Ecco l'intervista rilasciata a Roberto Pegorini de in Infolio in distribuzione oggi
A tu per tu con Claudio Gargantini, candidato sindaco della civica Persona e Città«Porto Comincini al ballottaggio.Poi gli rubo Zacchetti»
«L’assessore allo Sport ha lavorato bene e merita la riconferma». «Keller sarebbe un ottimo presidente del consiglio». «Al centro del programma mettiamo la persona e non il gioco delle parti tipico dei partiti»
Claudio Gargantini, candidato sindaco di Persona e Città - Consigliere comunale per la Margherita, due anni fa è uscito dal partito e ha deciso di passare all’opposizione nel gruppo misto. Lui è Claudio Gargantini, candidato sindaco della lista civica Persona e Città.
Come mai dopo aver annunciato di volersi dedicare alla famiglia ha deciso di ricandidarsi puntando addirittura alla poltrona di Villa Greppi?
«È la naturale conseguenza delle scelte fatte in questi anni in cui il mio essere politico si è scontrato con il gioco delle parti».
Ci spieghi meglio...
«Ho rotto con questa maggioranza e con il gioco delle parti quando non ho accettato la logica che le idee positive degli altri non possono essere prese in considerazione. Una pratica lesiva del bene comune».
Sommariamente su quali punti è nata la rottura?
«Ad esempio quando ho criticato i 23mila euro per il pass-park a cui si aggiungevano i 40 euro che dovevano pagare i cittadini. Lo stesso risultato a costo zero si otteneva con il cartellino giallo consegnato dall’Urp. Guai provare a opporsi. E, infatti, le pistole che servivano per il pass-park sono rimaste nell’armadio...».
Altro giro, altro esempio...
«I 24mila euro spesi per il Wi-Fi in biblioteca. Ho provato a oppormi e mi è stato detto: oramai è deciso. E al primo temporale è andato in tilt. Quanti soldi sprecati. Questo, ripeto, è il gioco delle parti che non potevo accettare».
Da qui l’idea della lista civica?
«Da qui e dal fatto che ho trovato altre persone che erano d’accordo con me. Scendere in campo è una fatica non da poco, ma da cittadino, padre e politico non potevo non esserci. La politica è un’intima dimensione spirituale a cui non dovremmo mai rinunciare».
Le liste civiche, ad ogni modo, solitamente strizzano l’occhio a destra o a sinistra. La sua?
«Non ha ideologie. La nostra riparte dalla persona con l’articolo 3 della Costituzione al centro del programma. Lo scopo è valorizzare i cittadini e le loro differenti sensibilità».
Quindi al bando le ideologie?
«Oramai sono solo un cappello protettivo. Noi vogliamo lanciare un nuovo modo di fare politica».
La lista dei candidati?
«Ha un età media intorno ai 40 anni e 11 su 16 sono donne. Un bel segnale direi. Senza parlare di quote rosa sono arrivate nomine spontanee di chi ha rilevato la bontà del progetto. Noi vogliamo, lo ripeto all’infinito, valorizzare la persona e sono certo che saremo replicati anche in altri Comuni dove sorgeranno liste civiche».
Dove pensa di poter prendere voti?
«In maniera trasversale. Dai delusi di Comincini, e ce ne sono tanti, per proseguire con chi vota centrodestra, ma non si identifica in questo Pdl, finendo con chi mi può stimare per la coerenza che ho dimostrato di avere».
Anche dal Pd?
«Certo. Un partito che si è dimostrato la gamba debole di questa maggioranza. Comincini non ha coraggio. Quello che ha fatto lui poteva farlo anche un amministratore di condominio. La Vecchia Filanda è fallita, scienze motorie è scappata, il vecchio albergo Melghera è ancora su e le aree dismesse sono piene di amianto».
Pare di capire che non apprezza molto l’operato del sindaco uscente...
«Direi di no. Spende 90mila euro in comunicazione e poi non ne trova 35mila per mandare 30 bambini a scuola. Manca di programmazione e pianificazione, lui e l’assessore all’Istruzione Magistrelli, voluto fortemente proprio dal sindaco. Per due anni consecutivi parliamo di esuberi alla materna, una cosa inaccettabile che non era mai successa».
Insomma, con Comincini proprio è severo...
«Al sindaco piace piacersi. È un narcisista e per giunta non sopporta le critiche. Che senso ha spendere 17mila euro per la campagna elettorale? Se hai lavorato bene dovresti semplicemente andare in piazza e stringere le mani. Ha un modo di intendere la politica che non coincide con il mio. Per lui è occupazione e prevaricazione, per me è un servizio alla gente a cui bisogna chiedere quali desideri ha e dedicarsi anima e corpo per il bene comune».
Con chi intende dialogare?
«Con tutti. Il mio programma deve essere valorizzato e attualizzato eventualmente con contenuti interessanti anche degli altri partiti. Questo è il bene comune. Non esistono le tavole delle leggi in politica. Quel che oggi può essere giusto, domani potrebbe migliorarsi. Ed è nostro compito essere pronti a fare modifiche».
C’è chi dice che sta cercando di portare dalla sua Cassamagnaghi.
«Daniele è una persona da valorizzare. Con lui ho intenzione di confrontarmi eccome. E vorrei aggiungere che Giorgio Mandelli ha ufficialmente detto che mi appoggerà».
Quale obiettivo vi ponete?
«Potrebbe accadere quanto successo a Melzo con un sindaco di centrosinistra uscente e una lista civica che l’ha portato al ballottaggio per poi vincere. Noi possiamo capitalizzare i voti di tutti. Di un Pdl che è arrivato tardi e ha scelto un candidato debole, della Lega che ha presentato un giovane perché il suo segretario non ha voluto mettersi in gioco, e dei disaffezionati della politica a livello locale e nazionale. Con lo scenario che si presenta a Cernusco, solamente una lista civica può battere il centrosinistra».
Insomma è chiaro che mirate al ballottaggio, giusto?
«L’obiettivo è quello perché ci sono le condizioni per riuscire a raggiungerlo. Piccoli segnali che ci fanno credere sia possibile. Non ultimo il fatto che in molti mi hanno detto che intendono usufruire del voto disgiunto».
Ha già pensato anche a un’ipotetica giunta?
«Ho già pensato al presidente del consiglio. Claudio Keller che è una persona per bene; sarebbe ottimo e farebbe dimenticare in fretta Perego. Sulla giunta sto ragionando su alcune figure che potrebbero coprire certi ruoli».
Inutile dire nessuno degli attuali...
«Invece no. Zacchetti lo chiamerei sicuramente ha lavorato bene».
Un appello al voto?
«Assolutamente. Il peccato è sbagliare ed è quello che fa Comincini e la sua giunta. Il peccato di omissione è quello di non fare nulla per cambiare le cose. Ed è ancora più grave».
Roberto Pegorini
venerdì 13 aprile 2012
«Porto Comincini al ballottaggio. Poi gli rubo Zacchetti»
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fax 06.418.69.267
mail claudiogargantini@alice.it
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3 commenti:
Qui la mia nota su questo post:
http://ermannozacchetti.blogspot.it/2012/04/ps-e-il-presidente-non-lo-nomina-il.html
Penso che sia #meglioquestacernusco perché la sintesi di pluralità é meglio dell'acuto di un singolo." dice Zacchetti e lo condivido
Proprio per questo oggi solo una civica può fare questa sintesi nella nostra comunità e valorizzare ogni persona con le sue buone idee. Per questo confermo la mia stima e fiducia in Zac
M aspettare a parlare a giochi fatti, no?
La politica è uguale dappertutto: solo chiacchiere e distintivo.
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