soggetto e non esterno ad esso. Contenuto (il fine dell’azione) e metodo (l’atto medesimo) non sono la stessa cosa logicamente, ma devono coincidere praticamente. Il primo non può essere attuato senza il concorso pratico realizzativi del secondo.Noi non crediamo che l’egoismo e la brama siano i motori primi. Molte persone scelgono di far prevalere la collaborazione e l’empatia.Le differenze culturali, religiose e economiche sono impressionanti, ma le somiglianze lo sono ancora di più.
Siamo tutti sotto lo stesso cielo, non è giusto che gli dei se lo contendano: è il nostro povero cielo. E quando la pena viaggia e il dolore si sparge in ogni vita, il balsamo sta tutto in quell’ energia segreta che parte da ognuno di noi, e si somma a quelle degli altri, e sposta l’ordine delle cose.
Per quanto riguarda la politica, persona e città significa dare trasparenza all’ essenza della democrazia, dove il governo della città è dato dalla reale partecipazione dei cittadini.Ci sentiamo di dire che senza partecipazione continua dei cittadini non c’è governo, come senza governo non c’è sintesi della partecipazione.Uno strumento che può dare voce al governo e orecchie ai cittadini è senz’altro la partecipazione al consiglio comunale, quale “luogo” privilegiato per la crescita della democrazia e della partecipazione.
La diretta radio può contribuire affinché l’operato del sindaco, della giunta, dei consiglieri tutti, di minoranza e maggioranza, possa essere direttamente conosciuto e apprezzato.È il consiglio il luogo della convivenza e del confronto politico, dato dall’esito della volontà di chi governa realmente, tutti noi cittadini.
Governiamo grazie alle persone che danno tempo e lavoro per costruire il bene comune.Crediamo nel valore dell’integrazione politica, che necessita della contrapposizione dialettica tra maggioranza e opposizione.
Ma maggioranza e opposizione sono custodi della democrazia nata dalle libere elezioni.
Sono garanti, proprio nell’ essere maggioranza e opposizione, della democrazia nella città.
È diritto dell’amministrazione comunale utilizzare i mezzi possibili affichè il proprio operato venga conosciuto da coloro, i cittadini, che hanno dato mandato per l’esercizio del governo della città.
È diritto dei consiglieri di maggioranza e opposizione garantire, nella comune dialettica politica, il portare direttamente ai cittadini quel lavoro svolto per il bene comune.
La radio può contribuire a garantire questo diritto, seguendo le sedute del consiglio comunale.
Riteniamo importante recuperare l’importanza dell’ essere cittadini attivi: un cittadino che non si assume le sue responsabilità in politica è come un credente che non prega, un marito che non ama, un lavoratore che non produce, una mamma che si dimentica di allattare.
Il primo livello di responsabilità politica del cittadino non può ridursi alla singola giornata del voto, ma deve necessariamente essere coltivato ogni giorno nella consapevolezza che la città che cresce nella capacità di determinare il bene comune è sintomo di crescita personale.
La persona si riscopre sempre più in questa modalità dell’ essere cittadino.
Nostro obiettivo è contribuire affinché la politica sempre più torni ad essere luogo di condivisione del bene comune.
Il nostro programma radiofonico, vuole contribuire a riaffermare la bellezza dell’essere partecipi della vita della propria città. Vogliamo essere cittadini attivi.
Persona e Città ha modestamente, le caratteristiche di un percorso.
Ø La comunicazione.Un io che recupera la sua misura si accorge di nuovo degli altri, ne riconosce la presenza nel suo paesaggio interiore e torna in grado di comunicare.La comunicazione affinché sia vera e produca alla fine una sintesi comune, ha bisogno di due condizioni: a) che ciascuno degli interlocutori dica ciò che realmente gli stà a cuore, con chiarezza e in clima di ascolto; b) che la reciproca comprensione porti alla modifica delle posizioni iniziali per arrivare a decisioni condivise.La comunicazione richiede la capacità di ascoltare l’altro nella sua irriducibile diversità e originalità, che è pure diversità e originalità di carattere e stile. L’ascolto ha un che di divino.L’ascolto è una vera e propria arte: il tempo, la pazienza, l’attenzione permettono di affinarla, ma l’apprendimento è senza fine. Fondamentale è rigettare il pregiudizio: la presunzione di sapere a priori ciò che l’altro sta per trasmettere è la pietra tombale di ogni comunicazione.Possiamo dire che la prima regola della comunicazione è l’ascolto.
Ø L’azione.Un azione ragionevole non è mai un azione interamente pensata prima : pretendere di pensare prima l’azione significa votarsi “all’astensione criminale dell’azione”.
Ø Lo strumento.La radio, come luogo di confronto e di racconto delle dinamiche del nostro vivere in città.La radio come tavolo di confronto per comunicare e conoscere tutte le realtà, politiche, sociali, culturali e religiose, che compongono il nostro vivere sotto lo stesso cielo.
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