Nel mio discorso di insediamento come consigliere comunale nel 2007 parlando della stampa dissi, citando Giovanni Paolo II nel messaggio Per la 37ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che “L’esigenza morale fondamentale di ogni
comunicazione è il rispetto per la verità ed il servizio ad essa", chiedendo alla stampa di essere sempre leale e
trasparente, rispettando e distinguendo i fatti dalle opinioni e chiedendo di essere per noi “cani da guardia e non
cani da accompagnamento” ( per citare un giornalista scomodo quale Marco
Travaglio), come invece una certa politica debole vorrebbe.
Se pensiamo che sempre più oggi, ogni politico come ogni cittadino può comunicare direttamente il proprio pensiero grazie a siti, blog e social network la domanda su quale debba essere il ruolo della carta stampata e del giornalista diventa ancora più forte ed emblematica.
Un giornale che riporti senza minimanente dubitare delle frasi ascoltate e senza chiedere conto delle dichiarazioni dell'intervistato, rischia di sminuire il proprio lavoro e la propria testata facendo dei propri articoli dei meri "comunicati stampa", togliendo cosi ai lettori uno strumento importante di verifica della correttezza delle dichiarazioni dell'intervistato.
Insomma si chiede ai giornalisti di fare ciò che noi non sappiamo fare. Scrutare, indagare , dubitare, prendere in fallo il politico, porre domande scomode. Insomma trasformare i soliti proclami di vittoria in occasioni per capire cosa si nasconde dietro l'apparenza.
Ecco perchè è importante che i media e gli stessi giornalisti recuperino quel gusto dell' indagine e quel metodo del contradditorio che, utilizzando il sapiente dubbio, possa pungere l'intervistato di turno.
Come comportarsi nell'attesa che giovani giornalisti crescano!?
Per conoscere il pensiero del politico di turno andare direttamente alla fonte, sui siti, blog e social network usando la consapevole libertà di ricerca.
Mentre per la lettura dei giornali, utilizzare le interviste "virgolettate" per imparare a porre le domande, rilevando nel contempo quali siano le domande assenti del giornalista.
Utile esercizio per distinguere la stampa di regime dalla libera stampa.
Utile esercizio per distinguere la stampa di regime dalla libera stampa.
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