domenica 18 luglio 2010

Le "quattro chiacchiere da bar" del Sindaco Comincini



Visto che ne parla anche la stampa locale, di quanto sia accaduto lunedi scorso durante il consiglio comunale, eccovi ciò che ho vissuto io quella sera.

Eravamo al Punto 5 dell'odg del consiglio comunale : APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO PER IL RILASCIO E LA GESTIONE DEI PASS PARCHEGGI ELETTRONICI.
Viene presentato il nuovo sistema elettronico che sostituirà il pass cartaceo rilasciato ad oggi dall'URP.

Il Sindaco illustra di cosa si tratta.
Chiedo la parola e metto in discussione l'utilità della proposta.
Inoltre chiedo quanto costi l'operazione, visto che nell'illustrazione, Comincini non aveva dato il costo dell'operatizione, sia per l'Amministrazione che per i cittadini.
Il portafoglio naturalmente è lo stesso.

23.000 euro all'Amministrazione e 20 euro ai cittadini.
Si, avete capito bene. ventritremila/euro dicesi ventitremila.
Lascio ognuno a pensare cosa si possa fare con 23.ooo euro di soldi pubblici.
Dunque, per raggiungere lo stesso obiettivo, cambiando solo lo strumento (da cartaceo a elettronico), si spendono ben 23.000 euro.

Nel precedente consiglio avevo apprezzato gli interventi del Sindaco e dei consiglieri di maggioranza che parlavano di scelte oculate nei tagli, contestando quelle del governo e regione sull'istruzione, e del buon padre di famiglia che, quando c'è da tirare la cighia, come i comuni sempre più dovrannno fare, evita lo sperpero di denaro.

Ecco perchè ritengo uno spreco di soldi pubblici l'iniziativa dei pass elettronici, o meglio, non una priorità in questo momento.

Ho portato argomenti e motivato le mie posizioni.
Purtroppo il Sindaco ha liquidato le mie argomentazioni come "chiacchiere da bar".
A questo punto terminati gli interventi degli altri ho chiesto la parola.
Mi sono innanzitutto stupito che il Presidente Perego, sempre attento ai minuti degli interventi e ai comportamenti dei consiglieri, non avesse ripreso il Sindaco per questa frase.

Ho poi chiarito al Sindaco e a tutti noi che il ruolo del consigliere comunale, maggioranza o opposizione che sia, è quello di indirizzare e controllare l'operato dell'amministrazione.
Fare domande, avere chiarimenti e criticare eventuali provvedimenti, argomentando le proprie posizioni.
Si può non condividere le idee degli altri, ci mancherebbe, ma non le si possono liquidare come chiacchiere da bar.

Il Sindaco, che è sindaco di tutti e non solo della maggioranza che l'ha votato, non può che essere fiero di avere un consiglio, anche tra la sua maggioranza, che verifica le proposte della sua amministrazione e all'occorrenza critica i provvedimenti.

Ed è proprio il Consiglio, più che la pre consiglio o la riunioni di partito, il luogo principe dove svolgere tale attività.
Altrimenti ridurremmo il consiglio e un mero teatrino della politica se al proprio interno i consiglieri fungessero da mero megafono dell'Amministrazione e o mera contrapposizione ideologica, eludendo, pur entrando ognuno con le proprie idee, al dovere principale di confrontarsi e definire li le proprie posizioni.

Ritornando al racconto, ho sottolineato come la frase del Sindaco non sia stata rispettosa del ruolo del consigliere e del consiglio comunale.

Di fronte alle mie parole il Sindaco si alzava e lasciava l'aula.

Non siamo tutti noi disgustati dall'atteggiamento di Berlusconi e di pezzi del suo governo, quando a fronte di domande scomode prendono e se ne vanno dalla sala o non rispondono alle domande passando oltre?
Noto a malincuore che anche il nostro Sindaco non è immune di tale atteggiamento.

Comprendete che sentire definire le proprie argomentazioni "chiacchiere da bar" e a fronte di richieste di scuse e di chiarimenti vedere il Sindaco prendere e lasciare l'aula, mi ha dato il là per urlare forte le mie motivazioni e le argomentazioni sul ruolo del consigliere comunale, arrivando a precisare che il Sindaco, bello o brutto che sia, non è un monarca, ne abbiamo già uno che si sente unto del signore e ci basta, e noi non siamo ne i suoi vassalli ne il suo zerbino.

A questo punto a Perego non restava che sospendere la seduta.
Fosse finita li.

Cominicini, alzatosi in piedi verso di me mi rivolgeva la frase " questa volta l'hai fatta fuori dal vaso".

Se questa simpatica frase fosse stata rivolta all'amico Claudio durante una spaghettata o durante quattro chiacchiere al bar, l'avrei rimessa nel vasino e ci avrei riso su.
Ma essendo stata pronunciata a un consigliere comunale in aula di consiglio, mi sono chiesto cosa significhi la stessa?! (ognuno può contribuire a spiegarmela)

Non essendo una frase a me familiare, l'ho interpretata come, per il prossimo giro di giostra inizia già a pensare chi sostenere.

In effetti questo si che è un buon consiglio.

Grazie Sindaco.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma cosa potevi aspettarti da un pretino (mancato) falso e cortese?
Dovevi prima votarlo per capire di che pasta fosse fatto?

Lasciami un tuo segno. Grazie

Grazie per i commenti lasciati. Vi chiedo una cortesia, lasciate la vostra firma, un riferimento, almeno il nome, magari la mail. La vita non è solo questione di merito e di metodo, ma anche e soprattutto una questione personale. Le cose che si dicono, come si dicono, acquistano sapore se riferite a un volto, a un nome.Ciao Claudio.



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