sabato 9 agosto 2008
Vita e morte sono una questione di responsabilità e consapevolezza. Una preghiera per Eluana Englaro.
Ritengo che la Persona sia responsabilmente artefice della propria vita e della propria morte.
A livello spirituale, teologico e filosofico, rilevo la vita e la morte come un tutt’uno facente parte della stessa struttura di eternità.
Anima vegetativa, sensitiva, razionale e spirituale.
Per quanto mi riguarda riconosco l’importanza di saper dire coscientemente fine al corpo per librarsi di anima e spirito che grazie a questo corpo ho riconosciuto.
Saper dire basta al corpo nel momento in cui riconosco giusto dire fine all’esperienza della corporeità.
Dirlo quando l’anima razionale, che costruisce la coscienza, comprende che è tempo di lasciarsi andare, capisce che il tempo ha fatto il suo corso ed è giunto il tempo di abbandonare sensi e ragione per vivere di solo spirito.
Segnalo L’anima e il suo destino di Vito Mancuso, come un contributo intelligente che aiuta a declinare meglio come la morte si inserisca nelle fasi della vita.
Come politico sono certo della necessità di riconoscere con la legge la libertà di scelta affinché ognuno possa responsabilmente essere artefice della vita e vivere responsabilmente la propria morte.
Riconosco giusto garantire ad ogni persona il diritto di dire basta!
Dire così può bastare!
Oggi Eluana Englaro e tanti sconosciuti, ieri Piergiorgio Welby e altrettanti sconosciuti, domani tanti sconosciuti e qualcuno che diventerà prigioniero mediatico non solo del proprio corpo ma anche di una battaglia ideologica giocata sulla sua pelle.
Ritengo una cattiveria quella di non permettere ad ognuno di decidere oggi come definire conclusa la propria esperienza umana, quando non sarà più nelle condizioni di decidere.
E concederlo anche alla persona che nella relazione di reciprocità è indicata responsabile di fronte alla legge.
Se l’inizio della vita e la vita stessa sono una questione di relazione, la stessa relazione può rendersi necessaria anche nel momento del consapevole morire.
Da sempre l’uomo e la donna disegnano i confini della natura, ogni qualvolta essa non rispetti la piena dignità della Persona.
Anche nel caso del testamento biologico si tratta di definire nuovi confini.
Segnalo e condivido il comunicato stampa di alcuni cristiani, in particolare delle chiese valdesi e metodista, che si accompagnano a quelli di tante persone, che esprimendo solidarietà alla famiglia Englaro chiedono alla politica di riconoscere la libertà e la responsabilità di poter scegliere della propria vita fino alla morte, e soprattutto di rispettare Eluana.
Eluana, il mio augurio è che tu possa lasciare quel corpo che non consideri più parte di te.
Claudio
Il caso Eluana Englaro
Solidarietà dei valdesi con la famiglia di Eluana Englaro
La Commissione bioetica delle chiese valdesi e metodiste, esprime la propria solidarietà nei confronti della famiglia Englaro e ribadisce la propria posizione a favore della libertà di cura, che è sempre e contestualmente libertà di rifiutare la cura.
"Come cristiani – afferma una nota della Commissione bioetica valdese e metodista -, riteniamo sia necessario guardare alle persone viventi e alla loro sofferenza, che non può essere dimenticata in nome di principi universali e astratti, né può essere subordinata a una norma oggettiva e precostituita che venga ritenuta valida in quanto presunta ‘legge naturale’. Crediamo infatti che il cuore dell'etica cristiana debba essere la sollecitudine verso le persone nella loro irrinunciabile singolarità, spesso sofferente, talvolta, come nel caso di Eluana, addirittura tragica: di qui discende, secondo noi, un'idea della medicina come terapia rivolta a soggetti in grado di autodeterminarsi e in grado di decidere il proprio destino.
La libertà individuale non va guardata con sospetto e identificata con l'arbitrio: per questo motivo, e in conformità con le posizioni espresse dall’ultimo Sinodo dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, come Commissione bioetica sollecitiamo da parte del Parlamento l’approvazione di una legge sulle direttive anticipate di fine vita."da Agenzia NEV - Notizie Evangeliche
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